giovedì 31 marzo 2022

Trattative 3. Ucraina docet

 





31/03/2022

La situazione del conflitto ucraino evolve. Putin ha avviato una consultazione telefonica con i leader occidentali tra i quali Draghi (che in un ironico video chiama nonno banchiere alludendo alla battuta usata da Draghi stesso). Non sappiamo cosa si siano detti in una ora di colloquio; la stampa italiana riporta che Draghi gli abbia detto “chiamo per parlare di pace” che sarebbe come ammettere che sono in corso le trattative per concludere il conflitto o peggio ancora una contorta richiesta di scuse per le sanzioni. A pesare comunque su quella telefonata è stato soprattutto il tema del pagamento in rubli ovvero il primo passo in direzione di una futura fuoriuscita dalla dipendenza dal dollaro.

Gli incontri di mediazione diplomatica intervenuti in Turchia hanno prodotto dichiarazioni neutraliste da parte di Zelensky e siamo vicini al  cessate il fuoco. La prospettiva di un accordo di pace disarma l’occidente la cui propaganda tende a negarlo. Ad oggi i carri armati russi sono lontani da Kiev lungo la strada del rientro. Il fuoco dell’informazione occidentale si concentra perciò lontano da Kiev rincorrendo le provocazioni. Gli appelli alla resistenza del popolo ucraino sono spariti e sul web girano foto di mercenari AZOV-neonazi che esaminano armi prodotte nel bresciano. Permangono climax bellici sul mar Nero ove gli squadroni neo nazisti hanno organizzato una resistenza all’assedio fondata essenzialmente sulla funzione di scudo umano della popolazione civile. Questo metodo è stato usato in Siria dalle forze jhadiste sconfitte dai russi ed è perciò ben conosciuto dai militari russi i quali mirano i raids e controllano i corridoi di fuoriuscita dall’assedio. Ci sono comunque vittime civili e, soprattutto quando restano colpiti dei bambini, la stampa occidentale, imbeccata dagli squadroni stessi, si accanisce a denunciare tale fatto come prova di crimini di guerra. In tal caso la parola bambini viene ripetuta anche cinque e più volte nell’ambito del medesimo servizio.

Il Giornale di Vicenza, il quale come è noto su queste cose risulta molto sensibile al fiato sul collo della base americana, pubblica una cartina ove contrassegna come “zone contese” il territorio ucraino che non è più sotto controllo delle truppe russe e parla di “consegna di aiuti umanitari” ed “evacuazione dei residenti di Mariupol”. La cartina descrive quindi una situazione che è l’esatto contrario di ciò che scrivono i titoli. Evidentemente si conta sul fatto che le cartine vengono scrutate solo dagli addetti ovvero coloro ai quali interessano le informazioni e non le balle propagandistiche.

Come si usa dire se son rose fioriranno. Va notata invece l’eccellente solidarietà espressa dalle famiglie dell’Alto Vicentino nei confronti dei profughi. Costoro verranno, come da provvedimento annunciato dalla ministra dell’interno, rapidamente dotati di permesso di soggiorno, abitazione, scuola e inserimento nel mondo del lavoro. Cioè trasformati d’urgenza da profughi ad immigrati amati ed accolti. I profughi entrati in Italia dall’inizio del conflitto sono stati 76.847 e di questi circa 700 solamente hanno fatto domanda di protezione internazionale (ovvero profugato autentico che dura 90 giorni e permette di tornare in Patria alla fine delle ostilità…)  A tal proposito la soddisfatta Lamorgese precisa che ” Speriamo che il nuovo approccio … possa essere applicato anche agli altri casi di instabilità” infatti “c’è la necessità di disporre di strumenti di governo dei flussi che provengono dal Mediterraneo”. Per costoro, ovvero gli immigrati del sud con “nuovo approccio”, verranno messi a disposizione i tremila posti ricavati dai beni confiscati alla criminalità organizzata”.

Perbacco è proprio la “quadra del sercio” che dovrebbe far felice il Presidente del Consiglio Regionale Veneto Roberto Ciambetti il quale aveva, fin dal 2016, votato un ordine del giorno per il riconoscimento della Crimea come russa.




lunedì 28 marzo 2022

Giangiacomo Feltrinelli

 




Feltrinelli Giangiacomo fu un editore di successo e un rivoluzionario castrista che venne eliminato. Il funerale si tenne il 28 Marzo 1972.





