Nel post precedente ho dato uno sguardo alla nuova, secondo il ddl Renzi Boschi, composizione del Parlamento evidenziando alcune contraddizioni. Ora vediamo le funzioni.
Nei regimi a democrazia parlamentare
come il nostro senza la fiducia del Parlamento il governo cade. Nella proposta
di revisione il potere di regolare il rapporto di fiducia col governo viene
ricondotto alla sola Camera dei deputati. Il nuovo Senato non avrà più il
potere di dare o togliere la fiducia ad un governo.
La questione del “combinato disposto”
Quanto sopra riduce il potere di controllo del Parlamento sull’esecutivo
soprattutto se combinato con la legge elettorale nota come italicum (che si caratterizza per essere ipermaggioritaria, con
capilista bloccati) la quale aggiunge ancora più potere al leader del partito
vincitore.
E’ questo uno dei punti, se non il
principale, su cui si fondano la ragioni del NO. Con questa operazione infatti
non solo si assegna maggior potere all’esecutivo a scapito degli altri due
poteri (legislativo e giudiziario), ma all’interno di esso si rafforza quello
personale del premier il quale potrà di fatto scegliersi e nominarsi qualcosa
come duecento e passa membri della maggioranza camerale. Cioè di coloro che
dovrebbero avere il potere di controllarlo. E ricordo che quello di poter
scegliersi i rappresentanti dovrebbe essere invece la principale prerogativa
dell’elettore.
Questa situazione non è una novità,
perché rappresenta la tendenza politica in atto negli ultimi decenni, ma finora
tale tendenza ha potuto essere contrastata. Qui si tratta di metterla in
Costituzione ed arrivare ad un sistema che qualche costituzionalista ha
cominciato a definire “premierato
assoluto”.
Inoltre questo accentramento
contraddice lo stesso articolo 55 dello stesso ddl Renzi Boschi laddove dice
che è la Camera ad esercitare la funzione di indirizzo politico. I cambiamenti
che vengono introdotti tendono invece ad esternalizzare dalla Camera il potere
di indirizzo assegnandola de facto al partito. Ciò consegue al fatto che la
scelta delle persone da candidare, persone che poi diventeranno deputati e in
quanto tali voteranno l’indirizzo politico di cui all’art. 55, non avviene
all’interno delle istituzioni, ma all’interno del partito del premier quindi di
fatto non alla Camera.
La revisione costituzionale e
l’Italicum sono due cose diverse ma la loro interazione esalta l’accentramento
e la personalizzazione del potere. I sostenitori dicono che l’Italicum verrà
cambiato ma per il momento si voterà in cogenza di legge.
Commento
Tralascio qui di raccontare che io,
che sono stato comunista e dirigente della Cgil, mi sono sorbito per almeno tre
decenni il ritornello che l’Unione Sovietica non poteva andar bene proprio
perché il potere vero era nelle mani del partito e non delle istituzioni,
perché non c’era libertà e tutti votavano sempre ciò che voleva il leader ecc.
ecc. difronte a queste proposte di revisione della Costituzione mi sento
bollire gli organi interni, e faccio le seguenti considerazioni.
Qualcuno potrà dire che questo
accentramento in fin dei conti è inevitabile perché se si dà il mandato ad uno
di comandarci per un certo periodo, bisogna anche dargli tutto il potere per
farlo. Ebbene il problema è proprio quello che poneva Montesquieu: possiamo
anche rischiare di darglielo, ma solo se controbilanciato. Il cittadino deve
essere protetto dall’abuso. E ciò è possibile solo se in Costituzione sono
inseriti dei dispositivi attivabili a tale scopo. Ora ciò che fa il ddl Renzi
Boschi è esattamente il contrario: smonta le garanzie inserite nel 1947.
Allora, haimè, era chiaro a tutti quali fossero le catastrofi a cui si va in
contro lasciando incontrollate le personalizzazioni del potere. Ma oggi no. E siamo
in pericolo…
Quando il potere viene concentrato
sull’esecutivo e personalizzato, non tardano a formarsi i personaggi alla
Mussolini, Hitler, Stalin e se volgiamo Putin ed Erdogan i quali beneficiavano
e beneficiano esattamente di un potere non controbilanciato. E anche se i
governanti e i loro cittadini sono i più buoni del mondo sono le condizioni
esterne, internazionali, a determinarlo. Ce lo insegna la storia e ce lo
conferma l’attualità.
In quest’ottica non vedo proprio il motivo
per il quale gli italiani dovrebbero dire di si ad una proposta che ci prospetta
esattamente ciò che la propaganda occidentale continua a contestare agli altri.
L’accentramento e la personalizzazione del potere: Obama lo contesta ogni
giorno a Putin, ad Assad, al nordcoreano Kim Jong Un, la Francia lo contestava
a Geddafy, ecc. ecc.
Antica saggezza veneta:
"No bisogna far fogo fora de la pegnata"
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