Omniavulnerant
Distopie della vision.
lunedì 10 marzo 2025
Floriano
Sentite condoglianze alla famiglia Soldà. Floriano è stato un caro, carissimo compagno grazie per tutto ciò che ha fatto sempre con sincera semplicità e dedizione. Lo ricorderò sempre.
lunedì 3 marzo 2025
il problema per la PACE non è Trump
Trump/Zelensky
Chi ha visto la rissa televisiva con Trump ha visto con chiarezza che Zelensky non vuole la pace. Può avere ragione o torto ma non cambia che è LUI quello che non vuole la PACE, Pertanto il problema non è Trump come non è Putin. Si tratta invece di una questione che ha due facce, una si chiama Zelenzky e l’altra Macron. Da questo stallo non si può più uscire senza dare soddisfazione a due precise condizioni ovvero l’Ucraina mai nella NATO e nuovi confini internazionalmente riconosciuti.
Il colloquio di 49 minuti in diretta televisiva ha mostrato con chiarezza che Zelensky non vuole il cessate il fuoco proposto da Trump come premessa per una successiva trattativa che definisca i nuovi confini. Quest’ultima trattativa spetta alle due parti direttamente in conflitto ovvero Russia e Ucraina. Nessun altro. Si tratta di una sequenza ineludibile articolata in due distinti momenti:fase uno cessate il fuoco e fase due nuovi confini. Nella prima fase i soggetti trattanti possono prescindere dalla partecipazione di Zelensky il quale ha il mandato scaduto e potrebbe utilizzare il tempo rimanente per ridefinire la leadership interna alla Ucraina. Si tratterebbe di una trattativa tra Russia e USA in quanto “forza occupante” la prima e “forza di comando della NATO” la seconda. Il mediatore ospitante potrebbe essere Erdogan che è della NATO. La seconda trattativa dovrebbe svolgersi DOPO e ALLA LUCE della prima e se fallisse creerebbe uno status quo de facto del quale la comunità internazionale dovrebbe prendere atto. Altrimenti, in una ipotetica futura trattativa, la Russia chiederà di più. Ogni scenario alternativo, come quello delineato a Londrs. è solo una ipocrisia retorica.
Il secondo problema è tutto europeo e si chiama Macron. Costui è stato politicamente delegittimato dalle recenti elezioni francesi e punta ad una leadership franco tedesca sfruttando il precario successo di Merz. Macron ha due carte da spendere per convincere la UE/GB ad adottare un piano di autonomizzazione militare dell’Europa ovvero la bomba atomica e il potere finanziario multinazionale di cui il suo curriculum è espressione. Se ci mettiamo nelle sue mani mandiamo i nostri figli a morire su quel confine che potremmo già oggi sancire in cambio della PACE. ========================================================================================================================================================================================================================================== Zelensky rejects the ceasefire proposed by Trump, leaving negotiations to Russia and the U.S. Macron pushes for a militay autonomous Europe risking the EU's envolvenent in new conflicts.
domenica 16 febbraio 2025
Hitler ridens
Oggi il fondo di Marino Smiderle con i suoi “Americani più lontani dall’Europa” non risulta meno minestronico di quanto non sia stato YUROP ieri. Comincia ammettendo che il patto di Varsavia è nato nel 55 mentre la NATO era già nata nel ’49 ma trova il modo di dirci che essi sono arrivati quieti quieti a Vicenza per mettere i missili in risposta ai paesi socialisti dell’Est. Quindi passa in rassegna tutte le americanate vicentine passando dai bombardamenti balcanici al Dal Molin fino a quando nel 2007 il turnista Turigliatto fece cadere Prodi dopo la marcia dei 100mila vicentini contro tale progetto. E tutto questo per spiegarci che “una volta erano gli americani a chiederci maggiore intervento sullo scenario europeo” mentre oggi il mondo va alla rovescia eTrump è pronto a firmare un accordo con Putin senza neanche degnare di uno sguardo Bruxelles. Poi però ridà ragione a Trump dicendo che l’Europa “se l’è cercata” facendo la furba sui finanziamenti militari alla NATO medesima. Ed infine conclude che “i comunisti e Putin ringraziano”. Brillante. Evvai ========================================================================================================================================================================================================================================================================================================= A great gold medal reporter today critiques U.S.-Europe relations, highlighting NATO's origins, American military presence in Vicenza, Trump-Putin dynamics, and Europe’s NATO underfunding, concluding sarcastically: “Communists and Putin thank you.”