Per i giudici l’editore morì dilaniato a Segrate dalla bomba che stava preparando. Ma una ferita ignorata e una perizia mai pubblicata sollevano ancor’ oggi alcuni dubbi. E trovo opportuno richiamare quello che scrive il figlio Carlo Feltrinelli nelle ultime pagine del suo bel libro che si intitola Senior Service. Egli scrive che: “ la stampa estera accoglie il dubbio che l’editore sia stato portato in stato d’incoscienza (veleno?, colpo di karaté?) sulla Cassese. E il sospetto di una “spaventosa messa in scena” risuona anche nella relazione di Berlinguer al XIII Congresso del PCI”.

 

 Secondo alcune ricostruzioni collegate alle inchieste del giudice Salvini infatti, il Mossad era interessato ad eliminare Feltrinelli perché nei mesi precedenti si era impegnato a far arrivare una grossa partita di armi ai fedayn. E la conferma della ipotesi secondo la quale la morte di Feltrinelli non fosse dovuta ad un incidente ma rispondesse ad un piano di eliminazione viene dalle analisi di Guido Giannettini, l’agente del SID che negli anni successivi verrà coinvolto nei processi per Piazza Fontana. Costui sostiene in un suo dossier spedito da Parigi il 26 Aprile 1974 noto come Dossier San Marco, che la eliminazione di Feltrinelli e l’annichilimento della RAF attraverso l’arresto di Andreas Baader e Ulrike Meinhoff nel giugno successivo siano atti conseguenti agli accordi Russo-Tedeschi di Oreanda dell’Agosto 1971. In sintesi ad essi sarebbe conseguita una reciproca ristrutturazione dei servizi con lo smantellamento delle funzioni di controllo della sinistra extraparlamentare europea da parte, per il lato occidentale, dei partiti socialisti cedendo la rete occidentale al Mossad una volta depurata dei tratti di contiguità militare con le organizzazioni arabo-palestinesi. Ovvero appunto la RAF, i GAP cui va aggiunto il gruppo francese Nouvelle Resistance. Nella fase precedente a tali accordi Feltrinelli aveva avuto un ruolo di agente ambientale e puntava ad una regia autonoma dell’ultrasinistra europea.

 

 Il corpo di Feltrinelli fu segnalato nel tardo pomeriggio del 15 marzo dal signor Stringhetti, un pensionato che passava in bicicletta col cane. Poi arrivarono le varie troupes delle forze dell’ordine le quali, in un piazzale vicino al traliccio, trovarono parcheggiato un furgone Volkswagen adibito a camper con molte chiavi che aprivano “covi” legati negli anni successivi alle Br. All’inizio non si sapeva di chi fosse il corpo, i documenti falsi erano intestati a tale Vincenzo Maggioni, ma poi a riconoscerlo in obitorio, dopo che dentro la sua carta di identità falsa è stata trovata una piccola negativa fotografica con uno scatto della quarta moglie di Giangiacomo Feltrinelli, fu Luigi Calabresi, che lo conosceva bene.

 

 

Il settimanale Sette, nel numero del primo marzo 2012 portata a conoscenza dell’opinione pubblica una perizia medicolegale (la Marubini-Fornari) sul corpo straziato di Feltrinelli che era stata “al tempo ignorata”. Tale perizia invaliderebbe le conclusioni dei giudici e introdurrebbe rinvii su ciò che potrebbe essere avvenuto o “sotto” il traliccio oppure “intorno al fatale pilone di Segrate. Feltrinelli viene presentato, soprattutto nelle schede a margine, come un partigiano sessantottino, intellettuale e grande imprenditore culturale del dopoguerra, vittima di un attentato “i cui contorni restano misteriosi” e l’impianto del servizio punta il dito contro il Mossad.

 

 

Feltrinelli potrebbe essere stato ucciso precedentemente e poi, con calma, sarebbe stato allestito l’overkilling del traliccio. Messo a cavalcioni e fatto esplodere. Il cadavere aveva le mani incolumi con tracce di legacci ai polsi.

 Esiste quindi una verità alternativa che vale la pena di non dimenticare perché non si sa mai…


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Habeas corpus. 

