domenica 29 maggio 2022

Ucraina e Davos

 




             




L’operazione militare lanciata da Putin il 24 Febbraio per aiutare il Donbass a porre fine alla guerra ingaggiata dal governo para-nazista ucraino contro le popolazioni russofone del confine sud orientale si sta concludendo. È probabile un accordo che riconoscerà l’autonomia e\o l’indipendenza di tali provincie.

Oltre a questo vi saranno dei processi internazionali che valuteranno le reciproche azioni definibili come “crimini di guerra”. Ciò e auspicabile dalla comunità internazionale per far evolvere il diritto e permettere una definizione aggiornata del termine terrorismo nella guerra moderna. Troverei auspicabile che venissero anche valutate i crimini legati all’uso bellico dei nuovi media.

Il nuovo assetto avrà però, nel migliore dei casi, il carattere di una tregua. L’occidente atlantista ha sfruttato la mossa di Putin per vincolare l'Ucraina ai sistemi d'arma NATO ed inscenare una pesantissima campagna di ridefinizione dei rapporti commerciali e monetari globali e cercherà di protrarre lo stato di guerra nella speranza di impantanare la Russia ed handicapparne lo sviluppo economico. Ma ne uscirà con le ossa rotte e una crisi del dollaro. Le sanzioni sono state poste sottovalutando l’effetto autolesionistico, esse almeno per il momento non sembrano affatto condizionare l’economia russa la quale, al contrario, sta rivalutando la competitività del rublo. Cina da una parte ed India da un’altra si stanno risintonizzando in posizioni di avvicinamento con la Russia e le popolazioni europee iniziano a percepire i costi salatissimi e gli effetti recessivi dovuti al passaggio dal gas siberiano allo shale americano.

 

Penso che gli USA nel medio periodo non riusciranno a metabolizzare il sorpasso cinese e le popolazioni dell’asse atlantico pagheranno duramente queste scellerate scelte imposte dall’elite di Davos. Quella degli  sciacalli globali.




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THE ARISTOCRACY: A rich Tory caste (Cognate anagram)








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