venerdì 31 dicembre 2021

venerdì 24 dicembre 2021

I valdagnesi gabbati alle prime elezioni comunali




Il 24 Dicembre 1866 il Re d'Italia nomina Gaetano Marzotto sindaco di Valdagno.

In realtà il più votato fu Ludovico Festari il quale prese 314 voti su 336 votanti piazzando Gaetano al 14mo posto su 20 eletti con 140 voti. Ma il Re volle lo stesso Marzotto. 


Lo racconta il Soster in MEMORIE DI VALDAGNO  a pag. 387 (reperibile in Biblioteca Civica) dove scrive:" il pubblico, visto il bellissimo risultato dei voti che riportò il dottor Lodovico Festari si aspettava che la nomina ricadesse sopra di lui".



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l'aneddoto è riportato sul numero 8 dei quaderni Gruppo Storico Valle dell'Agno a pagina 9 dell'articolo di Gianni A. Cisotto.


 

venerdì 10 dicembre 2021

John Lennon per John Sinclair

- 10 Dicembre 1971. Concerto per John Sinclair. Negli Stati Uniti il poeta jazz, nonché capo delle Pantere Bianche sesso droga e rock and roll, subisce la sua terza condanna questa volta per due spinelli. Deve scontare dieci anni di carcere e l’opposizione giovanile antiproibizionista organizza un raduno politico presso il Crysler Stadium. Vi partecipa per solidarietà John Lennon da pochi mesi traferitosi negli USA e in attesa della cittadinanza americana. Egli canta al comizio di Jerry Rubin il quale inneggia alla lotta e invoca il sound violento del Methedrine Beat. Ma nonostante il clima l’esecuzione dal vivo di Imagine con John in tenuta non violenta riscuote grande successo. -

lunedì 29 novembre 2021

 








Il 29 novembre 2017, a L’Aia presso l’aula del Tribunale Penale Internazionale, il regista televisivo croato-bosniaco Slobodan Praljak divenuto generale durante la guerra in Bosnia degli anni novanta e condannato quale criminale di guerra, al termine della lettura della sentenza ha preso del veleno in diretta televisiva. Il gesto, che seguiva di una settimana la condanna all’ergastolo di Ratko Mladic, ha sorpreso le autorità che non hanno trovato di meglio che silenziare il gesto commentandolo come “spettacolare pacchianata” e “parodia del passato”.

In realtà si trattò di un gesto tutto politico contro l’autorità di un Tribunale che gli stessi Stati Uniti non riconoscono.

Da allora si punta sul silenzio per sminuire al massimo la portata mediatica del gesto. 







lunedì 25 ottobre 2021

Cinquant'anni fa la Cina entra all'ONU

26 Ottobre 1971. La Cina come Repubblica Popolare entra finalmente all’ONU e prende il seggio che già apparteneva alla Republic of China, cioè Taiwan, fin dal ‘45, anno della fondazione dell’ONU. Nel corso degli anni sessanta l’ingresso progressivo dei paesi del Terzo Mondo, soprattutto Africa, aveva cambiato i rapporti di forza diplomatici in favore della Cina comunista e con l’elezione di Nixon gli Usa aprono nel ’71 per controbilanciare il confronto con l’URSS. Nei precedenti decenni la RoC aveva esercitato il diritto di veto contro l’ingresso della RPC (che avrebbe aggiunto un voto decisivo al campo socialista). La Cina Comunista saprà sfruttare bene le nuove opportunità diplomatiche e l’11 dicembre 2001 entrerà a far parte anche della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Da allora decolla lo scenario globalista ed in vent’anni il sistema economico cinese (economia di mercato senza democrazia elettorale) determinerà le condizioni per diventare prima potenza economica mondiale.

domenica 24 ottobre 2021

IL POPOLO HA PARLATO A TRIESTE

 





[Nota su Portuali, PUZZER, Patuanelli ecc.]

Nella città di Trieste, dopo una brutale repressione di Stato avvenuta Lunedì scorso, è seguita una settimana di lotte e manifestazioni non violente guidate da spontaneistiche rappresentanze di lavoratoti portuali. I promotori hanno poi saggiamente rifiutato che su tale movimento si sovrapponesse una cavalcata no global con rischiose infiltrazioni e confusione di obiettivi. Nella giornata di domenica il triestino Stefano Patuanelli nella sua qualità di Ministro del governo Draghi ha incontrato formalmente e ascoltato le istanze esposte dal capopopolo Stefano PUZZER. Io Vedo in tale incontro un punto di partenza per una nuova speranza di rinnovamento politico.

…                                          

Oggi il popolo ha parlato e ha detto no alla deriva anticostituzionale delle multinazionali. Ora il processo autoritario del quale il Governo e il Parlamento Italiani si sono fatti servi ha davanti a sé la linea finale ben visibile. Se questa linea verrà accettata si tratterà di una vittoria della politica partecipata, una vittoria di quelle piazze che sanno da sempre ristabilire l’equilibrio democratico quando il sistema si corrompe e la sovranità si squaglia.

I lavoratori portuali hanno innescato una lotta esemplare per la libertà e la dignità nel lavoro, contro ogni imposizione di tessere e trattamenti pseudo-sanitari, contro la violazione dell’articolo 32 della costituzione ovvero quell’istanza di cautela e di diritto di scelta che gli uomini della Resistenza seppero donarci difronte ai rischi e alle logiche nazifasciste. Grazie ai lavoratori portuali di Trieste e a tutti coloro che hanno saputo opporsi.

Ora teniamoci stretto questo piccolo grande margine di libertà che Trieste ci ha donato e vediamo quanto dura perché il governo e il regime multinazionale reagiranno, non staranno certo fermi di fronte alle pulsanti aspettative del Great Reset. Ora Gabrielli, Lamorgese & C. rilanceranno la corruzione l’infiltrazione e la provocazione di Stato, divideranno i portuali e intossicheranno le piazze. La Cgil, che per settant’anni era stata bastione della democrazia nei luoghi di lavoro e fuori, è già stata sedata; i partiti sono da tempo corrotti e asserviti, il mondo cattolico incantato e disorientato, i giovani e gli studenti disarmati dal miraggio tecno-ipnotico e le famiglie lobotomizzate dal mainstream. Ma c’è l’amore, c’è la passione per la libertà di una generazione che è cresciuta nei valori di una Costituzione antifascista e laborista, una lezione che ancora non si è spenta e ancora illumina il futuro. Sappia chi ama e chi crede seguire questa luce.

Ora tocca al sistema delle Rappresentanze Sindacali, tocca alla Cgil e agli uomini di buona volontà dare senso e consolidare la lezione di Trieste. La strada giusta è quella della libertà di scelta, quella del lavoro e della corretta informazione. La strada giusta è quella di assicurare alle nuove generazioni la forza morale e la capacità critica che permetteranno loro di affrontare le sfide della nuova normalità. Le sfide del futuro umano.

 

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Nota Bene  

Le persone intelligenti appaiono pazze agli occhi degli stupidi.

E soprattutto:

Die stimme des intellekt ist laise. (Sigmund Freud)

 



sabato 16 ottobre 2021

I NERI al valor militare di Valdagno

 




Il 16 ottobre 1937 il tenente aviatore Alessio Neri nato nel modenese il 6 Maggio 1911 muore a LERIDA in Spagna. Era figlio del direttore del complesso bandistico Marzotto e con la sua famiglia si era trasferito a Valdagno da dieci anni.

Quella vicenda, fermo restando il rispetto per le vittime di una delle tante follie militari, non è scevra da dubbi di dietrologica memoria.

Fu il generalissimo Franco attraverso una comunicazione del Quartel General del Estado Major del Aire ad assegnare la medaglia militare spagnola per primo il 15 Maggio 1938. E solo successivamente, nel novembre dello stesso anno, il Re d’Italia Vittorio Emanuele Terzo gli conferì la Medaglia d’oro al valor militare. Questa prima dinamica decorativa avviene in costanza della guerra mentre alla fine, dopo la vittoria di Franco diventa medaglia d’oro al valor militare anche in Italia. Ma manca il corpo. Il padre smetterà di aspettarlo nel 1949.

Il fratello Ariosto, anch’egli aviatore con compiti nel reparto speciale Alta Velocità, era già morto a Desenzano nel 1932.

