http://omniavulnerant.over-blog.it/2021/12/azalea-del-perdono.html
venerdì 31 dicembre 2021
venerdì 24 dicembre 2021
I valdagnesi gabbati alle prime elezioni comunali
Il 24 Dicembre 1866 il Re d'Italia nomina Gaetano Marzotto sindaco di Valdagno.
In realtà il più votato fu Ludovico Festari il quale prese 314 voti su 336 votanti piazzando Gaetano al 14mo posto su 20 eletti con 140 voti. Ma il Re volle lo stesso Marzotto.
Lo racconta il Soster in MEMORIE DI VALDAGNO a pag. 387 (reperibile in Biblioteca Civica) dove scrive:" il pubblico, visto il bellissimo risultato dei voti che riportò il dottor Lodovico Festari si aspettava che la nomina ricadesse sopra di lui".
domenica 19 dicembre 2021
venerdì 10 dicembre 2021
John Lennon per John Sinclair
lunedì 29 novembre 2021
Il 29 novembre 2017, a L’Aia presso l’aula del Tribunale Penale
Internazionale, il regista televisivo croato-bosniaco Slobodan Praljak divenuto
generale durante la guerra in Bosnia degli anni novanta e condannato quale
criminale di guerra, al termine della lettura della sentenza ha preso del
veleno in diretta televisiva. Il gesto, che seguiva di una settimana la
condanna all’ergastolo di Ratko Mladic, ha sorpreso le autorità che non hanno
trovato di meglio che silenziare il gesto commentandolo come “spettacolare
pacchianata” e “parodia del passato”.
In realtà si trattò di un gesto tutto politico contro l’autorità
di un Tribunale che gli stessi Stati Uniti non riconoscono.
Da allora si punta sul silenzio per sminuire al massimo la portata mediatica del gesto.
lunedì 25 ottobre 2021
Cinquant'anni fa la Cina entra all'ONU
domenica 24 ottobre 2021
IL POPOLO HA PARLATO A TRIESTE
[Nota su Portuali, PUZZER, Patuanelli ecc.]
Nella città di Trieste, dopo una brutale repressione di
Stato avvenuta Lunedì scorso, è seguita una settimana di lotte e manifestazioni
non violente guidate da spontaneistiche rappresentanze di lavoratoti portuali. I
promotori hanno poi saggiamente rifiutato che su tale movimento si
sovrapponesse una cavalcata no global con rischiose infiltrazioni e confusione
di obiettivi. Nella giornata di domenica il triestino Stefano Patuanelli nella
sua qualità di Ministro del governo Draghi ha incontrato formalmente e ascoltato le istanze esposte dal capopopolo Stefano PUZZER. Io Vedo
in tale incontro un punto di partenza per una nuova speranza di rinnovamento
politico.
…
Oggi il popolo ha parlato e ha detto no alla deriva
anticostituzionale delle multinazionali. Ora il processo autoritario del quale
il Governo e il Parlamento Italiani si sono fatti servi ha davanti a sé la
linea finale ben visibile. Se questa linea verrà accettata si tratterà di una
vittoria della politica partecipata, una vittoria di quelle piazze che sanno da
sempre ristabilire l’equilibrio democratico quando il sistema si corrompe e la
sovranità si squaglia.
I lavoratori portuali hanno innescato una lotta esemplare
per la libertà e la dignità nel lavoro, contro ogni imposizione di tessere e
trattamenti pseudo-sanitari, contro la violazione dell’articolo 32 della
costituzione ovvero quell’istanza di cautela e di diritto di scelta che gli
uomini della Resistenza seppero donarci difronte ai rischi e alle logiche
nazifasciste. Grazie ai lavoratori portuali di Trieste e a tutti coloro che
hanno saputo opporsi.
Ora teniamoci stretto questo piccolo grande margine di
libertà che Trieste ci ha donato e vediamo quanto dura perché il governo e il
regime multinazionale reagiranno, non staranno certo fermi di fronte alle
pulsanti aspettative del Great Reset. Ora Gabrielli, Lamorgese & C.
rilanceranno la corruzione l’infiltrazione e la provocazione di Stato,
divideranno i portuali e intossicheranno le piazze. La Cgil, che per settant’anni
era stata bastione della democrazia nei luoghi di lavoro e fuori, è già stata
sedata; i partiti sono da tempo corrotti e asserviti, il mondo cattolico
incantato e disorientato, i giovani e gli studenti disarmati dal miraggio tecno-ipnotico
e le famiglie lobotomizzate dal mainstream. Ma c’è l’amore, c’è la passione per
la libertà di una generazione che è cresciuta nei valori di una Costituzione
antifascista e laborista, una lezione che ancora non si è spenta e ancora
illumina il futuro. Sappia chi ama e chi crede seguire questa luce.
Ora tocca al sistema delle Rappresentanze Sindacali, tocca
alla Cgil e agli uomini di buona volontà dare senso e consolidare la lezione di
Trieste. La strada giusta è quella della libertà di scelta, quella del lavoro e
della corretta informazione. La strada giusta è quella di assicurare alle nuove
generazioni la forza morale e la capacità critica che permetteranno loro di
affrontare le sfide della nuova normalità. Le sfide del futuro umano.
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Nota Bene
Le persone
intelligenti appaiono pazze agli occhi degli stupidi.
E soprattutto:
Die stimme des
intellekt ist laise. (Sigmund Freud)
sabato 16 ottobre 2021
I NERI al valor militare di Valdagno
Il 16 ottobre 1937 il tenente aviatore Alessio Neri nato nel
modenese il 6 Maggio 1911 muore a LERIDA in Spagna. Era figlio del direttore
del complesso bandistico Marzotto e con la sua famiglia si era trasferito a
Valdagno da dieci anni.
Quella vicenda, fermo restando il rispetto per le vittime di
una delle tante follie militari, non è scevra da dubbi di dietrologica memoria.
Fu il generalissimo Franco attraverso una comunicazione del
Quartel General del Estado Major del Aire ad assegnare la medaglia militare
spagnola per primo il 15 Maggio 1938. E solo successivamente, nel novembre
dello stesso anno, il Re d’Italia Vittorio Emanuele Terzo gli conferì la
Medaglia d’oro al valor militare. Questa prima dinamica decorativa avviene in
costanza della guerra mentre alla fine, dopo la vittoria di Franco diventa
medaglia d’oro al valor militare anche in Italia. Ma manca il corpo. Il padre
smetterà di aspettarlo nel 1949.
Il fratello Ariosto, anch’egli aviatore con compiti nel
reparto speciale Alta Velocità, era già morto a Desenzano nel 1932.
Una targa commemorativa del loro valor militare, venne posta
sul muro d’ingresso dell’edificio della Scuola di Musica Marzotto a Valdagno, a
ricordo di entrambi i fratelli. Essa espone il motto AD TE NITOR GLORIAMQUE
CONTENDO che significa più o meno “competo col bagliore della tua gloria”.
venerdì 8 ottobre 2021
Non è crollata nessuna diga. Ci fu un enorme smottamento di terra piena d'acqua che precipitò nell'invaso facendo traboccare l'onda assassina. Il pericolo di tale crollo era noto alla società di gestione che decise di sfruttarlo e alzò il livello di acqua per causare deliberatamente la frana. Nelle intenzioni del Consiglio di Amministrazione della proprietaria Sade, ciò avrebbe posto fine al contenzioso con i paesi montani che si opponevano alla partenza dell'impianto. Ma non ci fu una semplice spruzzata d'acqua come pensavano Consiglieri di Amministrazione che presero la decisione e disposero l'innalzamento del livello; ci fu invece una tragedia da duemila morti.
La verità era nota fin dall'inizio da ambienti del Vaticano che l'avevano raccolta in confessione, ma non c'erano le condizioni per poterla dire. Fu il Presidente Ciampi a disporre l'agnizione molti anni dopo senza enfasi inopportune. E oggi il fatto che quell'incidente sia stato causato da volontà umana è verità ufficiale. Solo che viene relegato nell'ambito della compassione e del perdono.