E' un diritto affermato fin dal 1215 nella Magna Charta Libertatum anglosassone. In Italia esso viene affermato solo nel 1848 dallo statuto albertino. Poi fu soppresso dal fascismo e infine riaffermato dai costituenti.



domenica 27 marzo 2022

Gucci/Reggiani

 



Maurizio Gucci. Erede di uno dei marchi di moda più famosi del mondo, reso famoso da Grace Kelly, Jaqueline Kennedy e Audrey Heburne viene ucciso a Milano il 27 Marzo 1995.

 

 


 

Egli era il nipote del fondatore con un patrimonio pari a oltre ottocento miliardi di lire. Si era sposato nel 1973 con Patrizia Reggiani dalla quale aveva avuto due figlie prima di lasciarla per un’altra donna Paola Franchi ex modella. Al divorzio 1992 era seguito un tumore al cervello per Patrizia. Benigno. Ma nel 1993 la famiglia aveva perso il controllo dell’azienda che era diventata di proprietà araba. A questo punto Patrizia Reggiani decide di farlo fuori e nel 1995 si affidò alla “banda BASSOTTI”. Si trattava infatti di un sodalizio criminale del tutto improvvisato composto dalla consigliera/maga Pina Auriemma, il portiere di notte Sauvignon, il pizzaiolo Orazio Cicala usurato dalla mafia, e il muratore siciliano Benedetto Ceraulo, killer improvvisato.

 

 

Al processo 1998 tutti parlano ed ammettono le colpe tranne Patrizia e il Benedetto che reggono la dichiarazione di innocenza. La difesa Reggiani, diretta da Pecorella, il berlusconiano presidente delle camere penali, tenta la carta dell’infermità mentale invocando postumi dell’operazione, ma essi vengono smontati nello scontro tra perizie in dibattimento. L’appello del 2000 riduce le condanne a 29 per il killer, ventisei per la Reggiani e una ventina per gli altri. Il portinaio che era stato ferito viene sentenziato con un risarcimento di centomila euro dalla Reggiani.

 

Si trattò di un assassino su commissione ovvero, secondo la definizione del manuale FBI, un tipo di omicidio nel quale tra la vittima e l’assassino normalmente non intercorre alcun legame. E la natura del reato presuppone l’esistenza di una cospirazione. Ma l’interesse mediatico per la vicenda va oltre il gossip e gli aspetti tecnici dell’omicidio. Il punto chiave infatti è dato dal fatto che durante le indagini e lo svolgimento dell’iter processuale si scontravano anche gli interessi economici. Essi erano legati alla cessione di attività agli arabi, al grosso progetto che Maurizio Gucci stava sviluppando in svizzera con l’apertura di casinò, nonché allo stesso procedimento di successione ereditaria, caratterizzato da cospicuo patrimonio personale.

 




sabato 26 marzo 2022

Eccidio di Selva di Trissino, 1945

 






Il calendario dell'ANPI, ci ricorda che il 26 Marzo del 1945 le brigate nere della valle dell’Agno fucilarono i partigiani Ettore Peghin, che aveva 56 anni come ritorsione per il fatto che suo figlio Pietro era sfuggito alla cattura. Vennero fucilati anche il giovane siciliano conosciuto come partigiano Dardo, Vito Pagano e Antonio Pana.

Una lapide a perenne ricordo del loro sacrificio è stata posta dalla sezione ANPI di Trissino il 20 Maggio del 2001.






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"Violence shall no more be heard in thy land, wasting nor destruction within thy borders; but thou shalt call thy walls Salvation, an thy gates Praize"   

[Non si sentirà più parlare di prepotenza nel tuo paese, di devastazione e distruzione entro i tuoi confini. Tu chiamerai salvezza le tue mura e gloria le tue porte.]





venerdì 25 marzo 2022

About William Hurt's death

 



Gu





 

Il 13 marzo scorso, giusto una settimana prima di compiere 72 anni, l’attore americano William Hurt è morto a causa di un tumore alla prostata. Egli era stato il vincitore dell’Oscar per il film Il bacio della donna ragno, uscito nel 1985.