 

Una targa commemorativa del loro valor militare, venne posta sul muro d’ingresso dell’edificio della Scuola di Musica Marzotto a Valdagno, a ricordo di entrambi i fratelli. Essa espone il motto AD TE NITOR GLORIAMQUE CONTENDO che significa più o meno “competo col bagliore della tua gloria”.

 






venerdì 8 ottobre 2021

 




Non è crollata nessuna diga. Ci fu un enorme smottamento di terra piena d'acqua che precipitò nell'invaso facendo traboccare l'onda assassina. Il pericolo di tale crollo era noto alla società di gestione che decise di sfruttarlo e alzò il livello di acqua per causare deliberatamente la frana. Nelle intenzioni del Consiglio di Amministrazione della proprietaria Sade, ciò avrebbe posto fine al contenzioso con i paesi montani che si opponevano alla partenza dell'impianto. Ma non ci fu una semplice spruzzata d'acqua come pensavano Consiglieri di Amministrazione che presero la decisione e disposero l'innalzamento del livello; ci fu invece una tragedia da duemila morti.

La verità era nota fin dall'inizio da ambienti del Vaticano che l'avevano raccolta in confessione, ma non c'erano le condizioni per poterla dire. Fu il Presidente Ciampi a disporre l'agnizione molti anni dopo senza enfasi inopportune. E oggi il fatto che quell'incidente sia stato causato da volontà umana è verità ufficiale. Solo che viene relegato nell'ambito della compassione e del perdono. 

Quel giorno non è crollata una diga ma è definitivamente crollato il sogno idroelettrico. L'Italia è vincolata dai trattati del dopoguerra all'uso del termoelettrico per assicurare mercato al petrolio. E' una scelta che è stata imposta ancora negli anni trenta dalle famiglie dell'alta finanzia angloamericana ai paesi europei. La stessa ascesa di Hitler e soprattutto la sua politica di riarmo unilaterale della Germania  furono finanziate dalle oligarchie petrolifere. La massoneria della Skull and Bones Society ha realizzato il proprio disegno di potere globale e le nazioni europee hanno dovuto rinunciare a mega progetti come Atlantropa. 

La diga del Vajont sarebbe stata un simbolo di emancipazione da tali vincoli e l'Italia avrebbe consolidato un proprio ruolo di punto di riferimento per i paesi emergenti non petroliferi come l'Egitto con la diga di Assuan. L'anno prima era stato eliminato Mattei, l'anno dopo il sogno idroelettrico.






 




venerdì 13 agosto 2021

Rosetta della Ligera

 



Il 13 di Agosto in una notte oscura, commisero un delitto gli agenti di questura.

Hanno ammazzato un angelo di nome la Rosetta, era di piazza Vetra e battea la Colonnetta.

Chi ha ucciso la Rosetta non è della ligera, forse viene da Napoli, è della Mano Nera,

 

Rosetta mia Rosetta dal mondo sei sparita lasciando in gran dolore tutta la Malavita.

Tutta la Malavita era vestita in nero per compagnar Rosetta al cimitero.

Le sue compagne tutte eran vestite in bianco per compagnar Rosetta al camposanto.

 

Si sente pianger forte in questa brutta sera, piange la piazza Vetra e piange la LIGERA.

 

O guardia calabrese per te sarà finita, perché te l’ha giurata tutta la Malavita.

Dormi Rosetta dormi, giù nella fredda terra e a chi ti ha pugnalato noi gli farem la guerra!

 


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E' inquietante osservare che la "guardia calabrese" qui evocata rimanda a Luigi Calabresi, il commissario, ucciso a Milano qualche decennio dopo.

Ed è altrettanto inquietante osservare come la cultura popolare formatasi nel ventennio fascista fosse dalla parte della cosiddetta malavita e sapesse delle manipolazioni della polizia nei casi di criminalità comune.

Altri tempi, veramente.


sabato 7 agosto 2021

7 Agosto festa dei santi Gaetano e Donato

 

                                                                                                                                                             



 

7 Agosto festa dei santi Gaetano e Donato. 

Il primo è il sacerdote Gaetano Thiene, nato nel vicentino e parte attiva della Confraternita del Divino Amore presso la curia pontificia durante la prima metà del sedicesimo secolo. Il secondo è Donato di Besançon, monaco e vescovo della omonima città durante il quinto secolo dopo Cristo. Il calendario cristiano consegna quindi in questo giorno ai valdagnesi della Città Sociale due figure di riferimento la cui agiografia richiama i concetti di protezione della Città e umile patrocinio.

 

Non è fuori luogo pertanto pensare che quando la palestra della GIL (gioventù italiana littorio) divenne chiesa parrocchiale grazie ai benefici e alle intercessioni del Conte Gaetano Marzotto, la scelta del nome non sia stata casuale. Si voleva richiamare alla gratitudine il potentato comitale. Rimaneva però da scegliere a quale Gaetano, tra i santi, fare riferimento e si scelse il vicentino. Costui infatti nel 1524, rinunciando ad ogni beneficio e carica, fondò la congregazione dei chierici regolari, detti successivamente Teatini e rappresentò presso la curia papale il Divino Amore ovvero quella compagnia che “composta da laici e qualche sacerdote, con fini di devozione, ascetismo e carità”, esercita tale stato di grazia “senza uscire dallo stato laico e mantenendo il segreto del bene compiuto”. (Treccani) A tale modello è facile associare anche la figura di Francesco Regretti che, antifascista osteggiato e picchiato dai fascisti vicentini, costruì la nuova parrocchia con Giovanni Barbieri.





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                                            davanti al santo o al capitelo farse sempre de capelo





giovedì 5 agosto 2021

50 anni fa le schedature alla FIAT

 




  5 Agosto 1971 

Il dr. Guariniello, giovane pretore penale di Torino, alla sede centrale della Fiat di Via Marconi trova un“poderoso ammasso di schede su 354.077 persone”. Si tratta di informazioni raccolte ed organizzate dall’Ufficio del Personale attraverso INFORMATORI PAGATI. Tra loro ufficiali dei Carabinieri (in pensione spero) vice questori e il capo del SID in Piemonte. (Flamini 29 e seg, 212 ecc.)


Allora no, ma oggi che abbiamo imparato come funziona il mondo vediamo con chiarezza che si tratta di un poderoso servizio segreto privato da usare contro gli operai e i dirigenti sindacali. Il problema vero è: perché venne smantellato? Perché venne fatto trovare a Guariniello? 


Sergio Garavini era schedato come "Propagandista e conferenziere del PCI" in realtà fu un sindacalista di altissimo profilo. Contro quelle schedature egli promosse e guidò una lunga battaglia legale che alla fine ebbe soddisfazione, ma non divenne mai segretario generale della Cgil e fondò, con Bertinotti ed altri, il partito Rifondazione Comunista.




martedì 3 agosto 2021

Marilyn Monroe dies

 





Marilyn Monroe donna instabile e sex symbol dell'erotismo Hollywoodiano, fu amante di John Fitgerald Kennedy durante la sua presidenza e anche del fratello Robert, ministro della giustizia del quale si era innamorata. Entrambi l'avevano scaricata e lei minacciava atti inconsulti e scandalismi. La relazione era controllata dall'FBI che per fermarla la fece eliminare dai killer della mafia. Le fu introdotta una supposta anale che non lasciò tracce. E la vicenda venne gestita mediaticamente come un suicidio tramite overdose di barbiturici.


La magnitudo mediatica di quel fatto venne sfruttata dal marketing Farmaceutico per accelerare il passaggio alle benzodiazepine le quali, se prese da sole, non sono mortali. Tale cambio era stato particolarmente auspicato dalle compagnie di assicurazione che rimodellarono il ramo vita.

Tra le misure utilizzate per depistare la pubblica opinione dalla possibilità di intuire la verità del caso ci fu il famoso film Goldfinger che presenta, per via allusiva, elementi fantasiosi molto efficaci su tale morte.


                                   




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The death of Marilyn Monroe remains shrouded in mystery and subject to ongoing speculation and debate. However, conspiracy theories do not seem out of place in this case because large speculative interests of big pharma and insurance were at stake.

Spiritual comfort :

   "The Lord is close to the brokenhearted and saves those who are crushed in spirit"


                                       Psalm 34:18




domenica 1 agosto 2021

CONCERTO PER IL BANGLA DESH

 




 

Il primo Agosto di cinquant'anni fa, di domenica pomeriggio presso il Madison Square Garden di New York City, si tenne un evento musicale globale dedicato a Bangla Desh. Originariamente il nome era scritto in due parole. Ma che cos’era?