Quel giorno non è crollata una diga ma è definitivamente crollato il sogno idroelettrico. L'Italia è vincolata dai trattati del dopoguerra all'uso del termoelettrico per assicurare mercato al petrolio. E' una scelta che è stata imposta ancora negli anni trenta dalle famiglie dell'alta finanzia angloamericana ai paesi europei. La stessa ascesa di Hitler e soprattutto la sua politica di riarmo unilaterale della Germania furono finanziate dalle oligarchie petrolifere. La massoneria della Skull and Bones Society ha realizzato il proprio disegno di potere globale e le nazioni europee hanno dovuto rinunciare a mega progetti come Atlantropa.
La diga del Vajont sarebbe stata un simbolo di emancipazione da tali vincoli e l'Italia avrebbe consolidato un proprio ruolo di punto di riferimento per i paesi emergenti non petroliferi come l'Egitto con la diga di Assuan. L'anno prima era stato eliminato Mattei, l'anno dopo il sogno idroelettrico.
venerdì 13 agosto 2021
Rosetta della Ligera
Il 13 di Agosto in una notte oscura, commisero un delitto
gli agenti di questura.
Hanno ammazzato un angelo di nome la Rosetta, era di piazza
Vetra e battea la Colonnetta.
Chi ha ucciso la Rosetta non è della ligera, forse viene da
Napoli, è della Mano Nera,
Rosetta mia Rosetta dal mondo sei sparita lasciando in gran
dolore tutta la Malavita.
Tutta la Malavita era vestita in nero per compagnar Rosetta
al cimitero.
Le sue compagne tutte eran vestite in bianco per compagnar
Rosetta al camposanto.
Si sente pianger forte in questa brutta sera, piange la
piazza Vetra e piange la LIGERA.
O guardia calabrese per te sarà finita, perché te l’ha
giurata tutta la Malavita.
Dormi Rosetta dormi, giù nella fredda terra e a chi ti ha
pugnalato noi gli farem la guerra!
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E' inquietante osservare che la "guardia calabrese" qui evocata rimanda a Luigi Calabresi, il commissario, ucciso a Milano qualche decennio dopo.
Ed è altrettanto inquietante osservare come la cultura popolare formatasi nel ventennio fascista fosse dalla parte della cosiddetta malavita e sapesse delle manipolazioni della polizia nei casi di criminalità comune.
Altri tempi, veramente.
sabato 7 agosto 2021
7 Agosto festa dei santi Gaetano e Donato
7 Agosto festa dei santi Gaetano e Donato.
Il primo è il sacerdote Gaetano Thiene, nato nel vicentino e parte attiva della Confraternita del Divino Amore presso la curia pontificia durante la prima metà del sedicesimo secolo. Il secondo è Donato di Besançon, monaco e vescovo della omonima città durante il quinto secolo dopo Cristo. Il calendario cristiano consegna quindi in questo giorno ai valdagnesi della Città Sociale due figure di riferimento la cui agiografia richiama i concetti di protezione della Città e umile patrocinio.
Non è fuori luogo pertanto pensare che quando la palestra della GIL (gioventù italiana littorio) divenne chiesa parrocchiale grazie ai benefici e alle intercessioni del Conte Gaetano Marzotto, la scelta del nome non sia stata casuale. Si voleva richiamare alla gratitudine il potentato comitale. Rimaneva però da scegliere a quale Gaetano, tra i santi, fare riferimento e si scelse il vicentino. Costui infatti nel 1524, rinunciando ad ogni beneficio e carica, fondò la congregazione dei chierici regolari, detti successivamente Teatini e rappresentò presso la curia papale il Divino Amore ovvero quella compagnia che “composta da laici e qualche sacerdote, con fini di devozione, ascetismo e carità”, esercita tale stato di grazia “senza uscire dallo stato laico e mantenendo il segreto del bene compiuto”. (Treccani) A tale modello è facile associare anche la figura di Francesco Regretti che, antifascista osteggiato e picchiato dai fascisti vicentini, costruì la nuova parrocchia con Giovanni Barbieri.
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davanti al santo o al capitelo farse sempre de capelo
giovedì 5 agosto 2021
50 anni fa le schedature alla FIAT
5 Agosto 1971
Il dr. Guariniello, giovane pretore
penale di Torino, alla sede centrale della Fiat di Via Marconi trova un“poderoso ammasso di schede su 354.077 persone”. Si tratta di informazioni
raccolte ed organizzate dall’Ufficio del Personale attraverso INFORMATORI
PAGATI. Tra loro ufficiali dei Carabinieri (in pensione spero) vice questori e
il capo del SID in Piemonte. (Flamini 29 e seg, 212 ecc.)
Allora no, ma oggi che abbiamo imparato come funziona il mondo vediamo con chiarezza che si tratta di un poderoso servizio segreto privato da usare contro gli operai e i dirigenti sindacali. Il problema vero è: perché venne smantellato? Perché venne fatto trovare a Guariniello?
Sergio Garavini era schedato come "Propagandista e conferenziere del PCI" in realtà fu un sindacalista di altissimo profilo. Contro quelle schedature egli promosse e guidò una lunga battaglia legale che alla fine ebbe soddisfazione, ma non divenne mai segretario generale della Cgil e fondò, con Bertinotti ed altri, il partito Rifondazione Comunista.
mercoledì 4 agosto 2021
martedì 3 agosto 2021
Marilyn Monroe dies
Marilyn Monroe donna instabile e sex symbol dell'erotismo Hollywoodiano, fu amante di John Fitgerald Kennedy durante la sua presidenza e anche del fratello Robert, ministro della giustizia del quale si era innamorata. Entrambi l'avevano scaricata e lei minacciava atti inconsulti e scandalismi. La relazione era controllata dall'FBI che per fermarla la fece eliminare dai killer della mafia. Le fu introdotta una supposta anale che non lasciò tracce. E la vicenda venne gestita mediaticamente come un suicidio tramite overdose di barbiturici.
La magnitudo mediatica di quel fatto venne sfruttata dal marketing Farmaceutico per accelerare il passaggio alle benzodiazepine le quali, se prese da sole, non sono mortali. Tale cambio era stato particolarmente auspicato dalle compagnie di assicurazione che rimodellarono il ramo vita.
Tra le misure utilizzate per depistare la pubblica opinione dalla possibilità di intuire la verità del caso ci fu il famoso film Goldfinger che presenta, per via allusiva, elementi fantasiosi molto efficaci su tale morte.
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The death of Marilyn Monroe remains shrouded in mystery and subject to ongoing speculation and debate. However, conspiracy theories do not seem out of place in this case because large speculative interests of big pharma and insurance were at stake.
Spiritual comfort :
"The Lord is close to the brokenhearted and saves those who are crushed in spirit"
Psalm 34:18
domenica 1 agosto 2021
CONCERTO PER IL BANGLA DESH
Il primo Agosto di cinquant'anni fa, di domenica
pomeriggio presso il Madison Square Garden di New York City, si tenne un evento
musicale globale dedicato a Bangla Desh. Originariamente il nome era scritto in
due parole. Ma che cos’era?
In primavera il Bengala orientale
aveva proclamato la propria indipendenza scatenando una violenta repressione da
parte dell’esercito pachistano. Ciò aveva determinato un notevole problema
umanitario per i rifugiati che si aggiungevano ad una popolazione già provata
da precedenti calamità naturali. Gli
organismi internazionali avevano quindi iniziato una campagna di mobilitazione
dell’opinione pubblica a favore, di fatto, degli autonomisti. Il punto più alto
di questa campagna fu questo concerto.
Gli autonomisti erano compatrioti
di Ravi Shankar il quale, sciolti i Beatles, era diventato guru musicale di
George Harrison. Costui aveva grande popolarità da quando, nel novembre del ’70
era uscito con produzioni da solista quali All Things Must Pass e My Sweet Lord
ed accettò di sostenere i patrioti di Ravi. Allo scopo creò anche un fondo per
l’Unesco.
L’evento ebbe grande successo sia
in termini di sensibilizzazione che sul piano della raccolta fondi che vennero
pertanto gestiti dalla UNESCO.
