lunedì 25 ottobre 2021

Cinquant'anni fa la Cina entra all'ONU

26 Ottobre 1971. La Cina come Repubblica Popolare entra finalmente all’ONU e prende il seggio che già apparteneva alla Republic of China, cioè Taiwan, fin dal ‘45, anno della fondazione dell’ONU. Nel corso degli anni sessanta l’ingresso progressivo dei paesi del Terzo Mondo, soprattutto Africa, aveva cambiato i rapporti di forza diplomatici in favore della Cina comunista e con l’elezione di Nixon gli Usa aprono nel ’71 per controbilanciare il confronto con l’URSS. Nei precedenti decenni la RoC aveva esercitato il diritto di veto contro l’ingresso della RPC (che avrebbe aggiunto un voto decisivo al campo socialista). La Cina Comunista saprà sfruttare bene le nuove opportunità diplomatiche e l’11 dicembre 2001 entrerà a far parte anche della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Da allora decolla lo scenario globalista ed in vent’anni il sistema economico cinese (economia di mercato senza democrazia elettorale) determinerà le condizioni per diventare prima potenza economica mondiale.

domenica 24 ottobre 2021

IL POPOLO HA PARLATO A TRIESTE

 





[Nota su Portuali, PUZZER, Patuanelli ecc.]

Nella città di Trieste, dopo una brutale repressione di Stato avvenuta Lunedì scorso, è seguita una settimana di lotte e manifestazioni non violente guidate da spontaneistiche rappresentanze di lavoratoti portuali. I promotori hanno poi saggiamente rifiutato che su tale movimento si sovrapponesse una cavalcata no global con rischiose infiltrazioni e confusione di obiettivi. Nella giornata di domenica il triestino Stefano Patuanelli nella sua qualità di Ministro del governo Draghi ha incontrato formalmente e ascoltato le istanze esposte dal capopopolo Stefano PUZZER. Io Vedo in tale incontro un punto di partenza per una nuova speranza di rinnovamento politico.

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Oggi il popolo ha parlato e ha detto no alla deriva anticostituzionale delle multinazionali. Ora il processo autoritario del quale il Governo e il Parlamento Italiani si sono fatti servi ha davanti a sé la linea finale ben visibile. Se questa linea verrà accettata si tratterà di una vittoria della politica partecipata, una vittoria di quelle piazze che sanno da sempre ristabilire l’equilibrio democratico quando il sistema si corrompe e la sovranità si squaglia.

I lavoratori portuali hanno innescato una lotta esemplare per la libertà e la dignità nel lavoro, contro ogni imposizione di tessere e trattamenti pseudo-sanitari, contro la violazione dell’articolo 32 della costituzione ovvero quell’istanza di cautela e di diritto di scelta che gli uomini della Resistenza seppero donarci difronte ai rischi e alle logiche nazifasciste. Grazie ai lavoratori portuali di Trieste e a tutti coloro che hanno saputo opporsi.

Ora teniamoci stretto questo piccolo grande margine di libertà che Trieste ci ha donato e vediamo quanto dura perché il governo e il regime multinazionale reagiranno, non staranno certo fermi di fronte alle pulsanti aspettative del Great Reset. Ora Gabrielli, Lamorgese & C. rilanceranno la corruzione l’infiltrazione e la provocazione di Stato, divideranno i portuali e intossicheranno le piazze. La Cgil, che per settant’anni era stata bastione della democrazia nei luoghi di lavoro e fuori, è già stata sedata; i partiti sono da tempo corrotti e asserviti, il mondo cattolico incantato e disorientato, i giovani e gli studenti disarmati dal miraggio tecno-ipnotico e le famiglie lobotomizzate dal mainstream. Ma c’è l’amore, c’è la passione per la libertà di una generazione che è cresciuta nei valori di una Costituzione antifascista e laborista, una lezione che ancora non si è spenta e ancora illumina il futuro. Sappia chi ama e chi crede seguire questa luce.

Ora tocca al sistema delle Rappresentanze Sindacali, tocca alla Cgil e agli uomini di buona volontà dare senso e consolidare la lezione di Trieste. La strada giusta è quella della libertà di scelta, quella del lavoro e della corretta informazione. La strada giusta è quella di assicurare alle nuove generazioni la forza morale e la capacità critica che permetteranno loro di affrontare le sfide della nuova normalità. Le sfide del futuro umano.

