Il 16 Marzo
di quest’anno, il 2015, ha visto effettuare dei rilievi tipo scena del crimine
in via Fani. L’ennesima commissione parlamentare d’inchiesta infatti, quella
bicamerale insediata nello scorso Novembre e presieduta da Beppe Fioroni, ha
voluto un supplemento di indagine sul campo per fare un po’ di scena e far
finta di verifica quello che già si sa ma non è il caso di riferire per non
svelare le fonti: Moro non fu ucciso dalle BR per attaccare il cuore dello
stato, ma da poteri militari sovra statali i quali agirono in ottemperanza ad
una condanna a morte segreta. Le BR si prestarono a coprire l’esecuzione
sparando sul cadavere ancora caldo. Il punto è: in cambio di cosa?
Per il
momento siamo ancora a via Fani, ma la speranza è l’ultima a morire.
Intanto si
può dar per acquisito quello che, sul caso Moro, sta diventando il mainstream del terzo millennio: le BR vennero coperte ed aiutate da parecchi servizi
segreti e la P2 è solo la spugna che finora ha permesso di assorbirne
l’identità. Tra essi c’erano sicuramente il Mossad, la CIA, il KGB, la STASI
ecc. Insomma mezzomondo. E non scordiamoci il Vaticano of course.
Niente di più banale, ovviamente, ma le mode sono mode.
La verità
viene data a dosi, come i chemioterapici, e ad ogni step si stabilizzano
temporaneamente i rapporti di forza tra poteri occulti. Utilizzando la nuova
“veritè” per ricattare questo o quel personaggio ancora in gioco fino a nuovo
ordine. Ora è il turno di Mennini e Casimirri, i quali però pare che tengano
duro.
I
giornalisti stanno al gioco, sperano di poter dire la verità un domani
scrivendo qualche libro di memorie. E intanto mandano messaggi “inquietanti”
per strizzar l’occhiolino ai lettori complottisti. Gianluca Morelli sul Fatto
Quotidiano non è da meno: “Va rivalutato anche il ruolo di Giovanni Senzani”
dice attribuendo il virgolettato a Fioroni. Vabbè.
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