Nei mesi successivi ci fu una
escalation che culminò in un conflitto generale con una offensiva delle truppe
indiane contro il Begala e nel Cachemire. Il 15 Dicembre le truppe pachistane
si arresero a DACCA e venne creato lo Stato del Bangladesh (unica parola) con
Primo Ministro S.M. Rahman. E’ un primo processo in cui il conflitto politico
internazionale viene accompagnato da una gestione mediatica che usa la musica
giovanile e musicisti rock come testimonial. Parteciparono infatti Bob Dylan,
Eric Clapton e altri, oltre ovviamente a Ravi Shankar.
Il biografo Goldman racconta che
John Lennon bidonò George il giorno prima litigando con Joko e che in realtà
Clapton era appena stato vittima di un collasso da eroina tagliata con talco.
Ovviamente l’establishment
discografico mondiale imparò bene la lezione circa l’importanza di una
iniziativa che aveva trasformato l’alternativo George Harrison in un perfetto
strumento atto alla propaganda del sistema e dei suoi obiettivi.
domenica 25 luglio 2021
il 25 Luglio '43 e le mire anglotitine sul Nord Italia
All’alba del 25 Luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo
decise la deposizione del Duce Mussolini e il Re nominò capo del governo
italiano il maresciallo Badoglio. Mussolini fu arrestato e condotto all’Isola
di Ponza e poi alla Maddalena e in fine in Abruzzo in un albergo del Gran Sasso
da dove Otto Scortzeny lo liberò il 12 settembre. In poche ore venne creata la
Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò sul lago di Garda capeggiata da
Mussolini. In quei momenti più di un milione e mezzo di italiani stavano
combattendo oltre frontiera e nei Balcani era in corso l’operazione Konstantin
che vedeva i tedeschi disarmare gli italiani.
Il 26 luglio era scattata l’operazione Alarico con 8
divisioni tedesche che attraversarono il Brennero invadendo la penisola. Sul
teatro italiano il SOE (special operations executive, servizio inglese) operava senza la possibilità di offrire alcuna garanzia
in cambio della collaborazione partigiana; il Foreign Office (Eden) infatti non
era disponibile a prendere alcun impegno relativamente alla restituzione delle
colonie e alla integrità dei confini a fine guerra. Anzi, su questo ultimo
punto in particolare, il Foreign Office era pienamente consapevole, se non
condiscendente, che la resistenza Titina aveva messo gli occhi sull’Istria.
lunedì 21 giugno 2021
A.I. step up, ovvero il balzo verso la digitalizzazione vaccinocratica
Il solstizio è arrivato stanotte alle cinque e mezza. E con
l’arrivo dell’estate, prima che la testa si scaldi troppo, faccio il punto. Solo
appunti, niente paura.
1 - Il cammino vaccinocrate prosegue secondo programma. Il
dissenso è stato brillantemente domato grazie ad una potenza di fuoco mediatica
quasi surreale. Rimane qualche bolla significativa come il Brasile, che
peraltro non possiede il rapporto di forza paralizzante. Il vero scontro è
tenere a bada il trumpismo che, soprattutto per il potenziale che si annida nel
dissenso catto-quanista (da Q Anon), potrebbe essere la vera sabbia
nell’ingranaggio. Altre piccolezze come ad esempio le pisciatine fuori vaso di
Boris Johnson non sono preoccupanti e tutto lascia intendere che si possa
passare nella fase del dopo WEF con l’avvento dello scenario artificial-intelligente.
Il primo segnale critico in tal senso è venuto dallo
scenario geopolitico. Il falco-falcorum sionista è stato infatti accantonato
mentre monta l’arroccamento atlantista. L’Italia anche stavolta si accoda
supina al bardo statunitense e lo fa, ahimè, per bocca del pentastellare Di
Maio definitivamente circonciso (metafora esclusivamente politica) e definitivamente
assimilato. Tutto bene madama la marchesa.
2 - Draghi ha messo in riga Conte il quale con la
sua apertura alla Cina preoccupava i partners euro-atlantici, ma al tempo
stesso cerca di salvarlo dall’azzeramento elettorale. L’agonia eutanasica del
M5S infatti lascerebbe nell’incertezza alcuni milioni di voti populisti che in Europa
possono finire contro la UE. E, of course, se salta la UE Saltano gli accordi finanziari
globali sul fantastigliato debitorio… quindi è bene che alle prossime
amministrative un pentastelaio (pollaio cinque stelle) ridimensionato e
aggiustato persista. Allo scopo i giullari del mainstream televisivo (proprio gli
stessi che si sono sbracati negli scorsi anni a dilaniare Grillo e la Raggi)
ora ammorbidiscono i toni mentre lo stesso PD mette a sordina Gualtieri.
3 - Arrivano i
licenziamenti. Gli obiettivi di riduzione dei posti di lavoro da robotizzare pare
siano stati raggiunti. La campagna Covid ha macellato efficacemente le attività
commerciali cetomediane e anche l’industria è pronta. Lo dice il silenzio di
Stellantis. Ma, come sempre nelle trattative occulte, bisogna aggiustare i
conti della serva prima che venga mattina. Soprattutto occorre sincronizzare
Colao con Brunetta e Landini. Ben venga Re David che, salomonicamente, cerca di
mettere insieme il libro dei morti con il libro dei Re ottenendo almeno la
sicurezza massima per quelli che restano.
4 – Il trionfo di Zaia, vero vincitore della gara Covid, non
deve montare la testa dei veneti i quali è bene che continuino a “laorare e
tasare”. Non bisogna certo mettere in pericolo il 16/18 percento del PIL prossimo
venturo, altrimenti i buchi mostruosi dei bilanci comunali calabro-campani chi
li ripiana? E’ quello che sa bene Draghi: Macron e Merkel non stanno lì a
contare le cifre ma chiedono: il Veneto, la Lombardia e l’Emilia continuano a
pagare le tasse? AH SI? Bene, allora accettiamo il DPEF italiano. Il problema è
che in Olanda, In Danimarca e in Svezia i numeri li guardano davvero, per cui
assisteremo anche quest’anno alla solita pantomima euronordica.
5 – Valdagno ha chiuso la primavera, e con essa, pare, il
lockdown pandemico, ricordando Monsignor Sette in quella che è stata
finalmente, la prima riunione in presenza. Il sindaco e l’assessora hanno
ringraziato il Gruppo Storico valligiano per il lavoro di presentazione e un
sentimento di senile malinconia ha pervaso l’animo dei reduci di un’epoca totalmente
diversa dall’attuale; un’epoca in cui Marzotto proiettava la città nel gota
mediatico prima per i lussuosi Premi e poi per le sorprendenti lotte operaie da
costui benedette.
Nel sottostante storico cortile nel frattempo veniva allestita una mostra
dei progetti di rigenerazione dell’area “ex Lido” ovvero la parte operaia della
città sociale, dove sono nato e cresciuto. In tali disegni appare un’ottica di valorizzazione urbanistica
che mi auguro non diventi solo speculativa delle aree. In alcuni di quei
progetti il trampolino olimpionico viene salvato dalla cementificazione come
elemento arredante… Certo. E mi rendo conto che con esso, con quella piscina
ormai preistorica, se ne andranno anche i miei anni. Gli anni della generazione
che ha cambiato il mondo.
Primavera non bussa, lei entra sicura. (Fabrizio De Andrè)
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
mercoledì 16 giugno 2021
La diga sull'oceano, di Guerrieri
La DIGA SULL’OCEANO di Osvaldo Guerrieri, scrittore e
giornalista de La Stampa, è in libro uscito nel 2019 dalle edizioni Neri Pozza.
Ripercorre la vicenda di Herman Sörge, un eclettico architetto vissuto in
Germania nella prima metà del secolo scorso. Durante il periodo delle
Repubblica di Weimar costui lanciò il progetto di costruzione di un sistema di
dighe capace di isolare e lasciar prosciugare il mar Mediterraneo collegando
via terra l’Europa con l’Africa. L’idea riprendeva le informazioni
scientifiche, confermate all’epoca dai carotaggi, secondo le quali alla fine
della seconda era glaciale vi fu nel nostro pianeta un prosciugamento naturale
dell’area mediterranea.
Il beneficio derivante da tale opera sarebbe stato soprattutto
energetico perché le due dighe poste una a Gibilterra e l’altra ai Dardanelli sarebbero
state dotate di un gigantesco sistema di turbine per la produzione di energia
elettrica. Si sarebbero create inoltre vaste aree di territorio che avrebbe
potuto nel tempo essere destinato a coltura agricola. Il tutto in un secolo, un
secolo e mezzo. Sarebbe così nato un super-continente primeggiante sul pianeta.
