venerdì 30 settembre 2016

Revisione costituzionale: un NO sul merito.(6)







Revisione costituzionale.

1 - L' Art. 64 si occupa dei rapporti tra maggioranza e minoranza parlamentari. Conferma l’istituto del Regolamento, che viene adottato a maggioranza assoluta, ma ne arricchisce la garanzia per le minoranze. Introduce infatti un nuovo comma che recita: ”I regolamenti delle camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari. Il regolamento della Camera dei Deputati disciplina lo statuto delle opposizioni.”



Vedo che la propaganda del NO deforma questa revisione. Il foglione del Fatto Quotidiano uscito il 27 Settembre ignora la nuova garanzia inserita e sostiene che: ” il nuovo art. 64 rinvia i diritti delle opposizioni esclusivamente ai regolamenti parlamentari…” evocando il pericolo che sia solo il governo e/o la maggioranza a “concederli o negarli”.

Si tratterebbe ovviamente di una grave mutilazione dei diritti per le opposizioni, ma da quanto capisco io le cose non stanno così. Forse la foga pessimistica, non certo la malafede, hanno portato i redattori a vedere nella nuova formulazione un pericolo che non c’è.



Io rimango convinto sul voto No naturalmente, ma non per questa argomentazione relativa all’art. 64. Io rimango convinto che la prima ragione del no è quella di contrastare l’accentramento e la personalizzazione in atto. Osservo però che qualora vi fosse una radicale modifica dell’Italicum le cose cambierebbero.

In ogni caso non credo proprio che ci siano i tempi per modificare la legge elettorale prima del voto referendario e credo quindi che si voterà in cogenza di una legge indegna.


domenica 25 settembre 2016

Scie chimiche









Le autorità russe e cinesi regolano il meteo delle grandi parate militari attraverso il rilascio di vapori capaci di dissolvere le nubi. Si tratta di prassi ufficiali, dichiarate e documentate. Io stesso ho sentito più volte i corrispondenti da Pechino, ad esempio in occasione delle parate per le olimpiadi, raccontare il meteo vigente come risultato di manipolazioni chimiche. Loro lo dicevano per denigrare, ma lo dicevano. E questo è il punto. Se qualcuno dice che lo fanno le autorità occidentali viene deriso, ma se invece lo dice in chiave anticomunista allora nessuno obietta.


Io non lo so se il meteo può essere manipolato deterministicamente o solo probabilisticamente, ma sono certo che può essere manipolato dall’uomo. E non c’è niente in questo che mi scandalizza. Qualcuno parla di cloud seeding come tecnologia ufficialmente riconosciuta che consisterebbe nell’irrorazione di ioduro d’argento ma, spiega, le Chemtrails vere e proprie nel cielo cinese non esistono.
Il fenomeno infatti si determina solo nei cieli dei paesi aderenti alla NATO.
Da quanto capisco pertanto occorre distinguere tra cloud seeding e chem trails laddove il primo viene praticato con certezza dai cinesi e, realisticamente, anche dagli occidentali, mentre il secondo solo dagli occidentali.

Quando si allude pertanto all’argomento “scie chimiche” riferendoci a quelle dei complottisti, occorrerebbe precisare che si tratterebbe di scie che non si dissolvono con la stesa rapidità di quelle originate dalla condensazione, ma persistono per varie ore generando nebbioline disperse, dando luogo ad un fenomeno che si determina solo nei cieli dei paesi NATO.


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Il tema introduce la prospettiva della guerra meteorologica, che è ben più cupo ed opprimente e perciò più antipatico agli anti complottisti. Costoro infatti preferiscono negare, o non prendere in considerazione la possibilità che le tecnologie di cloud seeding e i fenomeni di chemtrails (sia le une che le altre nuvolosità) possano essere riconducibili ad un uso bellico. Mentre in realtà nei livelli più informati della pubblica opinione è già noto che la RAF (Royal Air Force britannica) condusse apposite ricerche negli anni 50. La BBC nel 2001 infatti narrò dell’operazione Cumulus che nel 1952 avrebbe causato la morte di 35 persone nel Devon per nubifragio. Il disastro fu di origine artificiale, ma fu fatto passare per naturale.







