Cinquant’anni fa, in una torrida
mattina d’Agosto (1966) il colonnello iracheno Munir Redfa partì da una base
dell’Iraq meridionale a bordo del suo MIG dirigendosi a Baghdad come previsto
dal piano ufficiale di volo. Ma poco dopo si diresse a tutta velocità verso la
Giordania.
Noncurante degli ordini di rientro
iniziò manovre anti abbattimento e volò per un lungo tragitto a 230 metri dal
suolo. Sorvolò la Turchia e il Mediterraneo verso sud raggiungendo, dopo vari
diversivi, lo stato di Israele.
Alla comparsa sul radar un gruppo di
Mirage con l’ala a delta lo raggiunse e lo scortò presso una base segreta nel
deserto del Nagev. Qualche tempo dopo a Tel Aviv ebbe a sua disposizione un
conto corrente bancario con un milione di dollari.
Era il prezzo pattuito col Mossad per
il suo tradimento, un atto di immenso valore per Israele che ebbe così a sua
disposizione, finalmente, primo stato d’occidente, il più temuto aereo dello
schieramento nemico.
Era un Mig-21 di fabbricazione russa
concesso all’aviazione dello stato iracheno dall’Unione Sovietica come per l’Egitto,
la Siria, la Giordania e più avanti nel tempo, la Libia.
Il colonnello Redfa era di origini
siriane ed apparteneva alla minoranza cristiana, una minoranza che veniva a
malapena tollerata dagli altri componenti musulmani delle squadriglie aeree
irachene. Fu sedotto da una flirty fishing agent del Mossad che oltre ai soldi
assicurò un cambio di identità e una nuova vita anche ai familiari del pilota. Il
Mossad pianificava l’evento fin dal 1963. Una esperienza precedente con l’agente
John Thomas di origine armena era andata male e si era conclusa con l’impiccagione
in pubblica piazza di quest’ultimo per alto tradimento.
Le molte preziose conoscenze ricavate
dallo studio del MIG vennero messe a disposizione dell’aviazione israeliana che
le sfruttò un anno dopo nella guerra dei sei giorni.
Il Mossad vendette, in una fase
successiva, il Mig che aveva rubato, agli americani i quali lo portarono
segretamente nel Nevada per uno studio altrettanto approfondito. E' da quegli studi che deriva la creazione del modello Top Gun (oggi superato dai droni). E l’ingegnere
militare Doris Barnes, l’americano capo del progetto che studiò il Mig, esprime
ancora oggi ammirazione per le soluzioni semplici ed efficaci che
caratterizzavano un tipo di aereo che fino a quel tempo fu ineguagliato dominatore dei cieli
mondiali.
Lo racconta la giornalista Annie
Jacobsen in un gustoso libro uscito a New York nel 2011 e tradotto in Italia da
Sara Puggioni per i tipi PIEMME. (Area 51, PIEMME 2012).
Ovviamente riconosco la notevole efficacia
del Mossad, ma non riesco a vedere in questa vicenda una cosa che faccia onore
al popolo di Israele. L’inganno, la corruzione e il cinismo sono stati usati
per una guerra di espansione che lascerà per sempre una ferita profonda nel
mondo arabo.
L’inganno, la corruzione e il cinismo sono metodi normalmente usati da ogni serviio segreto e in ogni tipo di guerra. Meravigliarsi, o peggio condannare il Mossad per avere usato metodi comuni a tutti gli altri servizi dimostra soltanto una cosa che si è o stupidi o ingenui o fanatici..
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