Un’opera destinata a lasciare un segno indelebile nel destino dell’umanità.
All’inizio l’idea sedusse ed incuriosì vari ambienti sia
scientifici che politici dell’epoca, ma l’avvento del nazismo la boicottò e la
fece cadere. Tra gli interessati della prima ora vi era stato ad esempio Erich
Mendelssohn, architetto esponente del movimento sionista mondiale e amico di
Einstein. Costui sostenne le iniziative di diffusione dell’idea e contribuì ad
arricchire il progetto. Ma il progetto
violava la Convenzione di Motreaux firmata dalla Germania nel 1936 sulla
libertà di passaggio Bosforo/Dardaneli. Pertanto alla fine degli anni trenta
Hitler commissionò un cortometraggio propagandistico contro Atlantropa che ebbe
molta influenza negativa presso l’opinione pubblica tedesca.
Nel dopoguerra, secondo il racconto di GUERRIERI, gli
americani corteggiarono per un po’ Sörge nel tentativo di lanciare il progetto
all’ONU (in fase di costituzione) per il suo carattere unificante tra le
nazioni, ma poi l’avvento dell’energia nucleare lo rese inutile.
In realtà si trattava di un’opera di difficile realizzo. Avrebbe
richiesto di riversare in mare almeno due chilometri cubi di rocce e pietre
ricavate dai monti andalusi e la costruzione di uno zoccolo largo 2.5 km
solcato da autostrade e acquedotti tra la costa di Gibilterra e il Marocco. Il
progetto prevedeva sulla diga anche la presenza di una aeroporto, un parco
nazionale, turbine e cascate molto più grandi di quelle di Niagara. Inoltre il
terreno riemerso non sarebbe stato utile per l’agricoltura a causa della
elevata salinità, come dimostra oggi il prosciugamento di una parte del lago
d’Aral, considerato uno dei più grandi disastri ecologici degli ultimi 50 anni.
Nel dicembre del 1952 Sörge morì a causa di un incidente a
Monaco. Un’auto si scontrò con lui mentre andava in bicicletta. Non mancano
ancor oggi le ipotesi di omicidio mascherato. La sua eliminazione infatti ha
tolto di mezzo un argomento potentemente suggestivo in favore dell’energia
idroelettrica osteggiata dai poteri petroliferi.
Nel 1960 è stato chiuso l’Istituto Atlantropa spegnendo così
una grande suggestione scientifica e culturale del Novecento. Rimane un
Archivio presso il Deutches Museum di Monaco.
domenica 13 giugno 2021
Pentagon Papiers 1971
- 13 Giugno. Il NYT inizia la pubblicazione dei
Pentagon Papers. Si tratta di documenti riservati della ex segreteria di stato
Mc Namara dai quali risulta la piena consapevolezza fin dal 1966 da parte dei
vertici militari americani della impossibilità di vincere la guerra del Viet
Nam. Ciò vale anche per le operazioni in Cambogia e Laos tutte iniziate prima
di informare l’opinione pubblica. In pratica la consapevole prospettiva di
sconfitta era stata sistematicamente nascosta e negata dal governo americano
coprendola con la propaganda sulla difesa della democrazia. Dopo il 30 giugno
la pubblicazione continuerà sul Washington Post. Il Presidente Nixon reagirà
attaccando e reprimendo la libertà di stampa. Oggi la vicenda è stata resa nota
col film del 2017 diretto da Steven Spielberg.
martedì 1 giugno 2021
L' esorcista cinquant'anni fa
Nel mese di Giugno del 1971 esce la prima edizione omnibus
de L’esorcista, di William Peter Blatty. E’ uno dei best seller storici. Era
già uscito a New York all’inizio dell’anno e diventerà il successo mondiale
dell’anno con una vendita di 11 Milioni di copie. La traduzione italiana, molto
efficace, per i tipi della Mondadori è di Maria Basaglia, una attrice poliedrica
del ventennio che si era giocata la carriera con la sua partecipazione alla
Rsi. Ma le basta questa traduzione in età avanzata per riscattarsi.
Ma in Italia non sarà il libro ad avere successo bensì il
cinema di William Friedkind che uscirà nel 1973. Il successo del film è mondiale
e duraturo; campione mondiale dell’anno al box office, due Oscar e quattro Golden
Globe, ancora nel 2010, dopo un rinnovato successo nelle sale, verrà scelto per
la conservazione nel National Film Registry. Oltre al successo di cassetta, di
pubblico e di critica (anche se con qualche leggera accusa di banalizzazione
del romanzo) il film avrà una forte influenza sugli sviluppi successivi del
genere horror.
E’ opportuno notare che il successo del film va ascritto
anche a scelte artistiche precipue, ma sicuramente è la storia ad agire da
principale fattore di successo. Essa infatti contiene un potente sistema di
inquietudini simboliche capaci di parlare al profondo della generazione
sessantottina e sa penetrare il gusto dello spettatore/lettore.
Siamo quindi difronte ad un binomio felice romanzo/film dove
ciascuna delle due opere arricchisce l’altra dal punto di vista artistico e qualitativo.
La storia è ambientata a Georgetown, un dipartimento della
città di Washington, dove la figlia dodicenne di un’attrice divorziata viene
posseduta dal demonio. Il giovane gesuita padre Karras con l’anziano prete Lankester
MERRIN, l’esorcista appunto, cercano di salvarla. Ma la lotta è lunga,
terribile e pur rivelando un successo finale sul piano spirituale, lascia sul
campo le vittime delle sconfitte umane.
Essa, la storia, viene concepita dalla psicologia
travagliata del quarantaduenne autore di sceneggiature W.P. Blatty nel luglio
del 1969 quando, affittata una capanna di tronchi d’albero sul lago Tahoc egli
inizia a scrivere il libro. Egli, cattolico di famiglia libanese immigrata, è in
crisi con la seconda moglie ed è reduce dal dramma relativo alla morte della
madre da lui medesimo abbandonata in una casa di riposo.
E’ questo suo rapporto auto-colpevolizzante con la madre che
lo spinge verso idee spiritistiche anche sotto l’influenza del libro “The Other
Side” del vescovo anglicano James Pike. Un’altra fonte di ispirazione è la
storia vera di Roland Doe, sedicenne posseduto nel Maryland nel 1949. Questa
storia verrà molto scandagliata nei decenni successivi mostrando l’origine
delle idee di fondo sul comportamento del posseduto; ovvero la parte più
sconvolgente dell’intera narrazione.
Blatty finisce il lavoro manoscritto nel Giugno del 1970
servendosi di appunti disordinati, ma nella seconda parte dell’anno si riconcilia
con la moglie e assieme a costei rivede il romanzo portando a termine la
stesura del dattiloscritto. Dopo i primi mesi di successo, che fu immediato,
del libro Blatty negozia il contratto relativo alla sceneggiatura del film e
con Billy Friedkind si recano a Washington per la selezione degli esterni. E’
lì che evidentemente viene individuata la casa e la famosissima scalinata di M Steet.
Blatty ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura, che si
distacca dal romanzo laddove inserisce il dramma del rapporto madre/figlio che
perseguita padre Karras. Un dramma che nel libro non c’è. Il punto di forza
però della storia rimane il comportamento del soggetto indemoniato ovvero la
ragazzina Reagan che nonostante il pauroso aspetto demoniaco, indovinatissimo
negli effetti speciali del film, cattura il pubblico e lo porta dalla sua parte.
All’uscita del film infatti fummo tutti convinti che Reagan era una vittima
innocente salvata eroicamente da un religioso eroe.
Come ho già scritto in un post precedente, in occasione
della sua morte avvenuta a Gennaio 2017, Blatty col suo libro e con il film del
quale fu sceneggiatore, fu di fatto la risposta cattolica alla secolarizzazione
sessantottina: non siamo completamente padroni di noi stessi, il Male può
catturarci e distruggerci. Ma la Chiesa conosce l’arma che vince il Male. Gesù
ha dato ai cristiani l’arma dell’esorcismo, che può essere usata solo dalla
Chiesa: la nostra coscienza da sola non è tutto.