In primavera il Bengala orientale aveva proclamato la propria indipendenza scatenando una violenta repressione da parte dell’esercito pachistano. Ciò aveva determinato un notevole problema umanitario per i rifugiati che si aggiungevano ad una popolazione già provata da precedenti calamità naturali.  Gli organismi internazionali avevano quindi iniziato una campagna di mobilitazione dell’opinione pubblica a favore, di fatto, degli autonomisti. Il punto più alto di questa campagna fu questo concerto.

Gli autonomisti erano compatrioti di Ravi Shankar il quale, sciolti i Beatles, era diventato guru musicale di George Harrison. Costui aveva grande popolarità da quando, nel novembre del ’70 era uscito con produzioni da solista quali All Things Must Pass e My Sweet Lord ed accettò di sostenere i patrioti di Ravi. Allo scopo creò anche un fondo per l’Unesco.

L’evento ebbe grande successo sia in termini di sensibilizzazione che sul piano della raccolta fondi che vennero pertanto gestiti dalla UNESCO.

Nei mesi successivi ci fu una escalation che culminò in un conflitto generale con una offensiva delle truppe indiane contro il Begala e nel Cachemire. Il 15 Dicembre le truppe pachistane si arresero a DACCA e venne creato lo Stato del Bangladesh (unica parola) con Primo Ministro S.M. Rahman. E’ un primo processo in cui il conflitto politico internazionale viene accompagnato da una gestione mediatica che usa la musica giovanile e musicisti rock come testimonial. Parteciparono infatti Bob Dylan, Eric Clapton e altri, oltre ovviamente a Ravi Shankar.

Il biografo Goldman racconta che John Lennon bidonò George il giorno prima litigando con Joko e che in realtà Clapton era appena stato vittima di un collasso da eroina tagliata con talco.


                                                                       ***

Ovviamente l’establishment discografico mondiale imparò bene la lezione circa l’importanza di una iniziativa che aveva trasformato l’alternativo George Harrison in un perfetto strumento atto alla propaganda del sistema e dei suoi obiettivi.




domenica 25 luglio 2021

il 25 Luglio '43 e le mire anglotitine sul Nord Italia

 




 

All’alba del 25 Luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo decise la deposizione del Duce Mussolini e il Re nominò capo del governo italiano il maresciallo Badoglio. Mussolini fu arrestato e condotto all’Isola di Ponza e poi alla Maddalena e in fine in Abruzzo in un albergo del Gran Sasso da dove Otto Scortzeny lo liberò il 12 settembre. In poche ore venne creata la Repubblica Sociale Italiana con sede a Salò sul lago di Garda capeggiata da Mussolini. In quei momenti più di un milione e mezzo di italiani stavano combattendo oltre frontiera e nei Balcani era in corso l’operazione Konstantin che vedeva i tedeschi disarmare gli italiani.

Il 26 luglio era scattata l’operazione Alarico con 8 divisioni tedesche che attraversarono il Brennero invadendo la penisola. Sul teatro italiano il SOE (special operations executive, servizio inglese) operava senza la possibilità di offrire alcuna garanzia in cambio della collaborazione partigiana; il Foreign Office (Eden) infatti non era disponibile a prendere alcun impegno relativamente alla restituzione delle colonie e alla integrità dei confini a fine guerra. Anzi, su questo ultimo punto in particolare, il Foreign Office era pienamente consapevole, se non condiscendente, che la resistenza Titina aveva messo gli occhi sull’Istria.

 



E' suggestivo pensare che nei due anni successivi tra Soe, partigiani titini e combattenti francesi di De Gaulle, sia circolata più volte l'idea di spartirsi a guerra finita il Nordest italiano da una parte (assicurando ai comunisti uno sbocco sull'Adriatco da trasformare in un attracco petrolifero) e la Valdaosta dall'altra...



lunedì 21 giugno 2021

A.I. step up, ovvero il balzo verso la digitalizzazione vaccinocratica

 





Il solstizio è arrivato stanotte alle cinque e mezza. E con l’arrivo dell’estate, prima che la testa si scaldi troppo, faccio il punto. Solo appunti, niente paura.

1 - Il cammino vaccinocrate prosegue secondo programma. Il dissenso è stato brillantemente domato grazie ad una potenza di fuoco mediatica quasi surreale. Rimane qualche bolla significativa come il Brasile, che peraltro non possiede il rapporto di forza paralizzante. Il vero scontro è tenere a bada il trumpismo che, soprattutto per il potenziale che si annida nel dissenso catto-quanista (da Q Anon), potrebbe essere la vera sabbia nell’ingranaggio. Altre piccolezze come ad esempio le pisciatine fuori vaso di Boris Johnson non sono preoccupanti e tutto lascia intendere che si possa passare nella fase del dopo WEF con l’avvento dello scenario artificial-intelligente.

Il primo segnale critico in tal senso è venuto dallo scenario geopolitico. Il falco-falcorum sionista è stato infatti accantonato mentre monta l’arroccamento atlantista. L’Italia anche stavolta si accoda supina al bardo statunitense e lo fa, ahimè, per bocca del pentastellare Di Maio definitivamente circonciso (metafora esclusivamente politica) e definitivamente assimilato. Tutto bene madama la marchesa.

 

 2 -  Draghi ha messo in riga Conte il quale con la sua apertura alla Cina preoccupava i partners euro-atlantici, ma al tempo stesso cerca di salvarlo dall’azzeramento elettorale. L’agonia eutanasica del M5S infatti lascerebbe nell’incertezza alcuni milioni di voti populisti che in Europa possono finire contro la UE. E, of course, se salta la UE Saltano gli accordi finanziari globali sul fantastigliato debitorio… quindi è bene che alle prossime amministrative un pentastelaio (pollaio cinque stelle) ridimensionato e aggiustato persista. Allo scopo i giullari del mainstream televisivo (proprio gli stessi che si sono sbracati negli scorsi anni a dilaniare Grillo e la Raggi) ora ammorbidiscono i toni mentre lo stesso PD mette a sordina Gualtieri.

3 -  Arrivano i licenziamenti. Gli obiettivi di riduzione dei posti di lavoro da robotizzare pare siano stati raggiunti. La campagna Covid ha macellato efficacemente le attività commerciali cetomediane e anche l’industria è pronta. Lo dice il silenzio di Stellantis. Ma, come sempre nelle trattative occulte, bisogna aggiustare i conti della serva prima che venga mattina. Soprattutto occorre sincronizzare Colao con Brunetta e Landini. Ben venga Re David che, salomonicamente, cerca di mettere insieme il libro dei morti con il libro dei Re ottenendo almeno la sicurezza massima per quelli che restano.

4 – Il trionfo di Zaia, vero vincitore della gara Covid, non deve montare la testa dei veneti i quali è bene che continuino a “laorare e tasare”. Non bisogna certo mettere in pericolo il 16/18 percento del PIL prossimo venturo, altrimenti i buchi mostruosi dei bilanci comunali calabro-campani chi li ripiana? E’ quello che sa bene Draghi: Macron e Merkel non stanno lì a contare le cifre ma chiedono: il Veneto, la Lombardia e l’Emilia continuano a pagare le tasse? AH SI? Bene, allora accettiamo il DPEF italiano. Il problema è che in Olanda, In Danimarca e in Svezia i numeri li guardano davvero, per cui assisteremo anche quest’anno alla solita pantomima euronordica.

 

5 – Valdagno ha chiuso la primavera, e con essa, pare, il lockdown pandemico, ricordando Monsignor Sette in quella che è stata finalmente, la prima riunione in presenza. Il sindaco e l’assessora hanno ringraziato il Gruppo Storico valligiano per il lavoro di presentazione e un sentimento di senile malinconia ha pervaso l’animo dei reduci di un’epoca totalmente diversa dall’attuale; un’epoca in cui Marzotto proiettava la città nel gota mediatico prima per i lussuosi Premi e poi per le sorprendenti lotte operaie da costui benedette.

 

Nel sottostante storico cortile nel frattempo veniva allestita una mostra dei progetti di rigenerazione dell’area “ex Lido” ovvero la parte operaia della città sociale, dove sono nato e cresciuto. In tali disegni appare un’ottica di valorizzazione urbanistica che mi auguro non diventi solo speculativa delle aree. In alcuni di quei progetti il trampolino olimpionico viene salvato dalla cementificazione come elemento arredante… Certo. E mi rendo conto che con esso, con quella piscina ormai preistorica, se ne andranno anche i miei anni. Gli anni della generazione che ha cambiato il mondo.

