mercoledì 15 giugno 2016

Quarant'anni fa Berlinguer e la NATO





Il 15 Giugno 1976 il Corriere della Sera pubblica un'intervista di Gianpaolo Pansa nella quale il segretario del PCI Enrico Berlinguer dichiara che il Patto Atlantico può essere uno scudo utile per costruire il socialismo nella libertà. La frase chiave resterà famosa:

" Mi sento più sicuro stando qua".


Oggi sappiamo che il significato di quella frase potrebbe essere riconducibile all'attentato alla vita che egli aveva subito in Bulgaria. Ma in ogni caso si tratta di un atto politico rilevante, destinato a pesare nei rapporti internazionali.


                                                                     ***
Sull'attentato a Berlinger:

Nel libro "Berlinguer deve morire" di Fasanella e Incerti l’immagine patinata di Berlinguer viene ostentata in copertina con il nome di Veltroni, autore di una introduzione, in marcata evidenza. L’altro introduttore è Giuseppe Vacca, per il quale non c’è nessun richiamo in copertina anche se il suo testo è molto acuto. Il contenuto più importante è la rivelazione del attentato alla vita subito da Berlinguer in Bulgaria nel 1973. Un attentato reso noto da Emanuele Maccaluso ancora nel 1991, ma negato dai vertici PCI e dal suo stesso fratello Giovanni. Moglie e figli no, non lo hanno negato, e ora sostengono apertamente la versione dell’attentato.

In questo libro uscito nel 2005 si dà per certo l’attentato e si presentano nuove fonti, in articolare documenti d’archivio dell’Istituto Gramsci, atti delle inchieste Priore e Ionta/De Ficchy. Si accenna poi a qualche riscontro in commissione Mitrokhin. La novità più importante è la testimonianza di Velkof, che era in auto con Berlinguer. Da essa si ricava che gli incidenti stradali provocati venivano effettivamente organizzati dai servizi bulgari e cche c’erano ragioni interne al PC bulgaro per eliminare sia Berlinguer che il vicesegretario bulgaro. Due piccioni con una fava.

Il punto che ho trovato più interessante è l’esame dei contenuti dei colloqui bulgari il cui fallimento fu la causa che determinò il tentato omicidio mascherato da incidente.

Nel capitolo 4, vengono illustrati alcuni passaggi del colloquio (cinque ore) che Berlinguer ebbe con Zhivkov (all’epoca potente segretario dl PC bulgaro) il 1° Ottobre 1973. Essi si desumono dal verbale stenografico (di 68 pagine) consegnato a Incerti/Fasanella. I due hanno parlato di accordi/scenario di area. Le pg 46-47 illustrano in modo soffuso un dialogo su temi di intelligence nel quale i due si confidano anche giudizi sugli altri leaders come Tito e Ceausescu. In pratica a mio avviso in tale dialogo c’è in ballo l’idea di una vasta riaggregazione dei balcani (che prescinda dall’URSS) nella quale far passare infrastrutture energetiche. E si sta esplorando la possibilità di coinvolgere l’Italia che dispone delle risorse libiche dopo il golpe del ’69. E’ possibile anche che il KGB, con il quale i bulgari avevano una collaborazione strettissima, stesse preparando un upgrading dei sistemi d’intelligence e abbia deciso, proprio in conseguenza di quel colloquio, di accelerare il ricambio il Italia con Cossutta.
Berlinguer nella prima fase della sua segreteria (1972 – 75) era in ticket con Cossutta e costui aveva collaborato allo smantellamento della vecchia rete secchiana/KGB. E’ dopo il colloquio del ’73 con Zhikov che i due (Berlinguer e Cossutta) rompono, perché Cossutta diventa il potenziale riferimento alternativo a Berlinguer il quale era già in combutta con Moro. C’era la possibilità che i Comunisti italiani entrassero nel governo per via elettorale, ma il golpe in Cile dimostrava che gli americani non l’avrebbero permesso, quindi, sosteneva Zivkov, occorreva rafforzare la rete criptomilitare. Fu questo probabilmente il vero punto di rottura, anche se il libro non lo dice.

E si apre la fase che porta alla proposta di Compromesso Storico e poi allo strappo da Mosca. Lo spiega Giuseppe Vacca nella prefazione: “per il tipo di socialismo a cui il PCI guardava l’appartenenza dell’Italia alla NATO non era un impedimento, ma piuttosto una garanzia”.
Vacca poi illustra bene il quadro di ripercussioni in caso di una andata al governo del PCI: ricadute nelle relazioni USA/URSS, effetto domino nei paesi dell’est, rafforzamento del tema diritti umani i quale “colpiva alle fondamenta il totalitarismo sovietico”.






Nessun commento:

Posta un commento

DSP alle europee

  Alla fine della campagna di raccolta sono state consegnate 60mila firme. Non bastano ma sono state un’ottima occasione per parlare con la ...