Vita e amori travagliate ebbe molte donne, molta droga (marijuana e cocaina) e fece un sacco di film. E’ sempre stato presentato dalla stampa italiana come divo “timido e seducente”. Oggi si scrive che è morto tra “terribili dolori” perché, pulito da decenni, rifiutava gli oppiacei. Il suo declino presso l’opinione pubblica era iniziato quando l’attrice Marlee Matlin, con la quale ebbe una relazione biennale ai tempi del film Figli di un Dio minore, scrisse una autobiografia in cui lo accusava di continue violenze e abusi. Di lui, del quale sono coetaneo, ricordo in particolare i film Stati di allucinazione di Ken Russel e Il grande freddo di Lowrence Kasdan.

Nel primo, uscito tnel 1980 l’assunzione di sostanze allucinogene provoca nel protagonista mutazioni biologiche e genetiche. Nel secondo, un gruppo di amici ex sessantottini partecipano al funerale di un comune amico e ricordano le lotte di contestazione all’università del Michigan.

Ricordo che in quest’ultimo film mi identificavo col personaggio, ma oggi ho consapevolezza che quella di Hurt è una biografia problematica perché era stato vittima delle droghe con cui l’establishment psico-poliziesco anglo americano ha represso il movimento giovanile.  

La sua ultima partecipazione è stata nel film Black Widow con Scarlett Johanson girato nell’autunno del 2019 quando Hurt era già ammalato. A causa delle restrizioni Covid poi il film è uscito nel 2021.

 


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The death of the actor William Hurt reminds me at the 80s when I was looking at him as a myth. But today I'm concerned about his life of violence and drugs... So I respect his death, but I don't admire his biography.


Amen


mercoledì 23 marzo 2022

L' attentato a Vittorio Emanuele Marzotto

 




Il 25 Ottobre 1921 Vittorio Emanuele Marzotto viene gravemente ferito con colpo di pistola sparato da Vittorio Nizzero, figlio naturale non riconosciuto. Costui muore subito mentre VEM muore il 25 marzo 1922. Il figlio legittimo Gaetano jr (11 ottobre 1894 – 11 agosto 1972) rimane erede unico.

L'attentato avviene a conclusione di uno dei più duri scioperi della storia aziendale/cittadina ed è condotto con uno stile tipico di tutti gli attentati politici dell'epoca: assassino che viene da fuori Italia, sparo alla testa ecc. E' possibile che il Nizzero sia stato ucciso sul posto da una delle guardie armate di Marzotto. 

L'agiografia familiare ha sempre sostenuto essersi trattato di un gesto personale e non di un attentato politico. Ciò è possibile, ma va comunque sottolineato che se un  figlio naturale fosse stato riconosciuto il patrimonio ereditario di Gaetano Jr. sarebbe stato dimezzato e probabilmente avrebbe innescato azioni di riconoscimento imitative a parte di altri possibili figli naturali le cui madri avevano accettato la danarosa tacitazione.

Inoltre la vita di VEM era assicurata presso i LLOYDS di Londra e, come nel caso di Umberto primo di Savoia morto in un attentato, il premio non venne riscosso subito ma venne lasciato in Inghilterra per essere poi riscosso molti anni dopo la soluzione della lunga ed aspra vertenza legale di Gaetano Jr. col ramo dei cosiddetti "marzottini".

Nel libro di Bairati e in quello di Dal Lago si trovano descrizioni ed interpretazioni dell'episodio che causò la morte di VEM.

"Gaetano Marzotto ereditò così la fortuna e il ruolo del padre in un momento in cui il suo apprendistato come uomo di industria si stava ormai completando. La costante collaborazione con il padre e le esperienze all'estero gli avevano ormai fornito gli elementi necessari per prendere la guida dell'azienda." (Bairati 162)

(la mia impressione è che il clima di forte tensione sociale abbia favorito il gesto di Vittorio Nizzero). Oltre agli articoli di giornale cui si riferisce Bairati per la ricostruzione c'è un fascicolo della polizia in ACS. Esso è relativo al tentato ricatto subìto da Gaetano per opera del fratello di Vittorio, Gaetano Nizzero.