 


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Primavera non bussa, lei entra sicura.   (Fabrizio De Andrè)


Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.

                                                                         (Giuseppe Ungaretti)



mercoledì 16 giugno 2021

La diga sull'oceano, di Guerrieri

 




 

La DIGA SULL’OCEANO di Osvaldo Guerrieri, scrittore e giornalista de La Stampa, è in libro uscito nel 2019 dalle edizioni Neri Pozza. Ripercorre la vicenda di Herman Sörge, un eclettico architetto vissuto in Germania nella prima metà del secolo scorso. Durante il periodo delle Repubblica di Weimar costui lanciò il progetto di costruzione di un sistema di dighe capace di isolare e lasciar prosciugare il mar Mediterraneo collegando via terra l’Europa con l’Africa. L’idea riprendeva le informazioni scientifiche, confermate all’epoca dai carotaggi, secondo le quali alla fine della seconda era glaciale vi fu nel nostro pianeta un prosciugamento naturale dell’area mediterranea.

Il beneficio derivante da tale opera sarebbe stato soprattutto energetico perché le due dighe poste una a Gibilterra e l’altra ai Dardanelli sarebbero state dotate di un gigantesco sistema di turbine per la produzione di energia elettrica. Si sarebbero create inoltre vaste aree di territorio che avrebbe potuto nel tempo essere destinato a coltura agricola. Il tutto in un secolo, un secolo e mezzo. Sarebbe così nato un super-continente primeggiante sul pianeta. Un’opera destinata a lasciare un segno indelebile nel destino dell’umanità.

 

All’inizio l’idea sedusse ed incuriosì vari ambienti sia scientifici che politici dell’epoca, ma l’avvento del nazismo la boicottò e la fece cadere. Tra gli interessati della prima ora vi era stato ad esempio Erich Mendelssohn, architetto esponente del movimento sionista mondiale e amico di Einstein. Costui sostenne le iniziative di diffusione dell’idea e contribuì ad arricchire il progetto.  Ma il progetto violava la Convenzione di Motreaux firmata dalla Germania nel 1936 sulla libertà di passaggio Bosforo/Dardaneli. Pertanto alla fine degli anni trenta Hitler commissionò un cortometraggio propagandistico contro Atlantropa che ebbe molta influenza negativa presso l’opinione pubblica tedesca.

Nel dopoguerra, secondo il racconto di GUERRIERI, gli americani corteggiarono per un po’ Sörge nel tentativo di lanciare il progetto all’ONU (in fase di costituzione) per il suo carattere unificante tra le nazioni, ma poi l’avvento dell’energia nucleare lo rese inutile.

In realtà si trattava di un’opera di difficile realizzo. Avrebbe richiesto di riversare in mare almeno due chilometri cubi di rocce e pietre ricavate dai monti andalusi e la costruzione di uno zoccolo largo 2.5 km solcato da autostrade e acquedotti tra la costa di Gibilterra e il Marocco. Il progetto prevedeva sulla diga anche la presenza di una aeroporto, un parco nazionale, turbine e cascate molto più grandi di quelle di Niagara. Inoltre il terreno riemerso non sarebbe stato utile per l’agricoltura a causa della elevata salinità, come dimostra oggi il prosciugamento di una parte del lago d’Aral, considerato uno dei più grandi disastri ecologici degli ultimi 50 anni.

 

Nel dicembre del 1952 Sörge morì a causa di un incidente a Monaco. Un’auto si scontrò con lui mentre andava in bicicletta. Non mancano ancor oggi le ipotesi di omicidio mascherato. La sua eliminazione infatti ha tolto di mezzo un argomento potentemente suggestivo in favore dell’energia idroelettrica osteggiata dai poteri petroliferi.

Nel 1960 è stato chiuso l’Istituto Atlantropa spegnendo così una grande suggestione scientifica e culturale del Novecento. Rimane un Archivio presso il Deutches Museum di Monaco.

 

 


domenica 13 giugno 2021

Pentagon Papiers 1971

 



-        13 Giugno. Il NYT inizia la pubblicazione dei Pentagon Papers. Si tratta di documenti riservati della ex segreteria di stato Mc Namara dai quali risulta la piena consapevolezza fin dal 1966 da parte dei vertici militari americani della impossibilità di vincere la guerra del Viet Nam. Ciò vale anche per le operazioni in Cambogia e Laos tutte iniziate prima di informare l’opinione pubblica. In pratica la consapevole prospettiva di sconfitta era stata sistematicamente nascosta e negata dal governo americano coprendola con la propaganda sulla difesa della democrazia. Dopo il 30 giugno la pubblicazione continuerà sul Washington Post. Il Presidente Nixon reagirà attaccando e reprimendo la libertà di stampa. Oggi la vicenda è stata resa nota col film del 2017 diretto da Steven Spielberg.

 

 

 


martedì 1 giugno 2021

L' esorcista cinquant'anni fa

 





Nel mese di Giugno del 1971 esce la prima edizione omnibus de L’esorcista, di William Peter Blatty. E’ uno dei best seller storici. Era già uscito a New York all’inizio dell’anno e diventerà il successo mondiale dell’anno con una vendita di 11 Milioni di copie. La traduzione italiana, molto efficace, per i tipi della Mondadori è di Maria Basaglia, una attrice poliedrica del ventennio che si era giocata la carriera con la sua partecipazione alla Rsi. Ma le basta questa traduzione in età avanzata per riscattarsi.

 

Ma in Italia non sarà il libro ad avere successo bensì il cinema di William Friedkind che uscirà nel 1973. Il successo del film è mondiale e duraturo; campione mondiale dell’anno al box office, due Oscar e quattro Golden Globe, ancora nel 2010, dopo un rinnovato successo nelle sale, verrà scelto per la conservazione nel National Film Registry. Oltre al successo di cassetta, di pubblico e di critica (anche se con qualche leggera accusa di banalizzazione del romanzo) il film avrà una forte influenza sugli sviluppi successivi del genere horror.

E’ opportuno notare che il successo del film va ascritto anche a scelte artistiche precipue, ma sicuramente è la storia ad agire da principale fattore di successo. Essa infatti contiene un potente sistema di inquietudini simboliche capaci di parlare al profondo della generazione sessantottina e sa penetrare il gusto dello spettatore/lettore.

Siamo quindi difronte ad un binomio felice romanzo/film dove ciascuna delle due opere arricchisce l’altra dal punto di vista artistico e qualitativo.

 

La storia è ambientata a Georgetown, un dipartimento della città di Washington, dove la figlia dodicenne di un’attrice divorziata viene posseduta dal demonio. Il giovane gesuita padre Karras con l’anziano prete Lankester MERRIN, l’esorcista appunto, cercano di salvarla. Ma la lotta è lunga, terribile e pur rivelando un successo finale sul piano spirituale, lascia sul campo le vittime delle sconfitte umane.

Essa, la storia, viene concepita dalla psicologia travagliata del quarantaduenne autore di sceneggiature W.P. Blatty nel luglio del 1969 quando, affittata una capanna di tronchi d’albero sul lago Tahoc egli inizia a scrivere il libro. Egli, cattolico di famiglia libanese immigrata, è in crisi con la seconda moglie ed è reduce dal dramma relativo alla morte della madre da lui medesimo abbandonata in una casa di riposo.

E’ questo suo rapporto auto-colpevolizzante con la madre che lo spinge verso idee spiritistiche anche sotto l’influenza del libro “The Other Side” del vescovo anglicano James Pike. Un’altra fonte di ispirazione è la storia vera di Roland Doe, sedicenne posseduto nel Maryland nel 1949. Questa storia verrà molto scandagliata nei decenni successivi mostrando l’origine delle idee di fondo sul comportamento del posseduto; ovvero la parte più sconvolgente dell’intera narrazione.

Blatty finisce il lavoro manoscritto nel Giugno del 1970 servendosi di appunti disordinati, ma nella seconda parte dell’anno si riconcilia con la moglie e assieme a costei rivede il romanzo portando a termine la stesura del dattiloscritto. Dopo i primi mesi di successo, che fu immediato, del libro Blatty negozia il contratto relativo alla sceneggiatura del film e con Billy Friedkind si recano a Washington per la selezione degli esterni. E’ lì che evidentemente viene individuata la casa e la famosissima scalinata di M Steet.