sabato 15 febbraio 2025
L'UE alla frutta con Trump che se la ride
Il delfino di Langley, ci sciorina oggi sul GdiVI un pistolotto sulla crisi dell’ UE che si svolge in questi giorni a Monaco. Il titolo del pezzo sembra accattivante ma contiene già l’errore di fondo di questa analisi abbastanza superficiale e minestronica. L’articolo infatti descrive una Europa che torna sulla scena “ma non da protagonista” bensì “da preda” perché sotto attacco dai dazi di Trump, dai satelliti di Musk, gli attacchi sottomarini e il cyberspionaggio russo. Per non farci poi mancare l’aggressivo dumping cinese. Insomma l’europa è in difficoltà perché c’è un attacco concentrico che viene dall’esterno. In realtà la UE (che non è essa stessa l’Europa ma solo un gigantesco tumore burocratico che pretenderebbe di rappresentarla), sta vivendo una crisi tutta interna. Ha una leadership delegittimata dai processi politici in atto (vedi Germania e Francia) ma soprattutto dal fatto che ha perso la guerra ucraina. Una guerra per procura dove ha mandato armi e tanta, tanta propaganda. Al punto che se ne ritrova ora completamente intossicata e incapace di vedere la realtà. L’europa di Monaco non è più una preda per nessuno. È stata scaricata da tutto il teatro geopolitico internazionale e non conta niente. Le orchestrine Titaniche non sono 27 ma uno sgangherato gruppone di ex colonialisti che suona marce funebri mentre un altro gruppetto lavora lentamente per tirarsene fuori. L’Italia per il momento ha una gamba per parte ma vede che i sentieri si dividono e prepara la svolta sovranista.================================================================================================================================================================================================================================ Langley's wee dolphin blethers in GdiVI 'bout EU’s Munich woes. No prey—just a daft, doomed bureaucracy, dumped by geopolitics, Italy eyein' a sovereign shift.
venerdì 14 febbraio 2025
Trattative di PACE Ucraina
Il Corriere titola Zelensky no a patti senza Kiev. Gli articoli glissano sulla crisi internazionale della UE, che di fatto non sta contando nulla nella trattativa che si è aperta con la telefonata Putin/Trump. Se ci fosse una trattativa di gruppo toccherebbe alla Kallas rappresentare l’Europa. Per carità … in pratica abbiamo uno sfoggio di perizia perifrastica da parte dei giornalballisti di regime i quali la usano per nascondere l’inesistenza finale di Zelensky e Kallas ovvero i testimonials politico militari costruiti dalla NATO. Il processo che sta prendendo corpo evidentemente non viene gradito dal governo segreto dei servizi i quali si fanno vivi con attentati. Abbiamo quindi un'auto contro la folla a Monaco durante una manifestazione sindacale. Il fatto avviene in coincidenza con l'apertura proprio a Monaco DELLA Conferenza Europea sulla sicurezza e questo ha valore di monito per l'UE, mentre al tempo stesso si rivolge a Trump e Musk richiamando l'attacco omologo avvenuto a New Orleans a Capodanno.=============================================================================================================================================================================================================== ============================================================================= Munich terror warns europe, Trump and Musk while Zelensky undergoes peace deals without Kyiv.