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http://omniavulnerant.over-blog.it/2019/10/le-verita-nascoste-di-mieli.html
giovedì 6 maggio 2021
Milena Sutter, 1971
domenica 2 maggio 2021
Third Phase running
Oggi, la domenica susseguente al Primo Maggio Festa del lavoro, i giornali non escono e il mainstream è silente. Si può dunque approfittare per cogliere un petalo di libertà di pensiero ed osservare lo scatto pseudo ottimistico che ci viene proposto in questi giorni. A che punto siamo nella transizione?
Raggiunti gli obiettivi di distruzione del vecchio modello produttivo occorre ora uno scatto verso l’upgrading vaccinocrate. Ciò permetterà di presentarsi ai tavoli della distribuzione con le borse sufficientemente vuote.
E’ aperto il dibattito sull’abbandono delle mascherine.
Attualmente sono in vigore le raccomandazioni ISS che prevedono la necessità di
portarle ANCHE SE VACCINATI. Si tratta ovviamente di una sciocchezza scientifica
perché le trame del tessuto di queste mascherine sono così larghe da far
passare qualsiasi virus. Ma è l’effetto psicologico che conta: finché ci
sono le mascherine c’è la pandemia percepita e con essa l’emergenza. L’importante
è arrivare al balancing step del WEF.
Dopo si potrà uscire.
In ogni caso per i paesi NATO fa scuola Israele che, raggiunto
il 60% di immunizzati, ha liberalizzato. Attenti però all’euforia del liberi
tutti perché abbiamo visto 45 morti schiacciati dalla folla per una
manifestazione religiosa massiva. Israele docet. (Israele non fa parte della alleanza militare nè del mercato comune, ma i suoi servizi segreti e il suo soft power sì).
Cinquantamila aziende e un milione di addetti sono senza lavoro
ma non è detto che bastino al WEF. In ogni caso, siano sufficienti o meno, il successivo
step sarà in autunno quando l’Italia di Draghi potrà prendere il premio “primo
della classe” con solenne celebrazione al G20 del nuovo rinascimento.
Nel frattempo forse si potrebbero anche riaprire le scuole
in Luglio e Agosto per tenere in casa le famiglie ed evitare il sovraffollamento
delle spiagge.
Ci saranno i tamponi per l’autodiagnosi massiva. Ma la vera
partita sono gli effetti collaterali sulla nuova generazione e mano a mano che
si riduce la massa di non vaccinati aumenta la concentrazione di no vax e negazionisti.
Occorre pertanto accelerare la riconversione degli apparati verso il modello
orwelliano di Though Police. Ogni resistenza al cambiamento degli apparati
polizieschi va rimossa e per questo è iniziato lo stillicidio di notizie sulla
polizia inadeguata. Israele, dove la polizia viene accusata dai corrispondenti
di essere responsabile di quanto è accaduto per aver messo le transenne, docet.
I comandi dei Carabinieri sono riservatamente mobilitati per
criminalizzare (far passare per terroristi) le dissidenze in modo da stanare ogni
opposizione antivax. Occorrerà infatti spostare la battaglia dall’ambito
virtuale a quello dell’Ordine Pubblico. La polizia postale monitora i
complottisti e l’OVRA (Organizzazione Vaccinista per la Repressione Antivax) organizza
le provocazioni. Quando il dissenso sarà sradicato la polizia verrà disarmata. Il
modello orwelliano di comunicazione sta sostituendo il manganello in favore
dell’orwelliana Though Police. Tutto ok.
Con la benedizione della Chiesa bergoliana questa
transizione (verso la fase due del Great Reset) verrà chiamata, come previsto, “New
Normal” e sarà presentata come ritorno graduale alla normalità. Ma si tratterà
di un processo accompagnato da terapie collettive. L’inseminazione ansiogena
del decennio precedente e il picco pandemico avranno spianato la strada per l’ubriacatura
ansiolitica e l’orgasmo di Big Pharma.
[Sui vaccini a vettore virale (Mod. RNA) prosegue la
sperimentazione di massa. L’esercito internazionale di giovani biologhe è chiamato
ad intensificare gli sforzi per individuare i rischi di effetti collaterali sul
lungo periodo e sulla trasmissione genetica nonché produrre i tamponi fai da te.
Occorre raccogliere “as soon as possible” montagne e montagne di dati per
alimentare i database dell’AI (INTELIGENZA ARTIFICIALE).
Chi guiderà il passaggio (o meglio il ritorno) della vita su
Marte?
Su questo continua il silenzio assoluto
Mejo un campari che un gato dispari ...
(Battuta antivicentina degli studenti padovani al Caffè Pedrocchi)
venerdì 23 aprile 2021
Trump, John George
John George Trump è nato A New
York il 21 Agosto del 1907 ed è morto il 21 Febbraio 1985. Fu professore al MIT
dal 1936 al 1973. Egli non seguì la carriera di imprenditorialità edilizia del
fratello e della sorella, preferì lo studio teorico dell’ingegneria e della
fisica laureandosi prima a new York e prendendo il dottorato presso il MIT nel
1933. Durante WW2 egli ebbe la possibilità di partecipare allo sviluppo di
tecnologie segrete lavorando presso la Radar Division, il cui chairman era il
presidente del MIT, e divenendo nel 1942 segretario del Comitato per le
Microonde. Ciò gli permise di collaborare con il Britain's Telecommunications
Research Establishment.
Egli però è balzato alle cronache
odierne che hanno visto suo nipote Donald Trump divenire Presidente degli USA,
per la sua relazione con le ricerche di Tesla. Alla morte di quest’ultimo
infatti, morte che avvenne a New York nel Gennaio del 1943, i progetti e gli
appunti vennero messi in custodia e vennero affidati proprio a Trump, che a
questo punto ne aveva le competenze, il compito di analizzarli e studiarli.
Nel 1952 gli eredi Tesla (la
nipote) ottennero il diritto di rientrare in possesso delle proprietà del nonno
e sessanta bauli vennero a più riprese inviati a Belgrado assieme alla ceneri
che dal 1957 sono riposte in un mausoleo dedicato alla memoria dello
scienziato. Ciò fu reso possibile anche dal fatto che John George Trump aveva
dichiarato i materiali scientifici di Tesla da lui esaminati non pericolosi per
la sicurezza nazionale anche qualora fossero finiti in mani nemiche.
Nel corso del 2019 in una delle
tante polemiche contro Donald Trump molti giornali americani veicolarono la
tesi che il Presidente fosse affetto da seri disturbi mentali e che i suoi
tweet in particolare esprimessero un patologico desiderio di crudeltà e
vendetta. Ebbene in quel frangente Donald Trump fece una dichiarazione secondo
la quale egli si sarebbe fatto costruire “la più potente arma di distruzione
mai posseduta da essere umano”. Potrebbe essere una tipica provocazione
egocentrica oppure una preoccupante esternazione di portata geopolitica. Sta di
fatto che le paure dell’opinione pubblica americana sono state in tale periodo
alimentate da ipotesi giornalistiche secondo le quali Donald potrebbe essere
stato in possesso di informazioni scientifiche segrete sugli studi di Tesla
passategli da suo zio. Tali informazioni potrebbero quindi essere state
sviluppate in una speciale arma segreta oggi in possesso del Pentagono.
Esiste quindi una tesi
complottista sulle armi segrete Tesla-Trump. Essa in sintesi narra che non
tutti i bauli contenenti l’eredità di Nikola Tesla sarebbero stati inviati a
Belgrado negli anni cinquanta, ma una ventina di essi, contenente importanti
tesi energetiche, sarebbero rimasti a disposizione della FBI fino al 1966 quando
il Presidente Lyndon Johnson dispose lo scioglimento dell’ufficio (come quello
dei mitici X-Files) che li conservava. Allora essi sarebbero tornati a
disposizione del loro esaminatore al MIT. In effetti all’epoca si era parlato,
senza suscitare particolare interesse, di un esperimento chiamato NICK PROJET
per valutare la realizzabilità delle invenzioni Tesla. Sta di fatto che nella
documentazione e la letteratura scientifica oggi disponibile sui materiali
Tesla sembra vi siano dei riferimenti scritti dallo scienziato stesso a
progetti di cui non si trova traccia né negli USA né nella ex Jugoslavia.