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Notare i nomi totalmente "marzottiani" scelti dalla madre sedotta e silenziata,,,







lunedì 21 marzo 2022

trattative 2

 





In questi primi venti giorni di crisi militare russo/ucraina il governo italiano ha preso le parti del paese aggredito avviando una campagna di solidarietà ai profughi con lo scopo di prepararne l'accoglienza da parte delle regioni di nordest. Ma al tempo stesso ha inviato armi ai confini e scatenato una campagna di criminalizzazione nei confronti di Putin. Il mainstream, soprattutto televisivo, si è così allineato alle distorsioni e alle censure della NATO. Alcuni sindacati di base di lavoratori portuali hanno boicottato la spedizione delle armi e in città come Pisa e Torino ci sono state manifestazioni di piazza per il dissenso dalla politica governativa.

In questo clima il Governo ha comunicato anche l'uscita dalla emergenza sanitaria, prorogando comunque alcune misure finno a fine Maggio, ma lo ha fatto dichiarando anche uno stato di emergenza umanitaria che durerà presuntivamente fino alla  fine dell'anno. Tale prolungamento dello stato di emergenza, che implica la sospensione di alcune garanzie costituzionali e giustifica il ricorso a misure emergenziali (come è stato ad esempio per i Dpcm sul Covid) serve per gestire la distribuzione delle risorse Pnrr in modo centralizzato soprattutto nei confronti del decentramento regionale.


Io constato quotidianamente e con rammarico il mio dissenso circa la narrazione mediatica sulle gravi minacce alla pace mondiale. In particolare ritengo che difronte alla operazione militare in corso in Ucraina se si vuole preservare la pace si debba rispondere non inviando armi ai confini ma mantenendo la totale equidistanza e la piena solidarietà con le popolazioni colpite. Con questo intendo sia la popolazione ucraina sia quella russofona del Dombass ingiustamente colpita da otto anni di bombe e provocazioni militari nel più totale silenzio internazionale. Penso inoltre che invece di criminalizzare Putin si debba sostenere al massimo l’iniziativa diplomatica e la trattativa in corso. 


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All’iniziativa di Putin, che per fermare l’espansione imperialista della NATO e le stragi delle popolazioni russofone in Donbass si è assunto la responsabilità di una operazione militare condotta in violazione tecnica dello Status Quo internazionale di riferimento, le principali potenze globali ovvero Cina e Ststi Uniti d’America, hanno risposto in modo diversificato. La Cina si è astenuta condannando però lo scomposto uso statunitense della crisi mentre l’occidente ha avviato una campagna di ostilità economica e un tentativo di regime change verso la Russia. 

L’obiettivo della campagna occidentale è duplice: scaricare sull’economia russa parte dei costi del great reset e delegittimare Putin dallo scenario globale. Costui ha agito mettendo in atto una violazione del diritto internazionale. Ciò ha portato ad una condanna sancita da un apposito ordine del giorno votato a stragrande maggioranza nell’Assemblea ONU. Ma l’occidente punta oltre. Vuole l’isolamento diplomatico internazionale, vorrebbe trasformare Putin in un nuovo Milosevic (che venne incarcerato all’AIA con l’accusa di crimini di guerra) sperando anche di poter fargli fare la stessa fine. 

Da qui l’azione sui cosiddetti oligarchi ovvero gli attori di successo (come Berlusconi in Italia) sul mercato finanziario nazionale. Questo ceto infatti costituisce il target ottimale sia per cancellare quote significative di debito relativo a forniture e transazioni, sia per tentare di isolare Putin dal proprio cerchio magico ed impostare a Mosca una sorta di golpe arancione.

In ogni caso con il sistema di sanzioni impacchettato dalla Ue vengono bloccati conti correnti degli oligarchi, sospese contrattazioni di forniture e scambi commerciali nonché sequestrati beni immobili compresi i lussuosi yacht. Ecco. Lo scopo delle sanzioni è chiaramente quello di creare uno stato di default dell’economia russa perché il fallimento è l’unico modo legale di cancellare debiti e crediti ovvero effettuare appunto un RESET. 


Poi quanto esso sarà “GREAT” lo si vedrà.

 



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Già l'odore della terra odor di grano, sale adagio verso me e la vita nel mio petto batte piano. respiro la nebbia, penso a te...

E se non ci son ladri, se non c'è mai la guerra, allora forse è proprio l'isola che non c'è ... che non c'è.


Pura poesia. Versi della mia generazione.

MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...