domenica 7 dicembre 2014

Daje ar gomblotto!



Bruno Tinti è certamente una persona seria e politically correct. Lo dimostrano la sua biografa, almeno quella che appare sul web, e i suoi articoli. Intendo dire che non penso sia in malafede quando scrive commenti che stanno tra l’ingenuo e il negativo.

Giovedì 27 novembre u.s. è uscito sul Fatto Quotidiano a pagina 18 un suo commento in tema di complottismo in un articolo che presenta entrambe tali caratteristiche. L’estensore attacca l’ultimo libro uscito con CHIARELETTERE, ovvero MASSONI società a responsabilità illimitata, di Gioele Magaldi e Laura Maragnani. Egli attacca sul punto debole ovviamentee cioè il fatto che i due autori evocano documenti segretissimi che però non sono producibili e pertanto vanno creduti sulla parola.

Ora fin qui posso essere d’accordo anch’io, ma il prosieguo della lettura mi allontana sempre più dalle sue posizioni. Egli infatti tratta con superficialità una serie di temi degni di ben altra considerazione.

Egli parte dalle scie chimiche, che sono l’argomento polemico preferito dagli anti complottisti, per arrivare alle “multinazzzionali” intese come perenne approdo infondato dei ragionamenti complottistici. Egli si riferisce a conversazioni tra suoi amici e parenti, ma stende di fatto un articolo che si riferisce ad atteggiamenti largamente diffusi. Egli si dichiara disturbato più che altro dall’atteggiamento di chi sostiene gli argomenti complottisti con “arrogante certezza disinformata”. E ciò lo disturberebbe molto più che dover ammettere che inquinamenti e colpi di stato vadano imputati a “grandi società di estrazione”.


Egli definisce il complottismo una “mania” molto antica e fa riferimento al terrorismo della RAF e delle Br. In quegli anni, scrive Tinti, i complottologi sostenevano l’esistenza di un grande vecchio senza spiegare in favore di chi e per ottenere che cosa costui operasse. Inoltre, sostiene, i complottologi non spiegavano come facessero a sapere della sua esistenza. Tinti evidentemente si è dimenticato chi era la fonte della tesi del grande vecchio, ovvero Bettino Craxi presidente del Consiglio in carica. Personaggio costui che risulta difficile far passare per arrogante conversatore disinformato.

Egli poi fa riferimento a sue inchieste di magistrato. Tanto di cappello per la Telekom Serbia dove le accuse di cospirazione si rivelarono infondate e i protagonisti, del calibro di Prodi per capirci, vennero prosciolti, ma al lettore resta l’impressione che la fonte Igor Marini fosse, quella sì, un falso complottista che prese in giro gli inquirenti.
E forse sono proprio esperienze un po’ umilianti come quella a consolidare nell’animo di chi le ha subite una profonda antipatia verso il complottismo…



Il magistrato italiano Paolo Ferraro. Nel caso di questo magistrato Bruno Tinti sembra piuttosto perentorio: “lo hanno sospeso dalla magistratura per infermità mentale “. Mi pare voglia dire che non è credibile ciò che dice. Mi vengono in mente due casi. Uno riguarda il mio amico Rolando che era ritardato mentale, non sapeva leggere e passò una parte significativa della vita in un istituto, ma quando volevo sapere che film facessero nei vari cinematografi della ma città chiedevo a lui e non sbagliava mai. L’altro è che Solgenitzin secondo la medicina ufficiale sovietica, che non era per niente arretrata, era infermo di mente, ma nessun giornale occidentale ci ha mai creduto e, anzi, ha sempre creduto nelle sue descrizioni dei gulag.

 

Ovviamente ognuno è libero di pensarla come crede, ma penso comunque che sia utile sentirlo, questo Paolo Ferrero, solo per farsi un’idea…


 

 

 
...una profonda antipatia verso il complottismo… risulta difficile.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

DSP alle europee

  Alla fine della campagna di raccolta sono state consegnate 60mila firme. Non bastano ma sono state un’ottima occasione per parlare con la ...