Si tratterebbe di “energia
libera” e del famoso “raggio della morte” reso famoso dai fumetti americani. In
pratica armi in grado di abbattere e/o distruggere aerei in volo senza lasciare
tracce. Accidenti.
In ogni caso è utile sapere che
nel corso del 2020 anche sulle riviste italiane è apparsa più volte la notizia
che la startup neozelandese EMROD ha realizzato il prototipo per la
trasmissione elettrica wireless cosa che permetterebbe l’elettricità senza fili
e l’auto senza batterie. Ebbene il campo privilegiato dalle storiche
sperimentazioni di Nicola Tesla era proprio la trasmissione di energia senza
bisogno di cavi. Tra gli esempi che girano c’è quello della torre Khalifa, un
noto grattacielo di Dubai che permetterebbe di posizionare un ripetitore a 828
metri di altezza, permettendo così la trasmissione wifi della corrente
elettrica a distanze di 102 Km. Perbacco.
Il rapimento della figlioccia di John Lennon
Il 23 Aprile del 1971, mentre a Valdagno si contano gli incarcerati a Padova per l'abbattimento della statua di Marzotto, John Winston Ono Lennon e Yoko Ono vengono coinvolti nella vicenda nota come Rapimento di Kyoko.
Si tratta di Kyoco Chan Cox figlia di primo letto di Yoko Ono.
Albert Goldman nella sua ostile biografia su John Lennon racconta a pg 392 e segg che l’ex marito di Yoko con la sua nuova moglie Melinda Kendall ottennero l’affidamento della figlia Kyoco Chan Cox. Costei era tenuta nascosta a Maiorca presso il Maharishi Yogi quando i Lennon la presero arbitrariamente in custodia correndo il rischio di essere accusati di rapimento.
In effetti la polizia di Palma de Maiorca li bloccò per dodici giorni con tanto di sequestro del passaporto.
Fu il manager Allen Klein a negoziare la
soluzione: gli affidatari se ne andarono dall’isola in cambio di soldi in nero.
Tornato a Londra John compose Imagine aggiungendo… all the people living life in peace).
domenica 18 aprile 2021
il diciannove aprile di Valdagno
Il 19 Aprile del 1968 alla sera, dopo una giornata di manifestazione sindacale con sciopero e presidio delle portinerie, il monumento a Gaetano Marzotto senior è stato abbattuto tra le 20 e 45 e le 21.
Una corretta ricostruzione storiografica della giornata del
19 Aprile 1968 non può che passare attraverso l’esame di alcuni documenti. In primis
il documento il rapporto del Commissario alla Pubblica Sicurezza. SI tratta del
DOCUMENTO ALLEGATO alla denuncia per reati commessi da 42 persone in stato di
arresto con altre cinque a piede libero.
I responsabili delle forze dell’ordine in quella giornata
furono il vice questore dr. Vincenzo Patania e il comandante della tenenza dei
carabinieri ANDREA FOTI.
Cronaca:
Venerdì 19 Aprile 1968. Stabilimento Marzotto Valdagno
(largo Margherita 1)
ore 5,00 – un plotone di carabinieri prende posizione sugli
scalini della portineria e con dei cordoncini viene allestito un passaggio che
ha lo scopo di garantire la libertà di ingresso a funzionari, impiegati e
dirigenti durante il previsto sciopero. Dieci giorni prima in un analogo
sciopero gruppi di impiegati erano andati al lavoro e gli operai organizzatori
avevano annunciato pubblicamente che non avrebbero più consentito l’ingresso
allo stabilimento a nessuno.
ore 6,00 gli operai che escono dal turno di notte si fermano
sulla scalinata per costituire il picchetto di sciopero sindacale.
Ore 7,00 si crea un sempre maggiore assembramento su tutta
la scalinata e progressivamente sul piazzale. Il tenente Foti ordina
ripetutamente lo sgombero della scalinata ma non viene ascoltato e quando i carabinieri
cominciano a spingere fisicamente alcune persone iniziano i primi tafferugli
con urla ed insulti. Il rapporto riferisce del primo ferimento di un
carabiniere da parte di una donna che lo colpisce con la borsa. I carabinieri
sono totalmente accerchiati e di fatto immobilizzati da una folla che supera
già il migliaio di persone. Le scalinate sono irraggiungibili a chiunque si unisca
all’assembramento.
Ore 8 - 8,30 arrivano
progressivamente frotte di giovani delle scuole medie superiori in solidarietà.
La folla li applaude e li lascia passare su piazzale. Fonti sindacali parlano
di trecento studenti. Il rapporto di polizia dice che essi siano stati
fomentati a partecipare allo sciopero davanti ai cancelli delle scuole da
soggetti “estranei a Valdagno”.
Ore 8.30 – 9 arrivano funzionari di polizia che però non
sono messi in grado di raggiungere i carabinieri intrappolati. Si riaccendono i
tafferugli sulla scalinata, alcuni dimostranti aggrediscono e picchiano con
calci e pugni il tenente Foti. A questo unto i cordoncini dell’inutile
passaggio lungo la scalinata sono spariti.
Ore 9 – 9.30 arrivano altre forze di polizia. I funzionari
di polizia ordinano la prima carica. E’ in questo momento che la massa operaia,
composta da migliaia di valdagnesi reagisce inaspettatamente contro le forze di
polizia. Ogni ordine di assembramento viene disatteso con fermezza e la carica
non sortisce effetto.
L’assembramento rimane per tutta la mattinata con una lenta
diminuzione che però si ricostituisce tra le ore 13 -13,30 in vista del secondo
turno di lavoro.
Ore 14.30 un assembramento di oltre 500 persone presidia
ancora la portineria, i carabinieri mettono in atto una “manovra di alleggerimento del servizio” ma “un gruppo di facinorosi” li assale “alle spalle” con violenza. Seconda carica di polizia.
L’obiettivo dichiarato dal vice questore Patania è quello di
“strappare dalle mani dei violenti alcuni
militi” e il rapporto afferma che “i
funzionari riconoscono con certezza alcuni studenti di sociologia di Trento e
alcuni iscritti al PSIUP DI VICENZA”.
Vi sono qui i primi due fermi che riguardano Savi Luciano e
Massignani Guido i quali non sono né studenti né militanti del Psiup. L’accusa
è quella di “oltraggio e violenza alla
forza pubblica”.
Questa notizia re-innesca un terzo progressivo assembramento
di valdagnesi davanti alla fabbrica con una dimensione ancora più grande della
mattinata, che raggiunge l’ordine delle migliaia alle ore 17. A costoro si aggiungono
vari rappresentanti del Consiglio Comunale ed esponenti del commercio e delle
botteghe del centro. Intervengono il vice sindaco Visonà e il Professor Sergio
Perin. Il loro discorso sulla scalinata contiene anche accenni di rimostranza
verso le forze dell’ordine. Ma soprattutto contiene l’impegno a coinvolgere il
Comune nella trattativa per comporre la vertenza e richiede il rilascio dei due
fermati.
Il professor Perin e il Commissario di Pubblica Sicurezza
con la confusa presenza di sindacalisti intavolano una trattativa nei locali
della portineria per il rilascio dei fermati e lo sfollamento della piazza. Ma
l’assembramento, lanciato con il passa parola, non si scioglie.
ORE 19 Il sindacalista della UIL Manfron e Sergio Perin riprendono
la parola dalla scalinata e annunciano la definitiva conclusione della giornata
di lotta invitando i cittadini e i lavoratori a tornare a casa. I due fermati,
essi affermano, sono stati rilasciati.
C’è un leggero sfollamento ma molti rimangono. La questura
parla di seicento persone che lanciano “grida
di sedizione” contro le forze dell’ordine.
Tra le 19 e le 19,30 avviene il secondo salto di violenza
della giornata perché parte una fitta sassaiola che si abbatte anche sulle
finestre della sala mensa. La situazione si rivela non più governabile e il vice
questore Vincenzo Patania ordina la terza carica che questa volta è molto
pesante con rinforzi della Celere giunti da Padova, l’uso del gas lacrimogeno e
il sopraggiungere dell’oscurità.
