domenica 29 settembre 2019

Oggi, 29 Settembre mi son svegliato e ,,,









Grazia Letizia Veronese, colei che, moglie del cantante di successo Lucio Battisti, scrisse con lo pseudonimo di Velezia i testi dell’album E già, uscito per le feste del 1982 ha perso lo scontro con il liquidatore della società Edizioni Musicali Acqua Azzurra srl. Tecnicamente però perché “politicamente”, come si diceva all’epoca, lo ha perso contro Mogol.

Ma in realtà ha vinto il moderno marketing digitale.


Quella società che deteneva i diritti del catalogo Mogol Battisti, ovvero l’Acqua Azzurra appunto, era nata il giorno del 26mo compleanno di Lucio cioè il 5 Marzo del 1969 e ha ceduto definitivamente i diritti nel 2019 nel giorno 29 settembre data legata alle avventure sentimentali di Giulio Rapetti. Battisti -  Mogol.


Ora le piattaforme on line come Spotify potranno finalmente offrire il download delle emozioni, colline dei ciliegi e giardini di Marzo che hanno affascinato la mia generazione.



Particolare curioso che rilevo da un articolo del Fatto Quotidiano: nel covo BR di Montenevoso vi era, tra l’altro, una collezione completa dei dischi Mogol Battisti. E venne sequestrata dai carabinieri del generale Dalla Chiesa.


mercoledì 25 settembre 2019

il Rubli gate dell'ENI










Per la NATO, struttura militare concepita, nata e cresciuta in funzione antisovietica, la Russia di Putin è ancora il nemico da abbattere. E ciò vale soprattutto dopo le umiliazioni ricevute in Crimea, nel Donbass ecc. nonché dopo le dimostrazioni di forza cui ha assistito in Siria e alla luce dei maldipancia trumpiani verso gli alleati europei che si autoriducono i contributi associativi. I suoi cervelloni però si consolano con le balle e le autocensure giornalistiche.


Dev’essere stato per questo che nessuna grande firma si è impegnata a dimostrare che le dimissioni di Salvini sono un vero rubli-gate. Avere un ministro dell’interno di un paese chiave dell’Alleanza che riceve finanziamenti dal nemico non è accettabile. Ciò vale evidentemente anche per l'Austria ove è scoppiato un simile caso prima delle elezioni e vale anche per quell’insopportabile (per l’establishment militare) Trump che ne combina di tutti i colori.


Ebbene i russi si permettono di interferire nelle politiche interne occidentali? Sì, lo penso anch'io ma non me ne stupisco affatto. Dopo cinquant’anni in cui è avvenuto l’esatto contrario nei confronti dei paesi del Patto di Varsavia e dopo che loro hanno sciolto le vecchie alleanze mentre noi le abbiamo rafforzate vorrei proprio vedere…


Quindi l’elemento vero che ha fatto scattare l’autosiluramento di Salvini e il susseguente colpo di scenario messo in atto con perfetto tatticismo dai politici addomesticati è del tutto sovranazionale. Deciso dall’alto. Ma sostenerlo ha un’aria complottistica fuori moda e soprattutto non serve a niente, quindi lasciamo stare e speriamo bene.



Intanto prendiamo atto che gli inquirenti sul caso Savoini, Meranda e Vannucci hanno iniziato a sospettare una correlazione tra quell’operazione e le manipolazioni che la multinazionale ENI fa sistematicamente sulla nostra politica interna ed hanno perquisito, con regolare mandato, gli uffici della multinazionale medesima a Milano. La cosa è avvenuta giusto nelle ore in cui stava decollando il mainstream sul vertice ONU, Greta Thumberg ecc. per cui su tale notizia non v’è stato clamore.






-----------

Ma vale sempre sperare nel messaggio della la commedia di Plauto MILES GLORIOSUS, dove il soldato fanfarone viene turlupinato dal servo Palestrione,,,

martedì 24 settembre 2019

Feste massoniche?







Il 20 settembre dell’anno 1870, ovvero nove anni dopo la creazione del Regno d’Italia e quattro dopo l’annessione del territorio veneto, abbiamo l’atto militare decisivo per la caduta del regno pontificio: la breccia di Porta Pia.

L’evento passa sempre in second’ordine sui quotidiani nazionali e i titoli dei TG lo trascurano. Viene molto più commemorato il Concordato firmato da Mussolini e completato da Craxi. A me, per quanto attiene alla mia modesta libertà di opinione, va bene così. E soprattutto l’idea che ciò possa diventare una festa massonica mi turba l’animo. Nella storia della mia generazione la massoneria è stata il nido ove sono stati concepiti e nascosti i poteri occulti responsabili delle trame nere e la P2 con tutti quei morti. La Mafia è stata una violentissima organizzazione criminale e oggi non è ancora stata debellata, anzi, è protetta da ambienti massonici. Tutto ciò non può essere cancellato con qualche colpo di spugna e perciò trovo seccanti i tentativi di corteggiamento che traspaiono a volte dai giornali.

E’ il caso dell’articolo firmato da Fabrizio D’esposito sul Fatto Quotidiano di Lunedì 23 Settembre u.s.