lunedì 10 febbraio 2025
discorso foibe
Il tema delle foibe e degli esodi istriano-dalmati e sloveni merita attenzione e rispetto. Tuttavia il giorno del ricordo, che dovrebbe essere un’occasione per rendere omaggio alle vittime di ogni violenza e sopraffazione in maniera scevra da ogni strumentalizzazione politica, viene usato come occasione di propaganda e manifestazioni di piazza. A mio avviso invece dovrebbero essere le istituzioni a doverlo celebrare in un’ottica di raccoglimento e preghiera civile. Mi vabene infatti che molti comuni lo facciano nei cimiteri. Un ricordo non divisivo diventa possibile cercando di promuovere una storiografia condivisa. A tale scopo è stata formalmente istituita tra i governi italiano e sloveno una commissione che ha pubblicato nel 2000 il rapporto finale. L’istituzione di tale commissione risale al ‘93 e rispondeva alle esigenze di normalizzare i nuovi rapporti bilaterali dopo la dichiarazione di indipendenza slovena nel 1991. Pertanto il dibattito su questa tematica non prende avvio da necessità interne ma internazionali. Ora, nel rapporto finale di questa commissione, che ha lavorato sette anni con governi diversi, si propongono i criteri di lettura storico-politica cercando di superare le divergenze interpretative e le tensioni nazionalistiche. Si condannano le violenze e le oppressioni riconoscendo che l’Italia attuò una politica di snazionalizzazione forzata in particolare nella Venezia Giulia, Dalmazia e Litorale sloveno. Viene formalmente riconosciuta una italianizzazione forzata che chiuse con violenza le scuole e le istituzioni slovene con un’ottica di “persecuzione culturale”. Infine, dopo aver riconosciuto che l’Italia tra il 1941 e il1943 occupò vaste aree jugoslave compiendo “crimini di guerra” e deportazioni, il rapporto riconosce che tra il 1943 e il 1945 molti italiani furono vittime di violenze partigiane jugoslave, comprese foibe ed esodi, che coinvolsero civili innocenti, funzionari fascisti e collaborazionisti. La giornata del ricordo è stata indicata nel 10 Febbraio perché nel 1947 in quel giorno venne firmato il trattato di Parigi il quale sanciva formalmente la perdita dei territori, in particolare la Venezia Giulia e la Dalmazia, in favore della Jugoslavia. Nelle trattative parigine De Gasperi, che rappresentava l’Italia in quanto presidente del Consiglio, era nel tavolo dei perdenti, mentre Tito era in quello dei vincitori ed è facile capire la debolezza delle posizioni italiane. Penso che, soprattutto per trasmetterla alle giovani generazioni, occorra condividere una analisi equilibrata e il superamento degli odi e i pregiudizi. E questo è esattamente lo spirito della legge istitutiva della giornata del ricordo.
Infine,sul piano propriamente storico politico va ricordato che quel trattato fu ratificato dal Parlamento il 31 Marzo successivo e venne firmato dal ministro degli Esteri Pietro Nenni. Il PCI di Togliatti invece votò contro la ratifica del trattato come peraltro fece il Movimento Sociale. L’applicazione progressiva del trattato ebbe poi nuove conseguenze migratorie fino al ’54 e, come appunto documenta il voto parlamentare esse non sono attribuibili al PCI come non lo sono per il MSI. Pertanto le polemiche odierne che tentano di ricondurre le responsabilità dell’esodo ad una parte politica non hanno alcun fondamento storiografico. E soprattutto non servono al sentimento di rispetto per le vittime.
sabato 1 febbraio 2025
Antiqua et Nova
La nota diffusa il 28 gennaio dalla Sala stampa vaticana, denominata "Antiqua et Nova", non contrasta l'implementazione dell'intelligenza artificiale nei processi produttivi però richiama ad un approccio ponderato e responsabile. In particolare il documento, elaborato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, invita a tener conto delle implicazioni etiche e sociali. Si tratta di una presa di posizione che in pratica raffredda gli entusiasmi acritici di certi ambienti datoriali e invita alla moderazione. Il documento riconosce quindi i pericoli dell'IA negli ambienti di lavoro, ed enfatizza la necessità di salvaguardare i diritti dei lavoratori prevenendo forme moderne di schiavitù.
I rischi principali riguardano la disoccupazione tecnologica, le implicazioni della sorveglianza e l'uso improprio delle informazioni. Ed essi vanno considerati con la massima cautela. Non sempre i software gestionali vengono sviluppati in quest’ottica e spesso negli ambiti lavorativi il tracciamento totale e la video sorveglianza fanno gola ai datori di lavoro.
Il tema viene affrontato in particolare nel paragrafo 41 evocando esplicitamente il potenziale impatto negativo di automazione ed IA sulla dignità e i diritti dei lavoratori.
Penso pertanto che “Antiqua et Nova” costituisca un autorevole invito anche per le forze sindacali a non sottovalutare il problema.===========================================================================================================================================================
The Vatican's statement Antiqua et Nova (Jan 28) doesn't oppose AI in workplaces but urges caution.It warns about job losses, surveillance and data misuse, stressing workers' rights. The document cools down blind enthusiasm and calls for responsability, also reminding unions to take AI's risks seriously.
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