Lungo le vie d’accesso iniziano i caroselli dei carabinieri
con pestaggi e fermi. Vengono divelti pezzi di travertino dal ponte degli
operai, la villa di Paolo Marzotto, oggi sede del centro Villa Serena, viene
fatta oggetto di incursioni nel giardino. Altri atti di violenza vengono
segnalati nelle ville dei dirigenti. Vi
sono anche accensioni di falò, uno dei quali davanti al cancello della villa di
Gaetano jr oggi sede del Centro Anziani Villa Margherita. Fino a notte
inoltrata continuano le violenze e gli arresti arbitrari in varie parti della
città e saranno soprattutto queste a colpire la stampa locale e nazionale dei
giorni successivi.
Ma per descrivere questa parte della giornata, la più
scomposta e violenta la cosa migliore è ricorrese alla descrizione che ne fece
il professor Giuliano Zoso, poi onorevole. Costui scrisse al ministro degli
Interni quanto segue:
“ In merito ai gravi incidenti avvenuti a Valdagno, venerdì
19 Aprile 1968, in occasione dello sciopero dei dipendenti della Marzotto … si
richiama l’attenzione sua, Signor Ministro, … sul comportamento delle forze
dell’ordine in occasione dei sottoindicati eventi:
a)
tra le 19,45
e le 21.00 circa, una ventina di dimostranti infrangevano i vetri della mensa
aziendale;
b)
tra le 20,45 e le 21,00, a meno di un kilometro
di distanza veniva abbattuto il monumento a G. Marzotto;
c)
tra le 22 e le 23 venivano compiuto atti
vandalici contro il Magazzino della Lana, il Jolly Pasubio e il Ponte del
Tessitore. Testimoni oculari hanno dichiarato che si trattò sempre di piccoli
gruppi, che potevano facilmente essere dispersi.
Le forze dell’ordine, invece, rimasero arroccate dentro allo
stabilimento e in caserma, mentre sarebbero state in numero sufficiente per
un’azione dimostrativa in grado di sedare sul nascere ogni tumulto.
Tenendo presente che i primi scontri della sera cominciarono
verso le ore 19,00 e che la polizia agì su larga scala solo dopo le 23.00
risulta che Valdagno rimase senza adeguata protezione per più di quattro ore.
Nel frattempo carabinieri e polizia difesero esclusivamente
la Portineria del Lanificio e la Caserma, nei pressi della quale i carabinieri
operarono alcuni fermi di giovani tra i 14 e i 21 anni, verso le ore 19, tre di
questi venivano picchiati e malmenati prima che fossero loro richieste le
rispettive generalità. Solo in un secondo tempo furono rilasciati perché
manifestamente estranei agli incidenti. I rastrellamenti cominciarono dopo le
ore 23. Tale ritardo implicò l’arresto indiscriminato di persone che a
quell’ora erano casualmente per strada.
Questo spiega perché sono state fermate, tradotte in
prigione e denunciate persone che non avevano partecipato agli atti commessi in
precedenza. […]”
Il testo prosegue poi evidenziando un giudizio di “manifesta
disorganizzazione” ed incapacità dei carabinieri dal quale egli, a nome del
Movimento Giovanile D.C. trae “motivo di
gravi perplessità sul modo con cui viene impiegata la forza pubblica.”
Ma l’affermazione più significativa viene fatta nel
capoverso successivo laddove egli scrive:
” Infatti, al di là
dell’iniziale manifesta disorganizzazione, e pur tenendo conto dell’attiva
presenza di alcuni elementi estranei all’ambiente tesi a strumentalizzare in
senso eversivo una vertenza strettamente sindacale, si fa strada e prende corpo
il dubbio che polizia e carabinieri siano al servizio più dei privati che della
comunità …”.
E conclude con una serie di considerazioni finali a supporto
della richiesta che siano prese “adeguate
e severe misure affinché simili azioni non abbiano a ripetersi.”
La lettera porta la data del 27 Aprile 1968. I privati qui
citati non possono essere altri che i Marzotto e i loro dirigenti.
La stampa dei giorni successivi e i Marzotto si accaniranno
sul concetto delle ingerenze estranee ma se anche ciò fosse stato come risultato
di azioni e provocazioni infiltrate dalla polizia ciò riguarderebbe i
vandalismi dell’ultima parte della giornata. Tutto ciò che è avvenuto nella
giornata, compreso l’abbattimento della statua di Gaetano Marzotto sr lo hanno
fatto i valligiani.
martedì 16 marzo 2021
Caro Aldo Moro stai sereno
[16 Marzo 2021]
Nel 43 esimo da Via Fani emerge qualche
timido cenno di verità. Non ho capito perché l’anno scorso quando era già tutto
pronto con la relazione Fioroni dell’ultima commissione Moro, non se ne è
parlato. Forse il mainstream non era pronto e si reso necessario il lavoro di
più di un anno per preparare la nuova strategia di narrazione.
C’è anche da dire che la
Commissione Fioroni era stata composta nella legislatura precedente e i nuovi
parlamentari dovevano studiare gli atti, sta di fatto che sono passati in tutto
due anni nel silenzio totale sulla verità già disponibile negli atti pubblici.
A stare zitto è stato il mainstream. E vedremo come si evolverà la cosa nei
prossimi cinquanta giorni.
Le novità vengono centellinate. La
principale che oggi mi è passata sotto gli occhi è quella di Rai Storia nella
rubrica IL GIORNO E LA STORIA dove il commento è stato affidato al direttore
della Gazzetta del Mezzogiorno. Ebbene costui ha detto con chiarezza che i
brigatisti quella mattina non erano soli ma c’era un gran crocevia di servizi segreti
da tutto il mondo. Egli nomina americani, sovietici Israele e OLP e commenta
che le grandi potenze temevano che la politica di Moro potesse destabilizzare
gli equilibri occidentali ed orientali. Moro infatti lavorava per un compimento
totale del sistema democratico in Italia con l’alternanza tra maggioranza e
opposizione aperta anche ai comunisti.
Ma oltre a questo il commento del
direttore della Gazzetta del Mezzogiorno risulta sorprendente perché accenna al
fatto che Moro, dopo 55 gg terribili, sarebbe stato ucciso da un killer della ‘ndrangheta
che era già presente a via Fani.
Ciò significherebbe che non sono
state le Brigate Rosse ad uccidere Moro e questa sarebbe la affermazione più
difficile da accettare dalla opinione pubblica e comporterebbe una smentita
difficilmente sostenibile della narrazione ufficiale concordata tra Cossiga e
Morucci.
Quest’ultima parte non viene
accennata dal Fatto Quotidiano. Esso, con un articolo di tale Gianluca
Cicinelli, una firma che non avevo mai visto prima, a pagina 17 incentra le
novità sulla sparatoria, parlando esplicitamente di “depistaggio di Stato” e
manipolazioni delle perizie che verrebbero dimostrati ed acquisiti nella
relazione Fioroni. Quel giorno a Via Fani si sparò anche dal lato destro della
strada e con una perizia incompatibile con il livello di preparazione militare di
Bonisoli & C. Il punto è che pertanto anche la scorta, i poliziotti e gli
uomini dello Stato, non sarebbero stati uccisi dalle Br, e la roro eliminazione
avrebbe fatto parte di una pianificazione con copertura dei nostri servizi.
Non sono state le Brigate Rosse,
che però se ne sono assunte la responsabilità politica, ma è stato lo Stato Italiano
soggiogato da poteri extra nazionali, ad eliminare Moro. E’ una verità
difficile da dire ufficialmente; soprattutto da parte di giornalisti che sui
precedenti 43 anni di balle hanno costruito la propria carriera.
domenica 14 marzo 2021
Dall’ALASCA a MADAME, strage di buon senso.
Anche questa settimana avvalendomi
del diritto alla libertà di pensiero leggo i giornali ed esprimo le mie
opinioni.
Ebbene noto che il NYT titola
sulla lotta al Covid in Alasca e dedica un articolo ad Elon Musk osannato in
Cina sui social mentre Il Giornale di Vicenza assomiglia sempre più ad un
bollettino sanitario vaccinista innamorato di Big Pharma.
