Situazione critica con la Libia. Il nuovo governo (si fa per
dire) Serraji, patrocinato dall’Onu per tutelare gli interessi delle
multinazionali petrolifere del G7, non ce la fa a sgombrare le forze armate del
generale filo egiziano Haftar. Ciò impedisce la ricomposizione unitaria della
Libia postgeddaffiana e mantiene altissimi i costi e rischi connessi
all’estrazione e alla fornitura petrolifera. Così la Libia, storico asso nella
manica dell’Iitalia per le sue politiche energetiche, invece di risorsa diventa
sempre più problema.
Oggi il Fatto Quotidiano la spiega
più o meno cosi:
-
Il
30 Agosto 2008 Berlusca e Geddafy hanno firmato un accordo di cooperazione che
autorizza Serraji a chiederci oggi 5 miliardi di euro. Il senso dell’accordo era
chiudere i vecchi contenziosi coloniali.
-
Le
casse italiane non possono permetterselo perché a suo tempo era stato
pianificato di finanziare il pagamento con una tassa sull’ENI che poi è stata
dichiarata illegittima. (Addizionale Ires 4%)
-
In
cambio per un po’ di tempo abbiamo avuto il contenimento del flusso migratorio
mediterraneo. Ma questo benefit ora non c’è più perché manca un governo libico
forte, in grado di controllare la situazione.
-
Pertanto
oggi l’Italia ha il debito e anche l’immigrazione.
Una delle ragioni amministrative che
stanno alla base di questa situazione è data dal fatto che la sentenza è
diventata esecutiva dalla fine del 2013, anno della mancata impugnazione della
sentenza da parte del nostro governo di allora.
(I ministri degli esteri del periodo
critico sono Terzi, Monti per un breve interim poi Bonino e Mogherini. Il
ministro degli esteri all’epoca del trattato berlusconico era Frattini).
Ora, chi paga?
Una interessante intervista volante
del giornalista Cisilin al capogruppo M5S Fabio Castaldo permette di appurare
che:
-
Quando
è stata attaccata la Libia nel 2011 il soggetto più aggressivo era la Francia.
Il suo principale obiettivo è stato realizzato non solo con la morte di
Geddafy, ma soprattutto con la divisione del territorio libico.
-
Oggi
la Francia sostiene Haftar che di fatto presidia un opzione di eventuale
divisione in due della futura Libia. In tal caso Francia si assicurerebbe il
controllo di una nuova area di approvvigionamento: La Cirenaica.
-
Con
la caduta di Geddafy le tribù locali sono state marginalizzate e ciò le ha
gettate tra le braccia del califfato.
-
Una
strategia di unificazione territoriale richiederebbe il coinvolgimento e l’inclusione
di queste aree tribali; il solo smantellamento militare dell’ISIS a Sirte non
genera unificazione.
-
Occorre
una strategia che localmente agisca in termini di demarginalizzazione di tali
tribù e sul piano globale agisca sulle forniture armigere: noi ad
esempio le vendiamo all’Arabia Saudita che sostiene Daesh.
-
Daesh ha
(potrebbe avere) un ruolo nel traffico di esseri umani verso l’Europa.
Non mi resta che riproporre il mio raccontino semiprofetico di qualche anno fa:
http://omniavulnerant.over-blog.it/article-mediterranean-legacy-raccontino-di-franc-82673966.html
Buona lettura.
Nessun commento:
Posta un commento