lunedì 28 febbraio 2022

Trattative

 



27 febbraio, ore 22: Trattative

In meno di quattro giorni e senza neanche utilizzare tutto il dispositivo stanziato Putin ha raggiunto l’obiettivo di riaprire il negoziato sulla stabilizzazione del Donbass e sulla non entrata ucraina nella NATO.

I telegiornali preparano la mediazione. Parte quindi il nuovo tormentone: Zelensaky e il suo esercito sono stati bravi, anzi eroici dice il mainstream, ma Putin ha il più grosso potenziale nucleare del mondo e bisogna rassegnarsi. Bisogna evitare che cresca troppo e si vedrà più avanti.

Putin quindi sta vincendo su tutta la linea rivelandosi per quel leader di alto livello storico che è. La superiorità tattico-strategica delle forze militari russe era già stata vista in Siria e ora, districandoci tra le nebbie fetenti della informazione occidentale, la rivediamo. Sarà divertente vedere le manovre comunicative, le balzane e le montagne di balle che i media occidentali tireranno fuori per evitare di celebrarlo.

Per il momento i più spiazzati sono gli USA mentre la Ue tenta il recupero blaterando un ruolo centrale di Ursula e preparando l’opinione pubblica all’idea che sarà Lukashenko a dirigere i giochi.

Boris Johnson si tira fuori sperando in un fallimento delle prime trattative e stringendosi addosso a Joe Biden in vigile attesa.

Vedremo gli sviluppi a breve e le ricadute del nuovo accordo sull’economia italiana, Energia, tecnologie e sistemi di pagamento Saranno i tavoli del secondo round dopo che Pope Francis avrà dato, o meno, il via libera.

A seconda dell’andamento di questo negoziato i costi saranno pesanti ma in ogni caso pagati soprattutto dal Veneto, dalla Lombardia, il Piemonte e l’Emilia Romagna che avranno meno mercati di sbocco, più immigrazione da gestire, meno energia e meno turismo.

Ma se i cittadini faranno i bravi ci sarà da celebrare la vittoria sul virus grazie ai vaccinati.

 


domenica 27 febbraio 2022

Weekly strat/com

 





 

 

In Ucraina è in corso una operazione militare aggressiva che viene portata avanti dalle forze russofone del Donbass sotto la direzione e il sostegno politico-militare operativo e strategico della Russia. A fronte di questa azione che oggettivamente configura una violazione del diritto internazionale c’è un po’ di confusione nell’atteggiamento della stampa occidentale. Ma soprattutto c’è una manovra strumentale da parte atlantista finalizzata a sfruttare il conflitto per un ulteriore passo avanti nel Great Reset.

 

L’Ucraina non è una democrazia pertanto ogni argomentazione secondo la quale l’occidente democratico deve prendere le sue difese non può essere fondata sul concetto di difesa democratica.  Volodymyr Zelensky ha imprigionato i leader dei partiti di opposizione compreso quello che era arrivato secondo alle elezioni, ha chiuso ben tre televisioni perché non lo sostenevano; ha fatto cioè ciò di cui la propaganda occidentale accusa Putin, ma siccome l’ha fatto con l’appoggio USA la nostra stampa non lo attacca.

L’Ucraina non è membro della NATO, ma solo partner pertanto non ci sono le condizioni formali per applicare l’articolo cinque del trattato di alleanza che prevede l’obbligo di intervento nel caso in cui uno stato membro risulti attaccato.

La reazione dell’esercito ucraino all’azione russa non sembra proporzionata e gli stessi giornali occidentali parlano di “resistenza” cioè della possibilità che si entri in una fase di guerriglia. Ciò sarebbe grave perché presupporrebbe il coinvolgimento dei civili nello scontro militare. Ma a parlare in questo senso è proprio Zelensky e ciò lascia supporre che in realtà non stia disponendo pienamente del proprio esercito nazionale.  L’obiettivo russo infatti non è quello di conquistare ed annettere il territorio ucraino ma quello demilitarizzare i confini e “denazistizzare”(o denazificare) le forze armate ucraine. Si tratta infatti di forze armate che hanno una tradizione di cooperazione ed amicizia con quelle russe e di due popoli che non hanno sentimenti di odio reciproco. E’ pur vero invece che gli ucraini si sono via via visti manipolare in funzione filo USA dal 2014 in poi.

 

Gli obbiettivi dichiarati formalmente del governo russo, dichiarazioni che peraltro risultano attendibili anche sul piano dell’analisi geopolitica, non vanno oltre una rinegoziazione degli accordi di Minsk tale da portare al riconoscimento delle piene autonomie del Donbass. Tuttavia non mancano servizi giornalistici che parlano di “espansionismo russo” quando invece dal 1990 in poi ad espandersi è stata solo la NATO. Siamo quindi in un momento in cui la comunicazione è inattendibile. Una comunicazione dominata dalla fase STRATCOM (strategic comunication) dei comandi militari in azione.

 

Diverso è il discorso relativo alla presenza di forze naziste. Dopo gli accordi fi Minsk del 2014 sono stati incorporati dei battaglioni nazisti (come AZOV) nelle truppe dell’esercito ucraino. Esse hanno svolto una continua azione di disturbo e provocazione nel Donbass in particolare contro i confini delle provincie russofone formalmente dichiarate autonome dagli accordi stessi. Ecco, la Russia intendere togliere di mezzo tali squadroni.