 

 

 

Blatty ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura, che si distacca dal romanzo laddove inserisce il dramma del rapporto madre/figlio che perseguita padre Karras. Un dramma che nel libro non c’è. Il punto di forza però della storia rimane il comportamento del soggetto indemoniato ovvero la ragazzina Reagan che nonostante il pauroso aspetto demoniaco, indovinatissimo negli effetti speciali del film, cattura il pubblico e lo porta dalla sua parte. All’uscita del film infatti fummo tutti convinti che Reagan era una vittima innocente salvata eroicamente da un religioso eroe.

 

Come ho già scritto in un post precedente, in occasione della sua morte avvenuta a Gennaio 2017, Blatty col suo libro e con il film del quale fu sceneggiatore, fu di fatto la risposta cattolica alla secolarizzazione sessantottina: non siamo completamente padroni di noi stessi, il Male può catturarci e distruggerci. Ma la Chiesa conosce l’arma che vince il Male. Gesù ha dato ai cristiani l’arma dell’esorcismo, che può essere usata solo dalla Chiesa: la nostra coscienza da sola non è tutto.

 

 Il pubblico italiano ebbe anche una fortuna in più: il magnifico doppiaggio di Laura Betti. La voce italiana del demone nel film è infatti sua e la genialità di quella storia sta proprio nel fatto che il demone Pazusu che possiede la piccola Reagan abbia nel "suono della sua voce il più osceno e terrificante dei suoi attributi".




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http://omniavulnerant.over-blog.it/2019/10/le-verita-nascoste-di-mieli.html





giovedì 6 maggio 2021

Milena Sutter, 1971

- - Il 6 Maggio 1971 scompare Milena Sutter, il cadavere verrà ritrovato il 20 Maggio nel mare genovese. Arrestato e condannato all’ergastolo Lorenzo Bozano, che si dichiara tutt’oggi innocente.

domenica 2 maggio 2021

Third Phase running

 





Oggi, la domenica susseguente al Primo Maggio Festa del lavoro, i giornali non escono e il mainstream  è silente. Si può dunque approfittare per cogliere un petalo di libertà di pensiero ed osservare lo scatto pseudo ottimistico che ci viene proposto in questi giorni. A che punto siamo nella transizione?

Raggiunti gli obiettivi di distruzione del vecchio modello produttivo occorre ora uno scatto verso l’upgrading vaccinocrate. Ciò permetterà di presentarsi ai tavoli della distribuzione con le borse sufficientemente vuote.

E’ aperto il dibattito sull’abbandono delle mascherine. Attualmente sono in vigore le raccomandazioni ISS che prevedono la necessità di portarle ANCHE SE VACCINATI. Si tratta ovviamente di una sciocchezza scientifica perché le trame del tessuto di queste mascherine sono così larghe da far passare qualsiasi virus.  Ma è l’effetto psicologico che conta: finché ci sono le mascherine c’è la pandemia percepita e con essa l’emergenza. L’importante è arrivare al balancing step del WEF. Dopo si potrà uscire.

In ogni caso per i paesi NATO fa scuola Israele che, raggiunto il 60% di immunizzati, ha liberalizzato. Attenti però all’euforia del liberi tutti perché abbiamo visto 45 morti schiacciati dalla folla per una manifestazione religiosa massiva. Israele docet. (Israele non fa parte della alleanza militare nè del mercato comune, ma i suoi servizi segreti e il suo soft power sì).

Cinquantamila aziende e un milione di addetti sono senza lavoro ma non è detto che bastino al WEF. In ogni caso, siano sufficienti o meno, il successivo step sarà in autunno quando l’Italia di Draghi potrà prendere il premio “primo della classe” con solenne celebrazione al G20 del nuovo rinascimento.

Nel frattempo forse si potrebbero anche riaprire le scuole in Luglio e Agosto per tenere in casa le famiglie ed evitare il sovraffollamento delle spiagge.

Ci saranno i tamponi per l’autodiagnosi massiva. Ma la vera partita sono gli effetti collaterali sulla nuova generazione e mano a mano che si riduce la massa di non vaccinati aumenta la concentrazione di no vax e negazionisti. Occorre pertanto accelerare la riconversione degli apparati verso il modello orwelliano di Though Police. Ogni resistenza al cambiamento degli apparati polizieschi va rimossa e per questo è iniziato lo stillicidio di notizie sulla polizia inadeguata. Israele, dove la polizia viene accusata dai corrispondenti di essere responsabile di quanto è accaduto per aver messo le transenne, docet.

I comandi dei Carabinieri sono riservatamente mobilitati per criminalizzare (far passare per terroristi) le dissidenze in modo da stanare ogni opposizione antivax. Occorrerà infatti spostare la battaglia dall’ambito virtuale a quello dell’Ordine Pubblico. La polizia postale monitora i complottisti e l’OVRA (Organizzazione Vaccinista per la Repressione Antivax) organizza le provocazioni. Quando il dissenso sarà sradicato la polizia verrà disarmata. Il modello orwelliano di comunicazione sta sostituendo il manganello in favore dell’orwelliana Though Police. Tutto ok.

Con la benedizione della Chiesa bergoliana questa transizione (verso la fase due del Great Reset) verrà chiamata, come previsto, “New Normal” e sarà presentata come ritorno graduale alla normalità. Ma si tratterà di un processo accompagnato da terapie collettive. L’inseminazione ansiogena del decennio precedente e il picco pandemico avranno spianato la strada per l’ubriacatura ansiolitica e l’orgasmo di Big Pharma.

 

[Sui vaccini a vettore virale (Mod. RNA) prosegue la sperimentazione di massa. L’esercito internazionale di giovani biologhe è chiamato ad intensificare gli sforzi per individuare i rischi di effetti collaterali sul lungo periodo e sulla trasmissione genetica nonché produrre i tamponi fai da te. Occorre raccogliere “as soon as possible” montagne e montagne di dati per alimentare i database dell’AI (INTELIGENZA ARTIFICIALE).

Chi guiderà il passaggio (o meglio il ritorno) della vita su Marte?

Su questo continua il silenzio assoluto

 


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                                                Mejo un campari che un gato dispari ...


(Battuta antivicentina degli studenti padovani al Caffè Pedrocchi)





venerdì 23 aprile 2021

Trump, John George

 




John George Trump è nato A New York il 21 Agosto del 1907 ed è morto il 21 Febbraio 1985. Fu professore al MIT dal 1936 al 1973. Egli non seguì la carriera di imprenditorialità edilizia del fratello e della sorella, preferì lo studio teorico dell’ingegneria e della fisica laureandosi prima a new York e prendendo il dottorato presso il MIT nel 1933. Durante WW2 egli ebbe la possibilità di partecipare allo sviluppo di tecnologie segrete lavorando presso la Radar Division, il cui chairman era il presidente del MIT, e divenendo nel 1942 segretario del Comitato per le Microonde. Ciò gli permise di collaborare con il Britain's Telecommunications Research Establishment.

Egli però è balzato alle cronache odierne che hanno visto suo nipote Donald Trump divenire Presidente degli USA, per la sua relazione con le ricerche di Tesla. Alla morte di quest’ultimo infatti, morte che avvenne a New York nel Gennaio del 1943, i progetti e gli appunti vennero messi in custodia e vennero affidati proprio a Trump, che a questo punto ne aveva le competenze, il compito di analizzarli e studiarli.

Nel 1952 gli eredi Tesla (la nipote) ottennero il diritto di rientrare in possesso delle proprietà del nonno e sessanta bauli vennero a più riprese inviati a Belgrado assieme alla ceneri che dal 1957 sono riposte in un mausoleo dedicato alla memoria dello scienziato. Ciò fu reso possibile anche dal fatto che John George Trump aveva dichiarato i materiali scientifici di Tesla da lui esaminati non pericolosi per la sicurezza nazionale anche qualora fossero finiti in mani nemiche.

 

Nel corso del 2019 in una delle tante polemiche contro Donald Trump molti giornali americani veicolarono la tesi che il Presidente fosse affetto da seri disturbi mentali e che i suoi tweet in particolare esprimessero un patologico desiderio di crudeltà e vendetta. Ebbene in quel frangente Donald Trump fece una dichiarazione secondo la quale egli si sarebbe fatto costruire “la più potente arma di distruzione mai posseduta da essere umano”. Potrebbe essere una tipica provocazione egocentrica oppure una preoccupante esternazione di portata geopolitica. Sta di fatto che le paure dell’opinione pubblica americana sono state in tale periodo alimentate da ipotesi giornalistiche secondo le quali Donald potrebbe essere stato in possesso di informazioni scientifiche segrete sugli studi di Tesla passategli da suo zio. Tali informazioni potrebbero quindi essere state sviluppate in una speciale arma segreta oggi in possesso del Pentagono.