venerdì 23 settembre 2016

De Cataldo Neve Sporca









Anni buoni per De Cataldo. E' un giallista che fa tendenza, almeno tra gli editori, i quali se lo contendono per aprire volumi da strenna. E ciò gli permette di centellinare la pubblicazione dei suoi racconti su più volumi. Una raccolta di racconti, diciamo cinque o sei, verrebbe venduta a diciassette euro in un unico libro invece oggi lo troviamo ad un racconto per volume, ciascun d’essi a diciassette, o più, euri. Ottima speculazione. Se fosse stato possibile anche ai suoi tempi Stevenson non sarebbe morto povero in una isola pressoché deserta.

Ma a differenza di Robert Louis, De Cataldo vive in un’epoca nella quale il giallo, più o meno noir, è un canale principe di comunicazione ambientale e perciò fare il giallista di successo è redditizio come lo era fare il giullare o il trovatore (di successo) nel medio evo. Il giallo infatti serve a comunicare l’immagine delle forze del cosiddetto ordine e i manipolatori necessitano sempre più di produzioni artistiche atte a sostenere il consenso popolare. Non per nulla molti tra i principali autori sono ex magistrati o ex agenti dei servizi, insomma gente esperta, appunto, in balle di Stato.


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In NEVE SPORCA, di De Cataldo, per Mancuso, della DIA, la lotta alla droga è un follia.

Sarebbe ora di ammettere che la coca è una realtà accettata universalmente, anzi che la società stessa è ormai apertamente cocainofila e sniffare è un comportamento che fa tendenza. In pratica invece di spendere un sacco di soldi dei contribuenti per dare la caccia ai boss, converrebbe legalizzarne il consumo allora sì che verrebbero colpiti gli interessi che stanno dietro questo mercato ormai anacronisticamente illegale.


Con questo personaggio De Cataldo fa un discorso apertamente trasparente e coraggioso ma nello sviluppo della storia non si sofferma a spiegare che i governi non legalizzeranno certo la coca fintantoché i narcoboss saranno anche coloro stessi che controllano il mercato delle armi e i piani di guerra internazionali. E perciò le convinzioni di Mancuso rimangono “segreti inconfessabili”.

In ogni caso, tornando al testo, questo scrupoloso ed esperto maggiore dell’antimafia si occupa di un infartuato a Courmaieur morto in un albergo ove si teneva un congresso di consulenti fiscali. E fiuta la pista: si tratta di un cadavere con falsa identità che nasconde Enrique Da Silva Serrano, contatto del clan calabrese dei Buccinasco.
E da lì parte una storia mirabolante, tra le migliori di DeCa.



giovedì 15 settembre 2016

Referendum e risparmio costi: un No sul merito (5)







Un governo allo strazio dell'economia, attorcigliato sugli effetti del renzianballismo (la balla corrente: con il sì si risparmiano 500 milioni di euro da destinare alla povertà) ha ancora l'ultima chance nel Referendum, ma teme drammaticamente di fare la fine di Cameron. Glielo hanno spiegato sia l'ambasciatore americano che Junker alla vigilia di una riunione UE che ha il sapore di una resa dei conti antieuropea. Dopo la tentazione di rinviarlo sine die abbiamo ora l'annuncio che verrà fissata la data entro la settimana prossima. Speriamo bene.
Nel frattempo ...


Pare che il testo del quesito referendario sia questo (Silvia Truzzi su FQ del 4/9/16):



Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della Parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 Aprile 2016?”.


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Si chiede quindi la disponibilità ad approvare un testo già riassunto nel titolo. Ed è il titolo della legge ad illustrarne i contenuti, molto più chiaramente del testo di legge stesso, direi.

Il testo del quesito investe quindi l’elettore di una certa consapevolezza, non risulta a mio parere un quesito incomprensibile o burocratico come alcuni precedenti. Ma bisogna augurarsi che la campagna serva a chiarire eventuali ambiguità.



Ad esempio in tema di superamento del bicameralismo occorrerà chiarire che ciò che verrebbe superato è solo il carattere paritario esistente tra le due camere perché il bicameralismo in quanto tale non viene superato affatto.

