venerdì 28 agosto 2020

Estate 1970: Agostino 'o pazzo.





Il 28 Agosto 1970 Antonio Mellino, diciassettenne di Spaccanapoli, viene fermato dopo quattro nottate caratterizzate da bravate motociclistiche. 

Ci sono volute più di mille persone tra carabinieri e polizia per riuscirci, la sua abilità di motociclista gli aveva infatti procurato il soprannome di Agostino ‘o pazzo con riferimento al campione Giacomo Agostini. 

Ma era anche un bravo meccanico perché la sua moto, una Gilera 150 cinque marce era stata da lui medesimo modificata. 

Venne condannato a sette mesi per guida senza patente, ma gliene vennero accollati altri 14 per “adunata sediziosa”. I suoi ammiratori infatti durante le nottate in cui la polizia lo inseguiva tra i vicoli senza mai riuscire a raggiungerlo, avevano raggiunto le migliaia di persone e per diradarle, oltreché per non perdere la faccia, il prefetto ricorse ai lacrimogeni con 59 feriti e 58 fermi.

 

 

sabato 8 agosto 2020

domenica 2 agosto 2020

Ustica & Bologna







2 Agosto 2020, quarantesimo anniversario della strage di Bologna

 

In questo anniversario Il Presidente Mattarella ha concentrato in tre parole il suo intervento: dolore, ricordo e verità. E’ la quarantesima volta che la Repubblica rinnova queste parole, ma la novità quest’anno sta nella fusione del rito commemorativo tra Ustica e Bologna. Essa è stata rappresentata chiaramente sul piano simbolico dalla visita che Mattarella ha fatto in una data intermedia tra i due anniversari, con un cerimoniale rivolto ad entrambi. A mio avviso Mattarella è un presidente che su questo piano (quello della commemorazione delle vittime per stragi) si muove con la migliore efficacia simbolica e il miglio tatto. E forse ciò gli deriva dalla autenticità del proprio sentimento. Ma lo trovo anche sottile sul piano politico. E, nel mio piccolo, me ne compiaccio. Spero di non dovermene ravvedere un domani, ma per il momento dispongo solo delle fonti ufficiali e trovo che si muova nella miglior direzione. Ad esempio il suo discorso, che è disponibile sul sito della Presidenza della Repubblica. Bene, grazie presidente Sergio.

Come dicevo Giovedì scorso sono state ricordate in una unica messa e in un unico programma cerimoniale le vittime delle due stragi. Il Presidente ha omaggiato la Città di Bologna in quanto sede/obiettivo delle sanguinarie manovre eversive; idem per le Ferrovie dello Stato e poi ha incontrato Bonfietti (Ustica) e Bolognesi (2 Agosto ’80).

Non tutto il sistema mediatico ha condiviso questa impostazione. Anzi la Rai ha mandato in prima serata un servizio ben fatto per quanto riguarda la testimonianza delle vittime, ma solo su Bologna. In questo modo si perde il principale valore di questo quarantennale, ma non mi è chiaro se ciò sia dovuto ad impreparazione o dissenso. Certo che quel servizio ha ribadito solo la verità ufficiale, ovvero quella giudiziaria, mutilando l’informazione sul legame tra le due stragi.

Ora la verità giudiziaria, per quanto lunga, difficile e forse anche eroica sia stata la tribolazione che l’ha generata, è molto più arretrata delle inchieste e delle ricostruzioni giornalistiche disponibili. Ne è un esempio il libro appena uscito di Chicchiarelli (scomodo per altre inchieste ma non per questa) che tale legame lo esamina e spiega egregiamente nelle sue seicentocinquanta pagine.

Il libro è stato presentato al pubblico nientemeno che da Augias poche settimane fa e negli ultimi tempi l’autore non è più trattato come un outsider poco affidabile. Bene. Penso che sia un segno positivo verso la verità, la quale è la terza delle parole scelte dal Presidente, ma è la prima per coloro che come me credono in questa Repubblica e vorrebbero lasciarla senza debiti di trasparenza nelle mani di figli e nipoti.

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Stando alla comunicazione televisiva quindi questo quarantesimo della strage mostra ancora una associazione delle vittime di Bologna arroccata su posizioni ostili alla pista straniera e questo al fine di difendere i risultati dell’inchiesta sui mandanti e perpetuare il sentimento democratico che l’ha sostenuta. Ma questa visione se da un lato può andar bene per consolidare nell’opinione pubblica un giusto orientamento, dall’altro rischia di frapporre oggi un limite alla ricostruzione storiografica.

Le piste estere non sono una sola e la pista che a suo tempo mise fuori strada i magistrati fu quella di Elio Ciolini che conteneva grandi fregnacce ma anche elementi di verità e rispondeva ad un progetto di sabotaggio dell’inchiesta per conto dei servizi francesi.

In realtà di piste straniere ce sono più di una e possono portare in almeno tre diverse direzioni: Pista Palestinese (Thomas Kram), Pista Libica (USTICA & BOLOGNA) e Pista Libanese (campi addestramento falangisti italiani).

 

 L'opinione pubblica è bene che cominci a conoscere senza pregiudiziali queste piste altrimenti non potrà farsi un'idea di cosa siano i condizionamenti internazionali e continuerà a coltivare una visione riduttiva della politica secondo la quale i governanti che sbagliano sono sempre corrotti o incapaci.

MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...