Esiste quindi una tesi complottista sulle armi segrete Tesla-Trump. Essa in sintesi narra che non tutti i bauli contenenti l’eredità di Nikola Tesla sarebbero stati inviati a Belgrado negli anni cinquanta, ma una ventina di essi, contenente importanti tesi energetiche, sarebbero rimasti a disposizione della FBI fino al 1966 quando il Presidente Lyndon Johnson dispose lo scioglimento dell’ufficio (come quello dei mitici X-Files) che li conservava. Allora essi sarebbero tornati a disposizione del loro esaminatore al MIT. In effetti all’epoca si era parlato, senza suscitare particolare interesse, di un esperimento chiamato NICK PROJET per valutare la realizzabilità delle invenzioni Tesla. Sta di fatto che nella documentazione e la letteratura scientifica oggi disponibile sui materiali Tesla sembra vi siano dei riferimenti scritti dallo scienziato stesso a progetti di cui non si trova traccia né negli USA né nella ex Jugoslavia.

Si tratterebbe di “energia libera” e del famoso “raggio della morte” reso famoso dai fumetti americani. In pratica armi in grado di abbattere e/o distruggere aerei in volo senza lasciare tracce. Accidenti.

 

In ogni caso è utile sapere che nel corso del 2020 anche sulle riviste italiane è apparsa più volte la notizia che la startup neozelandese EMROD ha realizzato il prototipo per la trasmissione elettrica wireless cosa che permetterebbe l’elettricità senza fili e l’auto senza batterie. Ebbene il campo privilegiato dalle storiche sperimentazioni di Nicola Tesla era proprio la trasmissione di energia senza bisogno di cavi. Tra gli esempi che girano c’è quello della torre Khalifa, un noto grattacielo di Dubai che permetterebbe di posizionare un ripetitore a 828 metri di altezza, permettendo così la trasmissione wifi della corrente elettrica a distanze di 102 Km. Perbacco.

 




Il rapimento della figlioccia di John Lennon

 





Il 23 Aprile del 1971, mentre a Valdagno si contano gli incarcerati a Padova per l'abbattimento della statua di Marzotto, John Winston Ono Lennon e Yoko Ono vengono coinvolti nella vicenda nota come  Rapimento di Kyoko. 

Si tratta di Kyoco Chan Cox figlia di primo letto di Yoko Ono. 

Albert Goldman nella sua ostile biografia su John Lennon racconta a pg 392 e segg che l’ex marito di Yoko con la sua nuova moglie Melinda Kendall ottennero l’affidamento della figlia Kyoco Chan Cox. Costei era tenuta nascosta a Maiorca presso il Maharishi Yogi quando i Lennon la presero arbitrariamente in custodia correndo il rischio di essere accusati di rapimento. 

In effetti la polizia di Palma de Maiorca li bloccò per dodici giorni con tanto di sequestro del passaporto. 

Fu il manager Allen Klein a negoziare la soluzione: gli affidatari se ne andarono dall’isola in cambio di soldi in nero. Tornato a Londra John compose Imagine aggiungendo… all the people living life in peace).




domenica 18 aprile 2021

il diciannove aprile di Valdagno

 


Il 19 Aprile del 1968 alla sera, dopo una giornata di manifestazione sindacale con sciopero e presidio delle portinerie, il monumento a Gaetano Marzotto senior è stato abbattuto tra le 20 e 45 e le 21.





Una corretta ricostruzione storiografica della giornata del 19 Aprile 1968 non può che passare attraverso l’esame di alcuni documenti. In primis il documento il rapporto del Commissario alla Pubblica Sicurezza. SI tratta del DOCUMENTO ALLEGATO alla denuncia per reati commessi da 42 persone in stato di arresto con altre cinque a piede libero.

I responsabili delle forze dell’ordine in quella giornata furono il vice questore dr. Vincenzo Patania e il comandante della tenenza dei carabinieri ANDREA FOTI.

Cronaca:

Venerdì 19 Aprile 1968. Stabilimento Marzotto Valdagno (largo Margherita 1)

ore 5,00 – un plotone di carabinieri prende posizione sugli scalini della portineria e con dei cordoncini viene allestito un passaggio che ha lo scopo di garantire la libertà di ingresso a funzionari, impiegati e dirigenti durante il previsto sciopero. Dieci giorni prima in un analogo sciopero gruppi di impiegati erano andati al lavoro e gli operai organizzatori avevano annunciato pubblicamente che non avrebbero più consentito l’ingresso allo stabilimento a nessuno.

ore 6,00 gli operai che escono dal turno di notte si fermano sulla scalinata per costituire il picchetto di sciopero sindacale.

Ore 7,00 si crea un sempre maggiore assembramento su tutta la scalinata e progressivamente sul piazzale. Il tenente Foti ordina ripetutamente lo sgombero della scalinata ma non viene ascoltato e quando i carabinieri cominciano a spingere fisicamente alcune persone iniziano i primi tafferugli con urla ed insulti. Il rapporto riferisce del primo ferimento di un carabiniere da parte di una donna che lo colpisce con la borsa. I carabinieri sono totalmente accerchiati e di fatto immobilizzati da una folla che supera già il migliaio di persone. Le scalinate sono irraggiungibili a chiunque si unisca all’assembramento.

Ore 8 -  8,30 arrivano progressivamente frotte di giovani delle scuole medie superiori in solidarietà. La folla li applaude e li lascia passare su piazzale. Fonti sindacali parlano di trecento studenti. Il rapporto di polizia dice che essi siano stati fomentati a partecipare allo sciopero davanti ai cancelli delle scuole da soggetti “estranei a Valdagno”.

Ore 8.30 – 9 arrivano funzionari di polizia che però non sono messi in grado di raggiungere i carabinieri intrappolati. Si riaccendono i tafferugli sulla scalinata, alcuni dimostranti aggrediscono e picchiano con calci e pugni il tenente Foti. A questo unto i cordoncini dell’inutile passaggio lungo la scalinata sono spariti.

Ore 9 – 9.30 arrivano altre forze di polizia. I funzionari di polizia ordinano la prima carica. E’ in questo momento che la massa operaia, composta da migliaia di valdagnesi reagisce inaspettatamente contro le forze di polizia. Ogni ordine di assembramento viene disatteso con fermezza e la carica non sortisce effetto.

 

L’assembramento rimane per tutta la mattinata con una lenta diminuzione che però si ricostituisce tra le ore 13 -13,30 in vista del secondo turno di lavoro.

Ore 14.30 un assembramento di oltre 500 persone presidia ancora la portineria, i carabinieri mettono in atto una “manovra di alleggerimento del servizio” ma “un gruppo di facinorosi” li assale “alle spalle” con violenza. Seconda carica di polizia.

L’obiettivo dichiarato dal vice questore Patania è quello di “strappare dalle mani dei violenti alcuni militi” e il rapporto afferma che “i funzionari riconoscono con certezza alcuni studenti di sociologia di Trento e alcuni iscritti al PSIUP DI VICENZA”.

Vi sono qui i primi due fermi che riguardano Savi Luciano e Massignani Guido i quali non sono né studenti né militanti del Psiup. L’accusa è quella di “oltraggio e violenza alla forza pubblica”.

Questa notizia re-innesca un terzo progressivo assembramento di valdagnesi davanti alla fabbrica con una dimensione ancora più grande della mattinata, che raggiunge l’ordine delle migliaia alle ore 17. A costoro si aggiungono vari rappresentanti del Consiglio Comunale ed esponenti del commercio e delle botteghe del centro. Intervengono il vice sindaco Visonà e il Professor Sergio Perin. Il loro discorso sulla scalinata contiene anche accenni di rimostranza verso le forze dell’ordine. Ma soprattutto contiene l’impegno a coinvolgere il Comune nella trattativa per comporre la vertenza e richiede il rilascio dei due fermati.

Il professor Perin e il Commissario di Pubblica Sicurezza con la confusa presenza di sindacalisti intavolano una trattativa nei locali della portineria per il rilascio dei fermati e lo sfollamento della piazza. Ma l’assembramento, lanciato con il passa parola, non si scioglie.