 

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Nota Bene  

Le persone intelligenti appaiono pazze agli occhi degli stupidi.

E soprattutto:

Die stimme des intellekt ist laise. (Sigmund Freud)

 



sabato 16 ottobre 2021

I NERI al valor militare di Valdagno

 




Il 16 ottobre 1937 il tenente aviatore Alessio Neri nato nel modenese il 6 Maggio 1911 muore a LERIDA in Spagna. Era figlio del direttore del complesso bandistico Marzotto e con la sua famiglia si era trasferito a Valdagno da dieci anni.

Quella vicenda, fermo restando il rispetto per le vittime di una delle tante follie militari, non è scevra da dubbi di dietrologica memoria.

Fu il generalissimo Franco attraverso una comunicazione del Quartel General del Estado Major del Aire ad assegnare la medaglia militare spagnola per primo il 15 Maggio 1938. E solo successivamente, nel novembre dello stesso anno, il Re d’Italia Vittorio Emanuele Terzo gli conferì la Medaglia d’oro al valor militare. Questa prima dinamica decorativa avviene in costanza della guerra mentre alla fine, dopo la vittoria di Franco diventa medaglia d’oro al valor militare anche in Italia. Ma manca il corpo. Il padre smetterà di aspettarlo nel 1949.

Il fratello Ariosto, anch’egli aviatore con compiti nel reparto speciale Alta Velocità, era già morto a Desenzano nel 1932.

 

Una targa commemorativa del loro valor militare, venne posta sul muro d’ingresso dell’edificio della Scuola di Musica Marzotto a Valdagno, a ricordo di entrambi i fratelli. Essa espone il motto AD TE NITOR GLORIAMQUE CONTENDO che significa più o meno “competo col bagliore della tua gloria”.

 






venerdì 8 ottobre 2021

 




Non è crollata nessuna diga. Ci fu un enorme smottamento di terra piena d'acqua che precipitò nell'invaso facendo traboccare l'onda assassina. Il pericolo di tale crollo era noto alla società di gestione che decise di sfruttarlo e alzò il livello di acqua per causare deliberatamente la frana. Nelle intenzioni del Consiglio di Amministrazione della proprietaria Sade, ciò avrebbe posto fine al contenzioso con i paesi montani che si opponevano alla partenza dell'impianto. Ma non ci fu una semplice spruzzata d'acqua come pensavano Consiglieri di Amministrazione che presero la decisione e disposero l'innalzamento del livello; ci fu invece una tragedia da duemila morti.

La verità era nota fin dall'inizio da ambienti del Vaticano che l'avevano raccolta in confessione, ma non c'erano le condizioni per poterla dire. Fu il Presidente Ciampi a disporre l'agnizione molti anni dopo senza enfasi inopportune. E oggi il fatto che quell'incidente sia stato causato da volontà umana è verità ufficiale. Solo che viene relegato nell'ambito della compassione e del perdono. 

Quel giorno non è crollata una diga ma è definitivamente crollato il sogno idroelettrico. L'Italia è vincolata dai trattati del dopoguerra all'uso del termoelettrico per assicurare mercato al petrolio. E' una scelta che è stata imposta ancora negli anni trenta dalle famiglie dell'alta finanzia angloamericana ai paesi europei. La stessa ascesa di Hitler e soprattutto la sua politica di riarmo unilaterale della Germania  furono finanziate dalle oligarchie petrolifere. La massoneria della Skull and Bones Society ha realizzato il proprio disegno di potere globale e le nazioni europee hanno dovuto rinunciare a mega progetti come Atlantropa. 

La diga del Vajont sarebbe stata un simbolo di emancipazione da tali vincoli e l'Italia avrebbe consolidato un proprio ruolo di punto di riferimento per i paesi emergenti non petroliferi come l'Egitto con la diga di Assuan. L'anno prima era stato eliminato Mattei, l'anno dopo il sogno idroelettrico.






 




MAGNIFICAT, di John Rutter

  John Rutter è un direttore di coro e compositore contemporaneo di chiara fama e talento. La sua musica corale è accessibile, apprezzata ed...