1 - Il governo federale USA non
si lascia spaventare dai costi della campagna di vaccinazione in Alasca.
Raggiunge i più sparuti centri e vaccina in casa. E’ un colpo di reni per prevenire
un blocco totale ancor più drammatico: “a
blacklash to battling a lockdown”. Chi più vaccina più conta e le multinazionali
tengono d’occhio i vari governi.
Sulla Cina l’articolo di Raymond Zhong
sfarfalleggia tra i commenti favorevoli che la rete cinese concede ai fans di
Elon Musk per i suoi lanci Space X verso Marte e per il suo endorsement alle
azioni GameStop (che avevano scosso a sorpresa i mercati finanziari). Tra una
riga e l’altra si chiarisce che a Shanghai nel 2019 ha preso avvio l’attività
di una gigantesca fabbrica di automobili futuristiche Tesla. Ma il regime
politico cinese mantiene le riserve verso il Tycoon; lo considera troppo
spregiudicato e poco attento ai lavoratori. Ieri la crescita di prestigio di
Mask veniva presentata come un successo che veniva ostacolato da Trump, oggi come
un successo che viene ostacolato dal regime comunista.
Il problema vero è che Musk si
muove al di fuori dei diktat dell’establshment e ciò dà fastidio ai giornali di
regime.
2 – Il Sole24Ore presenta, tra
altre finezze, un’intervista a Pasquale Frega, Ceo di Novartis Italia, nella
quale vengono pompate le scelte comunicative della multinazionale farmaceutica.
Essa inaugura una comunicazione diretta con le famiglie italiane con l’obiettivo
di migliorare la percezione verso la ricerca e i vaccini. Lo fa ricorrendo a
filmati con contenuti tipicamente social e fa finta di essere motivata da un’etica
che persegue obiettivi di miglioramento culturale degli italiani.
Ovviamente si tratta solamente
delle solite balle del marketing farmaceutico. Un marketing sempre più invasivo
che da decenni è orientato alla produzione di farmaci per persone sane (Viagra,
Ritalin, vaccini ecc.) perché le persone malate sono un mercato troppo
ristretto. Perciò si aumenta la quota di investimenti dedicati alla produzione
di contenuti narrativi anziché alla ricerca di maggior sicurezza del farmaco.
3 - Valdagno ha meno di 26 mila abitanti a fronte
di Arzignano che segna quota 25.173, Siamo alle soglie del sorpasso e il nuovo
direttore dell’azienda sanitaria sembra averlo molto chiaro. Anche i precedenti
non erano male da questo punto di vista, ma almeno tentavano una vaccinazione
più vicina alla gente. Questo se potesse ci farebbe vaccinare a Mestre. Magari
con una legge d’obbligo vaccinale sostenuta da Confindustria e Sindacatì.
Il problema è che il centro
politico si sposta sempre più dall’asse pedemontano alla pianura perché lì c’è
più spazio per i capannoni. A ciò consegue che la salute dei cittadini diventa
sempre più una funzione di business annebbiata dai calcoli elettorali dei
politicanti. Una conferenza stampa di Zaia conta molto di più di ogni ricerca epidemiologica
e una ministra di Trissino fa primavera molto di più di ogni rondine. Sono i
media, bellezza!
4 – Il festival di Sanremo ha
definitivamente perduto ogni qualità musicale e vive di sparate mediatiche. Tra
queste il tentativo di lanciare MADAME, una ragazzina di Creazzo che non esita
ad usare frasi come questa nelle interviste ai quotidiani nazional:” Tutti i giorni sentiamo maschi che parlano e
cantano di cazzo e figa, solo loro possono?”. (Intervista di Stefano
Mannucci sul Fatto Quotidiano di Giovedì 11 Marzo. Pagina 22) Costei viene
presentata come una rivelazione “bisessuale” del Festival, cioè una che sa
cantare. Ma attenzione: per non rovinarsi la piazza vicentina, notoriamente leghista,
vien precisato che lei non fa parte della comunità Lgbt. Se la Terra fosse
piatta si potrebbe almeno buttarla giù. Ma accidenti, è rotonda e dobbiamo tenercela…
Solo Dio può scegliere a caso.
Arthur BLOCH,
La Legge di Murphy
venerdì 12 marzo 2021
Pensierini del week end
I padroni del mainstream che ci
hanno rifilato la campagna di Me Too e ora quella di HARRY/MEG invocano il
cambio di passo. E’ una parola d’ordine per iniziati per riassestare i rapporti
finanziari tra NASDAC (neocapitalisti Techno) e Wall Street (tradizionali) in
vista del cambio di fase.
La Covid19 (nome della campagna mediatica che
accompagna la omonima simulazione pandemica), che seguiva Me Too, che a sua
volta seguiva quella di Greta Tumberg, ci ha dimostrato l’enorme potenza di
fuoco del Global Mainstream mostrandoci un mondo intero che ripete
papagallescamente gli stessi messaggi per un anno intero senza verifiche, senza
approfondimenti e anzi, con bullismo mediatico contro le inchieste
indipendenti. Significa che l’oligarchia mediatica che domina la comunicazione
ansiogena vuole consolidare il controllo della fase entrante ma evidentemente
non si sente ancora totalmente sicura. Intanto però l'Italia san-marian-lettiana, per non sentirsi fuori passo, mette in campo una ulteriore clausura e ci riempie di zone rosse.
Gli Stati sono alle schermaglie
finali per il raggiungimento degli obiettivi WEF: i posti di lavoro distrutti
finora sono ancora insufficienti, in particolare l’Europa deve mettere sul
piatto qualche ulteriore decina di migliaia di disoccupati, ma tocca
soprattutto ai paesi nordici che hanno fatto poco nel 2020. E vorrebbero in
cambio un maggiore taglio del debito da parte del sud Europa.
Campagna Harry/Meg
Un’intervista top gossip
americana (Ophra Winfrey) ha rilanciato il tema che possa esistere all’interno
della Royal FAMILY una dialettica razzista. Una migliore integrazione dei neri
nell’elite costituisce un obiettivo di medio termine e la campagna George Floyd
ristagna. Occorre sciogliere le resistenze al cambiamento che caratterizzano la
diplomazia segreta di Buckingham Palace e aprire la strada ad una discendenza
multietnica nella Royal Family. Diana era stata eliminata perché incinta di un
potenziale discendente musulmano incompatibile con le regole segrete del
lignaggio reale britannico e la sua eliminazione aveva permesso di rimandare il
problema per un paio di decenni, quelli appunto della globalizzazione con l’ascesa
del ceto neocapitalista techno e il New Normal incalza. Ma ora non c’è più
tempo; lo scettro dovrà cambiare a breve (statisticamente parlando) e il trono
passerà a Charles con la conseguente linea dinastica. Pertanto se ci sono
ancora battaglie dinastico/familiari da chiudere questo è il momento e Harry,
che ha dimostrato disponibilità a staccarsi dalla gabbia del gioco dinastico e
vive in California, deve pur lavorare per mantenere la famiglia e perciò si
presta a fare da testimonial. Lo schema è un po’ questo: lui conferma la
propria esclusione dal gioco dinastico in cambio di un cambiamento delle regole
di palazzo che non escludano potenziali eredi di colore. Sua moglie possiede un
genoma, diciamo così, multietnico e quello (o quella) che è in grembo potrebbe
essere l’occasione per realizzare l’innovazione. Perciò nell’intervista Meghan
si lascia (di proposito) sfuggire affermazioni del tipo: “Il primo membro di
colore in questa famiglia deve avere gli stessi diritti che spettano agli altri
nipoti” e parte la campagna antirazzista.
L’antirazzismo, come anche l’anti
sessismo (discriminazioni di genere) e l’anti omofobia sono le condizioni per l’ingresso
nel New Normal e il vecchio continente delle monarchie deve darsi una mossa.
Anche questi nuovi valori devono entrare nel pensiero unico del terzo millennio.
Quello dello Stakeholder Capitalism e della Telemedicina vaccinocratica. Non si
può scherzare; si tratta di un processo che deve portare all’assunzione
irreversibile da parte dell’élite del completo potere morale sul popolo bue.
Belloni lascia Meloni
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