ORE 19 Il sindacalista della UIL Manfron e Sergio Perin riprendono la parola dalla scalinata e annunciano la definitiva conclusione della giornata di lotta invitando i cittadini e i lavoratori a tornare a casa. I due fermati, essi affermano, sono stati rilasciati.

C’è un leggero sfollamento ma molti rimangono. La questura parla di seicento persone che lanciano “grida di sedizione” contro le forze dell’ordine.

Tra le 19 e le 19,30 avviene il secondo salto di violenza della giornata perché parte una fitta sassaiola che si abbatte anche sulle finestre della sala mensa. La situazione si rivela non più governabile e il vice questore Vincenzo Patania ordina la terza carica che questa volta è molto pesante con rinforzi della Celere giunti da Padova, l’uso del gas lacrimogeno e il sopraggiungere dell’oscurità.

Lungo le vie d’accesso iniziano i caroselli dei carabinieri con pestaggi e fermi. Vengono divelti pezzi di travertino dal ponte degli operai, la villa di Paolo Marzotto, oggi sede del centro Villa Serena, viene fatta oggetto di incursioni nel giardino. Altri atti di violenza vengono segnalati nelle ville dei dirigenti.               Vi sono anche accensioni di falò, uno dei quali davanti al cancello della villa di Gaetano jr oggi sede del Centro Anziani Villa Margherita. Fino a notte inoltrata continuano le violenze e gli arresti arbitrari in varie parti della città e saranno soprattutto queste a colpire la stampa locale e nazionale dei giorni successivi.

Ma per descrivere questa parte della giornata, la più scomposta e violenta la cosa migliore è ricorrese alla descrizione che ne fece il professor Giuliano Zoso, poi onorevole. Costui scrisse al ministro degli Interni quanto segue:

“ In merito ai gravi incidenti avvenuti a Valdagno, venerdì 19 Aprile 1968, in occasione dello sciopero dei dipendenti della Marzotto … si richiama l’attenzione sua, Signor Ministro, … sul comportamento delle forze dell’ordine in occasione dei sottoindicati eventi:

a)      tra le  19,45 e le 21.00 circa, una ventina di dimostranti infrangevano i vetri della mensa aziendale;

b)      tra le 20,45 e le 21,00, a meno di un kilometro di distanza veniva abbattuto il monumento a G. Marzotto;

c)       tra le 22 e le 23 venivano compiuto atti vandalici contro il Magazzino della Lana, il Jolly Pasubio e il Ponte del Tessitore. Testimoni oculari hanno dichiarato che si trattò sempre di piccoli gruppi, che potevano facilmente essere dispersi.

Le forze dell’ordine, invece, rimasero arroccate dentro allo stabilimento e in caserma, mentre sarebbero state in numero sufficiente per un’azione dimostrativa in grado di sedare sul nascere ogni tumulto.

Tenendo presente che i primi scontri della sera cominciarono verso le ore 19,00 e che la polizia agì su larga scala solo dopo le 23.00 risulta che Valdagno rimase senza adeguata protezione per più di quattro ore.

Nel frattempo carabinieri e polizia difesero esclusivamente la Portineria del Lanificio e la Caserma, nei pressi della quale i carabinieri operarono alcuni fermi di giovani tra i 14 e i 21 anni, verso le ore 19, tre di questi venivano picchiati e malmenati prima che fossero loro richieste le rispettive generalità. Solo in un secondo tempo furono rilasciati perché manifestamente estranei agli incidenti. I rastrellamenti cominciarono dopo le ore 23. Tale ritardo implicò l’arresto indiscriminato di persone che a quell’ora erano casualmente per strada.

Questo spiega perché sono state fermate, tradotte in prigione e denunciate persone che non avevano partecipato agli atti commessi in precedenza. […]”

 

 

Il testo prosegue poi evidenziando un giudizio di “manifesta disorganizzazione” ed incapacità dei carabinieri dal quale egli, a nome del Movimento Giovanile D.C. trae “motivo di gravi perplessità sul modo con cui viene impiegata la forza pubblica.

Ma l’affermazione più significativa viene fatta nel capoverso successivo laddove egli scrive:

Infatti, al di là dell’iniziale manifesta disorganizzazione, e pur tenendo conto dell’attiva presenza di alcuni elementi estranei all’ambiente tesi a strumentalizzare in senso eversivo una vertenza strettamente sindacale, si fa strada e prende corpo il dubbio che polizia e carabinieri siano al servizio più dei privati che della comunità …”.

E conclude con una serie di considerazioni finali a supporto della richiesta che siano prese “adeguate e severe misure affinché simili azioni non abbiano a ripetersi.”

La lettera porta la data del 27 Aprile 1968. I privati qui citati non possono essere altri che i Marzotto e i loro dirigenti.

 



 

La stampa dei giorni successivi e i Marzotto si accaniranno sul concetto delle ingerenze estranee ma se anche ciò fosse stato come risultato di azioni e provocazioni infiltrate dalla polizia ciò riguarderebbe i vandalismi dell’ultima parte della giornata. Tutto ciò che è avvenuto nella giornata, compreso l’abbattimento della statua di Gaetano Marzotto sr lo hanno fatto i valligiani.









 


martedì 16 marzo 2021

Caro Aldo Moro stai sereno

 





[16 Marzo 2021]

Nel 43 esimo da Via Fani emerge qualche timido cenno di verità. Non ho capito perché l’anno scorso quando era già tutto pronto con la relazione Fioroni dell’ultima commissione Moro, non se ne è parlato. Forse il mainstream non era pronto e si reso necessario il lavoro di più di un anno per preparare la nuova strategia di narrazione.

C’è anche da dire che la Commissione Fioroni era stata composta nella legislatura precedente e i nuovi parlamentari dovevano studiare gli atti, sta di fatto che sono passati in tutto due anni nel silenzio totale sulla verità già disponibile negli atti pubblici. A stare zitto è stato il mainstream. E vedremo come si evolverà la cosa nei prossimi cinquanta giorni.

Le novità vengono centellinate. La principale che oggi mi è passata sotto gli occhi è quella di Rai Storia nella rubrica IL GIORNO E LA STORIA dove il commento è stato affidato al direttore della Gazzetta del Mezzogiorno. Ebbene costui ha detto con chiarezza che i brigatisti quella mattina non erano soli ma c’era un gran crocevia di servizi segreti da tutto il mondo. Egli nomina americani, sovietici Israele e OLP e commenta che le grandi potenze temevano che la politica di Moro potesse destabilizzare gli equilibri occidentali ed orientali. Moro infatti lavorava per un compimento totale del sistema democratico in Italia con l’alternanza tra maggioranza e opposizione aperta anche ai comunisti.

Ma oltre a questo il commento del direttore della Gazzetta del Mezzogiorno risulta sorprendente perché accenna al fatto che Moro, dopo 55 gg terribili, sarebbe stato ucciso da un killer della ‘ndrangheta che era già presente a via Fani.

Ciò significherebbe che non sono state le Brigate Rosse ad uccidere Moro e questa sarebbe la affermazione più difficile da accettare dalla opinione pubblica e comporterebbe una smentita difficilmente sostenibile della narrazione ufficiale concordata tra Cossiga e Morucci.

Quest’ultima parte non viene accennata dal Fatto Quotidiano. Esso, con un articolo di tale Gianluca Cicinelli, una firma che non avevo mai visto prima, a pagina 17 incentra le novità sulla sparatoria, parlando esplicitamente di “depistaggio di Stato” e manipolazioni delle perizie che verrebbero dimostrati ed acquisiti nella relazione Fioroni. Quel giorno a Via Fani si sparò anche dal lato destro della strada e con una perizia incompatibile con il livello di preparazione militare di Bonisoli & C. Il punto è che pertanto anche la scorta, i poliziotti e gli uomini dello Stato, non sarebbero stati uccisi dalle Br, e la roro eliminazione avrebbe fatto parte di una pianificazione con copertura dei nostri servizi.

Non sono state le Brigate Rosse, che però se ne sono assunte la responsabilità politica, ma è stato lo Stato Italiano soggiogato da poteri extra nazionali, ad eliminare Moro. E’ una verità difficile da dire ufficialmente; soprattutto da parte di giornalisti che sui precedenti 43 anni di balle hanno costruito la propria carriera.

 

 


domenica 14 marzo 2021

Dall’ALASCA a MADAME, strage di buon senso.

