Il 26
Agosto di cento anni fa nasceva mio padre. Ciò avveniva a Recoaro, in
condizioni disagiate a causa dell’incalzare di WW1.
I mesi
precedenti erano stati caratterizzati dall’allarme generale connesso
all’attacco austriaco sui nostri monti noto come strafexpedition.
Immagino
che a Recoaro all’epoca ci fossero solo servizi sanitari di tipo militare e che
a mia nonna sia stata fatta una certa fretta, fatto sta che mio padre venne
alla luce con un intervento di forcipe. Egli ha spesso raccontato di aver
attribuito la propria precoce calvizie all’uso dell’elmetto, e di aver poi realizzato
che essa era dovuta proprio al forcipe essendo stato di ciò informato da un
ufficiale medico, durante la seconda guerra mondiale che aveva riconosciuto
sulla sua testa i segni caratteristici.
Il
padre di mio padre era stato richiamato in guerra nel Novembre 1915, all’età di
trent’anni, per essere poi mandato in licenza, come recita il foglio
matricolare il 19 Luglio del 1916. Ottenne quindi l‘esonero da servizio
effettivo sotto e armi “fino a nuovo ordine” e qualche anno dopo, il congedo
definitivo. Non conosco il motivo di questo richiamo in età relativamente
avanzata, ma penso che l’esonero possa essere connesso proprio con la nascita
di mio padre che era il terzo figlio.
Dei cento
anni che mi separano da allora mio padre ne visse solo cinquantasei,
e di
questi quelli felici furono certo molti meno. Ma voglio ricordarlo per quelli
felici che, dopo la guerra e la prigionia, coincidono forse con quelli della
mia infanzia. Un destino iniquo ci fa diversi. Io sono stato molto più
fortunato di lui. La differenza la fa una sola e semplice parola.
La
parola PACE.
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