 




In veneto c’è un sentimento popolare di ripudio della guerra che si riscontra in piena sintonia con il mandato costituzionale della Repubblica italiana, ma la Repubblica sta mandando contingenti militari in Romania ai confini con il paese belligerante. Anche l’aviazione italiana viene utilizzata in operazioni NATO sui cieli delle repubbliche baltiche in funzione anti- bielorussa. Si tratta di azioni che contrastano col sentimento di pace e col senso di vicinanza ed amicizia verso le tante badanti ucraine che emerge in questi giorni sotto l’effetto annuncio televisivo. In proposito si notano tendenze, soprattutto nella comunicazione televisiva, a trasformare questo sentimento in sostegno a Zelensky.

Altro elemento di confusione è quello di fare associazioni un po’ nebulose tra le prospettive di l’aumento del prezzo del gas siberiano e gli enormi aumenti nelle bollette di questi giorni. Putin nelle settimane precedenti al conflitto ha incontrato importanti imprenditori italiani (Tronchetti Provera, l’ENI ecc) ribadendo la propria disponibilità a contratti di lungo periodo per la fornitura di gas a prezzi stabilizzati sui costi attuali. Una disponibilità che non è stata colta dai paesi Ue nei mesi scorsi. Ciò corrisponde ai veri obiettivi della nuova fase politica Ue, la fase del dopo Merkel, che vede l’asse franco – italiano impegnato a preparare il mercato al nuovo regime di forniture di Shale gas statunitense.

È più preoccupante l’allarme sul prezzo del grano ucraino che viene dalla Coldiretti.

 

 


domenica 13 febbraio 2022

Weekly point 3

 


1 - Vorrei ma non posso.

                                                   


1.1 Il mainstream riesce a stento a trovare la linea tra gli USA che premono sulla guerra alla Russia, Macron che la vorrebbe europea, la Germania che non ne ha bisogno e Putin che non la vuole. In Italia nessuno vorrebbe la guerra, a partire dalle imprese, ma a decidere è solo la NATO della quale per fortuna la Francia non ha simpatie.

1.2. Intanto fa capolino l’energia nucleare da fusione.

1.3. L’ambigua incertezza internazionale del nostro paese si vede anche nei servizi giornalistici che vengono dalle olimpiadi cinesi. L'Italia non boicotta ma partecipa senza enfasi. Si fanno vedere solo i risultati dei nostri atleti senza alcuna panoramica sulla nuova modernità ed efficienza della Cina.

 

1 – Long Covid.

1.1 Prosegue con lentezza l’allentamento delle briglie covidiche sul popolo. Si parla di “addio alla mascherina” ma mentre gli altri paesi europei sono molto più decisi e non pensano al green pass qui Draghi non parla di fuoriuscita dallo stato di emergenza perché preferisce uno scenario di massimo accentramento istituzionale che permetta di controllare con più forza il movimento di capitali in arrivo dalla BCE. Per tale controllo il contact tracing è strategico (considerati soprattutto i flussi di riciclaggio delle mafie) e il green pass ne è una comoda premessa infrastrutturale.

 1.2.Sono stati finalmente pubblicati i dati della farmacovigilanza passiva, dati che confermerebbero una soglia contenuta di efficacia del vaccino ma non con la variante Omicron per la quale si vedrà meglio più avanti. Si conferma però l’esistenza di effetti avversi. Per il momento quelli mortali dimostrati sarebbero pochi e quelli invalidanti a medio termine non sono ancora pienamente verificabili.

1.3 -  E’ partita una campagna più o meno sottile di sostegno a Pope Francis (Fazio ecc.) il quale avrà bisogno di un solido consenso per affrontare l’incipiente apertura all’eutanasia. Questo problema, ovvero l’introduzione di un’eutanasia più o meno mascherata anche in Italia non è più rinviabile perché servirà soprattutto a nascondere e cancellare gli effetti invalidanti di massa della futura farmacologia vaccinocrate.

3 – Repressione del dissenso.

                                         


3.1 Le misure restrittive emergenziali soprattutto nella scuola e nel lavoro, generano opposizione, per quanto ancora timida, nelle piazze. Se ad esse aggiungiamo il maggior controllo sociale che si renderà necessario in un eventuale scenario di guerra il tema dell’ordine pubblico e della repressione del dissenso diventa sempre più centrale. E sono in corso pianificazioni più o meno riservate al ministero degli interni. Per il momento siamo al monitoraggio e alla etichettatura "no vax" come premessa per la criminalizzazione. Seguirà infiltrazione e clump down.

3.2. Nonostante qualche timida agitazione studentesca, peraltro repressa a manganellate, siamo ancora nel silenzio dei rappresentanti del pensiero critico. Il silenziamento mediatico mette in ombra iniziative lodevoli come DuPre (commissione dubbio e precauzione) che coinvolge nomi affidabili del pensiero critico su posizioni di difesa costituzionale. Se son rose fioriranno; ma intanto:

4 -  tutto questo è coperto dal teatrino delle baruffe chioggiotte in parlamento.

 

 

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      The sun also ariseth, and the sun goeth down, and hasteth to his place where he arose.

                [Ecclesiastes, or The Preacher]

MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...