Vi si narra che personalità di spicco quali il giornalista De Bortoli, il giudice - nonché politico di stazza - Violante e la giornalista Latella si siano recate alla festa del Grande Oriente d’Italia su invito del Gran Maestro Stefano Bisi presso la sede del Gianicolo ove hanno ricordato “i meriti storici della Libera Muratoria”. L’articolo coglie ed evidenzia le sottigliezze con le quali De Bortoli ha ribadito la denuncia di odori massonici nei rapporti renzian-berlusconiani, ma non spiega perché costoro abbiano deciso di andarci invece di ignorare l’invito. Era un convegno storico? Meglio lasciarlo agli storici. Era un convegno politico? Ci vadano in modo trasparente i politici che ci tengono. Era una cerimonia massonica? Meglio non andarci.


In questa Repubblica c’è grande libertà associativa e anche coloro che amano i grembiulini, le squadre e i compassi sono liberi di associarsi come vogliono, ma in Italia “i poteri occulti sono per loro natura anticostituzionali”. E non lo dico io, lo ha detto e scritto solennemente il Parlamento con Tina Anselmi. Colei che assieme a Pertini avrebbe avuto tutta la dignità morale per ricordare, se del caso, la Breccia di Porta Pia.




Per quanto mi riguarda, in attesa di un nuovo Pertini o una nuova Anselmi, mi auguro che l’anno prossimo non ci vada nessuno.


venerdì 13 settembre 2019

50 anni fa i prodromi padovani di Piazza Fontana









Il 13 settembre dell’anno 1969 al centro di Padova cadde dalla tromba delle scale ALBERTO MURARO. Costui era il custode del condominio di Piazza insurrezione 15. Ma soprattutto era un testimone decisivo in una inchiesta in corso sul terrorismo di destra.


Subito dopo la morte il corpo di Muraro era stato fotografato da un operatore dilettante e tali foto permettono ancor oggi di verificare che non combaciano con quelle ufficiali.

L’eliminazione sotto forma di incidente coincide con l’obiettivo dell’Ufficio Affari Riservati che doveva proteggere Massimiliano Fachini, membro della organizzazione golpista Ordine Nuovo, dall'indagine del commissario di polizia Pasquale Juliano che era giunto a due passi dalla verità. Ma il Fachini, che era figlio dell’ex questore di Verona durante la Repubblica di Salò, in quel periodo doveva restare libero perché era il custode di un NASCO (nascondiglio top secret di armi ed esplosivi Gladio) in una grotta sui colli. L’accesso a tale luogo era protetto da un congegno auto-esplodente disinnescabile solo con procedimento riservato. La cellula di Ordine Nuovo era gestita dai servizi segreti militari attraverso Giannettini.


L’ordinovista Mauro Meli, che agì anche da infiltrato tra gli anarchici, confidò molti anni dopo alla propria moglie di “aver ucciso un portinaio buttandolo giù dalle scale”. La moglie ebbe modo di testimoniarlo in alcune circostanze legate all’inchiesta del giudice Salvini.

  
Il commissario Juliano fu oggetto di vari procedimenti repressivi e confinamento a Matera. Ci vollero dieci anni e cinque processi per vedere riconosciuta la fondatezza della sua inchiesta. Ed è oggi realistico ritenere che se la sua inchiesta fosse stata lasciata procedere senza intoppi non ci sarebbe stata Piazza Fontana. Contro di lui, facendo nome e cognome, nel dicembre 1969 era stato stampato dall’editore Ventura un libello a copertina rossa con la frase di Lao Tze :” la giustizia è come il timone, dove la giri, va”.


venerdì 6 settembre 2019

l'otto settembre di Valdagno








Il 9 Settembre dell’anno 1943, durante il pomeriggio, il capitano Ugo Alfieri, che comandava il presidio militare valdagnese, si arrendeva formalmente ai tedeschi.
La Luftwaffe aveva occupato i locali della GIL (Gioventù Italiana Littorio) situati davanti a quella che oggi è la scuola media Marzotto Garbin. L’atto seguiva al bollettino di guerra (n.1201) che il Maresciallo Badoglio aveva letto alla radio (EIAR) la sera precedente.

Tale comunicato diceva che il Governo riconosceva la superiorità nemica e aveva chiesto ed ottenuto l’armistizio al generale Eisenhower. Pertanto comandava la cessazione delle ostilità nei confronti delle forze anglo-americane. Come noto ciò fu causa di notevole sbandamento tra le truppe italiane che non seppero come comportarsi.


A Valdagno la resa non fu totale e alcuni militari si diedero alla fuga nascondendo le armi. In particolare quattro mitragliatrici della contraerea italiana vennero date, in cambio di abiti civili, a Severino Visonà destinato a diventare in breve tempo il partigiano Nave. Costui le nascose nelle cavità della miniera Pulli a Maglio di Sopra. Sono le prime armi della resistenza valdagnese e verranno usate nell’Aprile del 1945 contro le colonne tedesche in ritirata.

I locali della GIL vennero, nei mesi successivi dopo la nascita della Repubblica Sociale Italiana, usati dagli uomini della Decima MAS comandati da Junio Valerio Borghese e verranno ripresi in possesso dai partigiani della Brigata Rosselli, tra i quali mio padre, sotto il comando di Duilio Ongaro il 26 Aprile 1945. Lì verranno distribuite le armi alle squadre che presidieranno giorno e notte gli stabilimenti Marzotto nei giorni successivi per proteggerli dalle truppe tedesche in ritirata.  Anche i tedeschi catturati verranno tenuti per alcuni giorni prigionieri sotto i locali delle filature cardate.

L’anno successivo la manifattura Marzotto assegnerà le case alle famiglie operaie, compresa la mia ove sono nato e cresciuto a cento metri in linea d’aria, e i locali della GIL, assieme ad altri, diverranno scuole di Stato.








MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...