 






Anche questa settimana avvalendomi del diritto alla libertà di pensiero leggo i giornali ed esprimo le mie opinioni.

Ebbene noto che il NYT titola sulla lotta al Covid in Alasca e dedica un articolo ad Elon Musk osannato in Cina sui social mentre Il Giornale di Vicenza assomiglia sempre più ad un bollettino sanitario vaccinista innamorato di Big Pharma.

1 - Il governo federale USA non si lascia spaventare dai costi della campagna di vaccinazione in Alasca. Raggiunge i più sparuti centri e vaccina in casa. E’ un colpo di reni per prevenire un blocco totale ancor più drammatico: “a blacklash to battling a lockdown”. Chi più vaccina più conta e le multinazionali tengono d’occhio i vari governi.

Sulla Cina l’articolo di Raymond Zhong sfarfalleggia tra i commenti favorevoli che la rete cinese concede ai fans di Elon Musk per i suoi lanci Space X verso Marte e per il suo endorsement alle azioni GameStop (che avevano scosso a sorpresa i mercati finanziari). Tra una riga e l’altra si chiarisce che a Shanghai nel 2019 ha preso avvio l’attività di una gigantesca fabbrica di automobili futuristiche Tesla. Ma il regime politico cinese mantiene le riserve verso il Tycoon; lo considera troppo spregiudicato e poco attento ai lavoratori. Ieri la crescita di prestigio di Mask veniva presentata come un successo che veniva ostacolato da Trump, oggi come un successo che viene ostacolato dal regime comunista.  

Il problema vero è che Musk si muove al di fuori dei diktat dell’establshment e ciò dà fastidio ai giornali di regime. 

 

2 – Il Sole24Ore presenta, tra altre finezze, un’intervista a Pasquale Frega, Ceo di Novartis Italia, nella quale vengono pompate le scelte comunicative della multinazionale farmaceutica. Essa inaugura una comunicazione diretta con le famiglie italiane con l’obiettivo di migliorare la percezione verso la ricerca e i vaccini. Lo fa ricorrendo a filmati con contenuti tipicamente social e fa finta di essere motivata da un’etica che persegue obiettivi di miglioramento culturale degli italiani.

Ovviamente si tratta solamente delle solite balle del marketing farmaceutico. Un marketing sempre più invasivo che da decenni è orientato alla produzione di farmaci per persone sane (Viagra, Ritalin, vaccini ecc.) perché le persone malate sono un mercato troppo ristretto. Perciò si aumenta la quota di investimenti dedicati alla produzione di contenuti narrativi anziché alla ricerca di maggior sicurezza del farmaco.

 

3 -  Valdagno ha meno di 26 mila abitanti a fronte di Arzignano che segna quota 25.173, Siamo alle soglie del sorpasso e il nuovo direttore dell’azienda sanitaria sembra averlo molto chiaro. Anche i precedenti non erano male da questo punto di vista, ma almeno tentavano una vaccinazione più vicina alla gente. Questo se potesse ci farebbe vaccinare a Mestre. Magari con una legge d’obbligo vaccinale sostenuta da Confindustria e Sindacatì.

Il problema è che il centro politico si sposta sempre più dall’asse pedemontano alla pianura perché lì c’è più spazio per i capannoni. A ciò consegue che la salute dei cittadini diventa sempre più una funzione di business annebbiata dai calcoli elettorali dei politicanti. Una conferenza stampa di Zaia conta molto di più di ogni ricerca epidemiologica e una ministra di Trissino fa primavera molto di più di ogni rondine. Sono i media, bellezza!

 

4 – Il festival di Sanremo ha definitivamente perduto ogni qualità musicale e vive di sparate mediatiche. Tra queste il tentativo di lanciare MADAME, una ragazzina di Creazzo che non esita ad usare frasi come questa nelle interviste ai quotidiani nazional:” Tutti i giorni sentiamo maschi che parlano e cantano di cazzo e figa, solo loro possono?”. (Intervista di Stefano Mannucci sul Fatto Quotidiano di Giovedì 11 Marzo. Pagina 22) Costei viene presentata come una rivelazione “bisessuale” del Festival, cioè una che sa cantare. Ma attenzione: per non rovinarsi la piazza vicentina, notoriamente leghista, vien precisato che lei non fa parte della comunità Lgbt. Se la Terra fosse piatta si potrebbe almeno buttarla giù. Ma accidenti, è rotonda e dobbiamo tenercela…

 



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Solo Dio può scegliere a caso.

Arthur BLOCH, 

                                     La Legge di Murphy



venerdì 12 marzo 2021

Pensierini del week end

 





I padroni del mainstream che ci hanno rifilato la campagna di Me Too e ora quella di HARRY/MEG invocano il cambio di passo. E’ una parola d’ordine per iniziati per riassestare i rapporti finanziari tra NASDAC (neocapitalisti Techno) e Wall Street (tradizionali) in vista del cambio di fase.

 La Covid19 (nome della campagna mediatica che accompagna la omonima simulazione pandemica), che seguiva Me Too, che a sua volta seguiva quella di Greta Tumberg, ci ha dimostrato l’enorme potenza di fuoco del Global Mainstream mostrandoci un mondo intero che ripete papagallescamente gli stessi messaggi per un anno intero senza verifiche, senza approfondimenti e anzi, con bullismo mediatico contro le inchieste indipendenti. Significa che l’oligarchia mediatica che domina la comunicazione ansiogena vuole consolidare il controllo della fase entrante ma evidentemente non si sente ancora totalmente sicura. Intanto però l'Italia san-marian-lettiana, per non sentirsi fuori passo, mette in campo una ulteriore clausura e ci riempie di zone rosse.

Gli Stati sono alle schermaglie finali per il raggiungimento degli obiettivi WEF: i posti di lavoro distrutti finora sono ancora insufficienti, in particolare l’Europa deve mettere sul piatto qualche ulteriore decina di migliaia di disoccupati, ma tocca soprattutto ai paesi nordici che hanno fatto poco nel 2020. E vorrebbero in cambio un maggiore taglio del debito da parte del sud Europa.

 

Campagna Harry/Meg

Un’intervista top gossip americana (Ophra Winfrey) ha rilanciato il tema che possa esistere all’interno della Royal FAMILY una dialettica razzista. Una migliore integrazione dei neri nell’elite costituisce un obiettivo di medio termine e la campagna George Floyd ristagna. Occorre sciogliere le resistenze al cambiamento che caratterizzano la diplomazia segreta di Buckingham Palace e aprire la strada ad una discendenza multietnica nella Royal Family. Diana era stata eliminata perché incinta di un potenziale discendente musulmano incompatibile con le regole segrete del lignaggio reale britannico e la sua eliminazione aveva permesso di rimandare il problema per un paio di decenni, quelli appunto della globalizzazione con l’ascesa del ceto neocapitalista techno e il New Normal incalza. Ma ora non c’è più tempo; lo scettro dovrà cambiare a breve (statisticamente parlando) e il trono passerà a Charles con la conseguente linea dinastica. Pertanto se ci sono ancora battaglie dinastico/familiari da chiudere questo è il momento e Harry, che ha dimostrato disponibilità a staccarsi dalla gabbia del gioco dinastico e vive in California, deve pur lavorare per mantenere la famiglia e perciò si presta a fare da testimonial. Lo schema è un po’ questo: lui conferma la propria esclusione dal gioco dinastico in cambio di un cambiamento delle regole di palazzo che non escludano potenziali eredi di colore. Sua moglie possiede un genoma, diciamo così, multietnico e quello (o quella) che è in grembo potrebbe essere l’occasione per realizzare l’innovazione. Perciò nell’intervista Meghan si lascia (di proposito) sfuggire affermazioni del tipo: “Il primo membro di colore in questa famiglia deve avere gli stessi diritti che spettano agli altri nipoti” e parte la campagna antirazzista.

L’antirazzismo, come anche l’anti sessismo (discriminazioni di genere) e l’anti omofobia sono le condizioni per l’ingresso nel New Normal e il vecchio continente delle monarchie deve darsi una mossa. Anche questi nuovi valori devono entrare nel pensiero unico del terzo millennio. Quello dello Stakeholder Capitalism e della Telemedicina vaccinocratica. Non si può scherzare; si tratta di un processo che deve portare all’assunzione irreversibile da parte dell’élite del completo potere morale sul popolo bue.

 

 



MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...