L’ideale costituzionalista nasce in
epoca illuminista come alternativa all’assolutismo. Zagrebelski cita
Montesquieu nel suo DE L'ESPRIT des LOIX
laddove costui enuncia il principio secondo cui per prevenirne l’abuso il
POTERE dev’essere controbilanciato.
Le premesse del ddl Renzi Boschi non
vanno in questa direzione.
Esso infatti rappresenta il caso in
cui il titolare del potere assume l’iniziativa di cambiare lo strumento
concepito per limitarlo. Pertanto qualunque sia lo strumento della nuova
costituzione in essa apposto per limitare il potere del governo, tale
limitazione anziché eteronoma sarà autonoma, ovvero nella disponibilità del
detentore. Il principio di Montesquieu rischia seriamente di non venir
soddisfatto.
E non mancano gli esempi di abuso: in
Commissione Affari Costituzionali i senatori Mauro e Mineo sono stati
sostituiti in quanto “portatori di posizioni
difformi da quelle del gruppo di appartenenza”. Ciò contraddice il
principio della Costituzione vigente (art. 67) che esclude per il parlamentare
ogni vincolo di mandato.
La riscrittura di un testo costituzionale
dovrebbe presupporre un dibattito parlamentare caratterizzato da atteggiamento
inclusivo (come nel 1947). Ciò invece non è avvenuto. Sono stati infatti
attivati ripetutamente quegli strumenti del regolamento che riducono il potere
di emendamento (canguro) e di intervento (tagliola) e la votazione è stata
caratterizzata dall’uso sistematico di una maggioranza numerica dichiarata
incostituzionale dalla Corte per la sproporzione del Premio (il PD avrebbe 180
deputati che diventano 340 grazie al premio incostituzionale).
Con questo tipo di atteggiamento
politico il ddl Renzi Boschi è giunto ad approvazione con un iter iniziato al Senato il 15 Aprile 2014 e concluso alla camera
con il voto a maggioranza assoluta del 12 Aprile 2016.
Sta agli elettori ora valutare il
merito e formarsi una opinione su un intervento che modifica 47 articoli della
nostra Costituzione proponendo una nuova composizione e nuove funzioni per il Parlamento,
il rapporto Stato Regioni, la Corte Costituzionale, i referendum e il Cnel.
Punto per punto nei prossimi post.
"Ghe xe chi crede de esar a cavalo e no l'xe gnanca a piè"
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