La storia di questa importante famiglia di armigeri tedeschi
ha inizio all’epoca della Guerra dei trent’anni quando Arndt Krupp appone, nel
1587, la propria firma nel registro dei commercianti della città di Essen,
nella Ruhr. Costui morì nel 1624 e il
figlio Anton sposò Gertrud, figlia di un fabbricante d’armi.
Un altro paio di generazioni e la Ruhr cambia pelle iniziando
precocemente la propria rivoluzione industriale grazie alla locale ricchezza di
carbone.
Il 1 Settembre del 1870 nel pieno della guerra
Franco-Prussiana, a Sedan alle sette del mattino il potente generale McMahon
alla guida dell’Armata francese viene colpito da una scheggia di granata. Cede
il comando, la battaglia infuria e alle 16 del pomeriggio il re Guglielmo
cambia tattica e ordina il bombardamento della città. Poco dopo compaiono le
bandiere bianche. E’ la resa dei francesi.
17.000 tra morti e feriti; 85.000 prigionieri (l’intera
armata superstite) tra i quali l’imperatore Napoleone III. L’Alsazia e la
Lorena vengono cedute ai tedeschi e il re diventa Guglielmo I, Imperatore di Germania.
Nasce il mito: si diffonde la leggenda che a vincere siano stati i cannoni dei
Krupp. L’agghiacciante decisione di bombardare i civili viene dimenticata.
Aiutato dalla nuova fama leggendaria Alfred Krupp, il marito
della famosa Bertha, si costruisce l’altrettanto famosa villa da trecento
stanze. Cannoni, rotaie e fucili. Egli diviene famoso in tutto il mondo e da
tutto il mondo riceve nuove commesse. Si candida in politica.
Ma gli operai non lo vogliono e alle elezioni viene battuto
proprio da un suo ex operaio candidato nelle liste socialdemocratiche. Poco
male. La sua ideologia concepiva l’operaio come un robot iperproduttivo che
doveva anche dare nuovi nati alla patria e all’industria. Quando morì però, i
suoi dodicimila operai non vollero perdersi il suo funerale e lo illuminarono
con l’accensione di 12.000 torce.
Il figlio Fritz divenne più ricco di Guglielmo II estendendo
la produzione alle blindature per le navi di una marina imperiale in sempre più
forte crescita al fine di diventare più grande di quella inglese.
Ma, stabilitosi a Capri, fu coinvolto in uno scandalo sessuale
legato alla sua passione per gli artistici nudi maschili e si tolse la vita.
La sua prima figlia nonché erede dell’attività paterna, si
chiamava pur ella Bertha in ricordo della Nonna. Costei fu indotta dal Kaiser a
sposare Gustav von Bohlen il 15 Ottobre 1906. E fu la sua fortuna. Al termine
di WW1 infatti fu lui, Gustav, ad andare in galera a scontare una condanna a 15
anni inflittagli dal tribunale militare francese. Guglielmo II infatti aveva
suggerito alla giovane Bertha un marito che assicurasse all’impero armi sempre
più preziose ed in gran quantità e che le facesse, di fatto da scudo.
Il parvenu von Bohlen usava, ovviamente, il cognome Krupp e
favoriva ruffianamente la megalomania imperiale. Ma le corazze e i cannoni
forniti alla flotta erano considerati deludenti soprattutto dalla marina
tedesca che il 3 Novembre del 1918 si ammutinò determinando la fuga in Olanda
di Guglielmo II.
Intanto i carri armati britannici avevano, dopo quattro
terribili anni di guerra, sfondato ad Amiens determinando la fine del
conflitto.
Le officine Krupp furono sottoposte ad ordine di
smantellamento da parte degli alleati il 29 Maggio del 1920. Vi fu una
resistenza degli operai che causò alcuni morti. Gustav ne approfittò per
organizzare funerali grandiosi con tre giorni di manifestazioni. Ma i francesi,
che stavano occupando tutto il bacino della Ruhr, accusarono e processarono
Gustav di aver incitato alla ribellione i suoi operai. Da qui la condanna a 15
anni, ma la prigione lo trasformò in martire agli occhi dei suoi concittadini.
L’inflazione iniziava a sconvolgere l’economia tedesca lasciando intravvedere
gravi rischi politico sociali. E pertanto Gustav venne rilasciato a fronte del
pagamento di una enorme ammenda dopo aver scontato meno di un anno di galera. Fraternitè, Egalitè e, appunto, Libertè.
Gustav tornò ad Essen come un vittorioso. E negli anni trenta
cominciò a tenere d’occhio l’ex caporale Adolf Hitler col quale, dopo opportuno
foraggiamento, ricostruì in forma aggiornata l’alleanza guglielmina: Grande
industria, nazisti e generali.
Il resto alla prossima puntata, anzi Postata…
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