mercoledì 27 giugno 2018

Ustica, la strage fa trentotto








Anniversario  con o senza verità?



l'assenza di verità fa 38





Joseph Farrell qualche anno fa era consigliere della moderna Walt Disney. Nel 2001 ha scritto Beards of Prey dove racconta, non senza qualche stereotipo tipicamente americano sull’Italia, che il DC9 di Ustica fu abbattuto dai loro Top Gun per conto di Israele. All’inizio i diritti erano stati contrattualizzati solo per il mercato anglofono, ma nel 2007 la Mondadori ha comprato i diritti e pubblicato in Italia la traduzione di Giuseppe Gallo.


Come in tutti gli approcci disneiani ci sono i buoni e i cattivi. Qui la buona è la protagonista,  la quale, figlia di una vittima, non ottenendo giustizia dallo Stato italiano, governato da politici corrotti e mentitori, diventa ella stessa una killer, diciamo così “assistita”, e si fa quella giustizia che in Italia non sarebbe possibile. 

Il suo omicidio diventa così un omicidio “buono” perché in un concetto di giustizia a noi estraneo, ma più affine alla cultura massonica americana e a quella israeliana che contempla la vendetta, quella morte è l’esecuzione di una sentenza giusta. 






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mercoledì 13 giugno 2018

Modestia paolina




Il Nuovo Testamento assegna alla data di oggi un riferimento numerologico dedicato alla verità.


Certo che se volessi vantarmi non sarei insensato perchè direi solo la verità;
ma evito di farlo affinchè nessuno mi giudichi più di ciò che vede o sente da me


Corinzi 12 - 6





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A volte la modestia chiede il prezzo della verità, ma


                                "Three things cannot be long hidden:
                                                             the sun, the moon and the truth"

Buddha


domenica 10 giugno 2018

Weeky memo








La settimana è stata caratterizzata dall’insediamento del nuovo governo italiano.

In vista del G7 il New York Time, che è già intervenuto a sproposito sulla situazione italiana quando ha manipolato le parole del curriculum di Conte, deve prendere atto della legittima composizione del governo italiano. E lo fa con evidente rammarico nell’articolo di fondo del 4 giugno u.s. affidando a Roger Cohen il compito di esprimere l’opinione. 

Tale commento apre evidenziando apprezzamento ironico per in nostro governo, secondo l‘approccio già espresso da Steve Bannon, ovvero per il carattere anti europeo e anti migranti. Si riferisce anche alla Le Pen e definisce il nostro governo come un misto di bigotteria e incompetenza. Tuttavia Lega e Five Star Movement hanno vinto e ciò va rispettato. Ma non significa dover apprezzare ciò che faranno. Per Cohen l’UE è una propagatrice di pace, seppur noiosa, e gli antieuropei gli causano solo disgusto. In pratica si tratta di una pessima coalizione che corre il rischio di diffondersi per l’Europa.
Però anche Cohen critica Junker e definisce arrogante (almeno nello stile) la UE. L’Unione Europea avrebbe fallito soprattutto le politiche migratorie. Infine egli conclude sorridendo all’idea che, essendo gli errori dell’UE la vera ragione della vittoria elettorale italiana, l’insediamento di questo governo potrà trasformarsi in un bene.


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Il governo poi ha ottenuto i voti al Senato e alla Camera. Di Maio ha iniziato un giro di promesse tranquillizzanti, tipo no aumento dell’IVA per i commercianti e difesa dell’ILVA per gli operai, ma il nodo, con l’approssimarsi del G7, diventava sempre più la NATO. Questa organizzazione armageddone, vero pericolo WW3, è impegnata ad allargare i confini ad est per contenere ed isolare la Russia e lusingare Polonia e Baltici. La Germania subisce, senza dichiararlo, tale politica ma reagisce sottotono sperando di ottenere la restituzione dell’oro stipato presso gli Stati Uniti. Per cui in Europa non c’è ancora una opposizione palese alla NATO, solo mal di pancia e strizzatine d’occhio verso est.


In questa situazione l’incognita relativa alla politica estera del nuovo governo italiano si fa pesante e a partire da Mercoledì abbiamo assistito alle provocazioni del mainstream. Tra queste scelgo quella del Giornale di Vicenza, una piazza che, avendo le elezioni amministrative Domenica, e avendo la base con migliaia di americani, si rivela particolarmente sensibile.

Al di là dei giri retorici in quell’articolo di fondo il giornalista Smiderle ricorda che la NATO bisogna pagarla altrimenti salta. Poi ammette che le basi Ederle e Del Din sono state ridisegnate nel proprio ruolo al fine di difenderci dalla “minacciosa offensiva della Russia di Putin in Ucraina”. Poi si coccola i parà della 173ma brigata Vicenza difende le sanzioni, doverose a suo avviso in quanto risposta all’annessione di Crimea, Abkazia, Georgia e Ossezia nonché il suo appoggio a “dittatori impresentabili come Assad”. Insomma per dissuadere i vicentini dall’idea di sorridere al nuovo governo nel voto di Domennica, si tirano fuori tutti i luoghi comuni della propaganda NATO, dimenticando che è proprio l’avversione alle balle il principale fattore di simpatia elettorale per questo governo.



mercoledì 6 giugno 2018

Babcenko's fake







La settimana SCORSA gran balla antiputin ridicolizzata dai Russi. Dopo in caso Skripal il cui epilogo pare totalmente ignorato dal mainstream, ora abbiamo il caso Arkadi Babcenko. Il caso è talmente clamoroso che i giornalisti occidentali sono imbarazzati fino a punto di parlare di “fake news a fin di bene”. La cosa ovviamente risulta totalmente ridicola e si aggiunge al bagaglio populistico. Per ogni balla il popolo si vendica nell’urna ma i media sono così schiavi e impreparati che continuano a provare a reggere il moccolo. Allora si cerca di teorizzare che siano i media stessi a venire ingannati, magari dai politici. Ma non regge neanche questa. L’unica speranza – per il mainstream - è che questi episodi vengano rapidamente accantonati e dimenticati.


Babcenko sarebbe stato “freddato dai servizi speciali russi” Martedi scorso, ma poi è resuscitato. I portavoce di Kiev si erano sprecati in accuse antiputiniane senza risparmio di malinconici dettagli come la sofferenza della moglie e i parallellismi col caso Politovskaya, ma poi costui è apparso vivo e vegeto in una conferenza stampa. Questa è servita a Lavrov per dimostrare il livello di menzogne che caratterizza l’occidente. Ma il commento di Lavrov (ministro esteri russo, persona alquanto abile) è stato appena accennato dai nostri mentre si è dato spazio alla precaria autodifesa ucraina. In essa si sostiene di essere ricorsi ad una montatura per difendere Babcenko dai russi che volevano ucciderlo. 

Ma anche se fosse così servirebbe solo a lasciar intravvedere la protervia e la faccia tosta con la quale i politici di Kiev sanno mentire.



Gutta cavat lapidem

MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...