Quando poi si parla di contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, dopo aver premesso la riduzione del numero di parlamentari, occorrerà chiarire che l’intervento in questo senso non è per niente efficace, anzi quasi trascurabile.



Se si vuole ridurre i costi di funzionamento di una struttura politica bisogna incidere sulla sua macchina burocratica: funzionari, stipendi, rimborsi spese ecc., ma l’accostamento numero parlamentari/contenimento costi va in un’altra direzione e per essere incisivo deve portarsi via almeno il 20/25 % dei totale. Qui si cancellano più o meno 215 posti in tutto mentre la macchina istituzionale totale (deputati, senatori, consiglieri regionali, sindaci – supponendo che le provincie siano già cancellate -) raggiunge i 10156 posti. Si tratta del 2%.

E se si guarda al valore simbolico dell’intervento bisogna ricordare che i vitalizi e le indennità non vengono toccati. Non spetta alla Costituzione.

Si potrebbe dire che un elettore votando sì a fronte di questo quesito esprime il desiderio di ridurre i trattamenti dei parlamentari, ma è inesatto perché all’elettore viene chiesto se approva le disposizioni per il contenimento dei costi, ovvero disposizioni che dovrebbero essere contenute in tale testo, ma che non ci sono. L’art. 69 viene infatti modificato stabilendo che solo i membri della Camera ricevono una indennità, ma essa (com’è ovvio che sia) è stabilita dalla Legge, non dalla Costituzione.



Il CNEL viene abolito non attraverso un atto di soppressione come dice il quesito, ma attraverso la abrogazione dell’articolo 99 il quale interviene sugli organi ausiliari lasciando intatti gli atri due: Consiglio di Stato e Corte dei Conti. Anche le Provincie vengono cancellate dal nuovo testo dell’art. 114. Ma questi enti esistono in forza della legge istitutiva che li ha creati e non in virtù del principio costituzionale che li concepisce, pertanto la loro soppressione reale passa attraverso l’abolizione per legge, non attraverso la cancellazione del principio che li concepisce. Inoltre va ricordato che i dipendenti (pubblici) che li compongono vengono assorbiti da altri enti.



L’elettore che vota sì non sopprime l’ente, ma dà una indicazione di principio al Parlamento di agire in tal senso. Il Parlamento poi, quando vorrà, farà la legge di soppressione.



Quindi quella frase “contenimento de costi” è solo propagandistica e non riguarda il merito.



Per non dire poi della meschinità contenuta nell’idea di trattare come materia costituzionale aspetti economici di natura amministrativa e di cassa.

Su questo anzi è curioso osservare che nella stessa Relazione che accompagna il Disegno di Legge Renzi Boschi non vi è alcun passaggio o anche solo cenno inerente i costi della politica. Forse si vergognavano di scriverlo in documenti seri. E’ corretto pertanto rilevare che in quel documento, che introduce ed accompagna il testo di revisione, il Governo attesta di non avere alcuna volontà politica di agire sui costi degli eletti.



Il tema è stato inserito nel titolo del DDL, e oggi nel quesito referendario, come specchietto per le allodole.





Il Governo ha chiesto al Ministero dell’economia di quantificare i risparmi generati dalla riforma e il 28 Ottobre 2014 ne ha ottenuto una Nota (prot. 83572) del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato dalla quale risulta che il risparmio derivante dall’intervento sul Senato è pari a 49 milioni di Euro mentre quello derivante dalla soppressione del CNEL è pari a 8,7 milioni di Euro.



Questi sono i dati veri, il resto è solo demagogia.







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 Antica saggezza veneta:

                            "Tra verità e busìa, se vende la mercanzia..."

sabato 10 settembre 2016

cognate anagrams





Gli inglesi di divertono con questo tipo di "anagrammi affini" nei quali le lettere di una parola o frase vengono trasposte per formarne un'altra che contenga significato strettamente collegato.

Un esempio può essere il seguente:

                                           WILLIAM SHAKESPEARE/ We all make his prise
                                           (W. Shakespeare : il suo prezzo lo facciamo tutti noi)







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                                            http://www.linkiesta.it/it/article/2016/01/12/la-verita-e-che-shakespeare-non-e-mai-esistito/28863/         

MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...