venerdì 15 novembre 2019

La Russia emergente del NYT









La crescita della Russia non finirà con la Siria.

E’ la convinzione espressa dall’articolo di fondo del NYT di Mercoledì 13 Novembre u.s. a firma Dmitri Trenin.
Io apprezzo questo articolo per la sua chiarezza nel descrivere la Russia reale senza le perenni incrostazioni di obsolescente anticomunismo che caratterizzano invece la stampa italiana.
Lo riassumo traducendo.

Per molti in occidente il ritorno russo sul palcoscenico mondiale degli ultimi anni è stata una sorpresa. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica la vedevano come una semplice stazione di servizio mascherata da stato. Ma oggi la Russia è invece in forma nonostante le sanzioni per l'Ucraina. Ha chiaramente vinto sul piano militare in Siria, incrementando il prestigio in Medio Oriente e mostrandosi ancora una grande potenza. Forse non è una superpotenza ma è chiaramente un giocatore decisivo con la possibilità di estendersi in varie regioni del mondo nei prossimi anni.

I suoi leaders hanno visto il declino post sovietico come un fatto temporaneo in via di superamento ed hanno avuto ragione. Negli anni 2000 hanno capito che non c’era la possibilità di diventare una estensione della comunità euro atlantica e con l’intervento militare in Ucraina nel 2014 hanno reso definitiva la rottura del clima post guerra fredda. E oggi le vicende di Crimea e Donbass non lasciano presagire più alcuna possibilità di sviluppo espansivo della NATO.

Oggi Mosca oltre al buon rapporto con l’Iran beneficia di una semi alleanza flessibile con la Turchia, vanta accordi con l’Arabia sul prezzo del petrolio, ha rivitalizzato i legami militari con l’Egitto mettendosi in gioco anche sulle ricadute dello scenario libico ed è vista con interesse da molti libanesi. E tutto questo mantenendo una relazione intima con Israele.

Oltre a ciò oggi la Russia persegue un ruolo di influenza nei rapporti tra Kabul e i Talebani, tra Pakistan e India nonché tra Cina e Stati Uniti. E il mese scorso a Sochi 43 stati africani hanno mostrato di vedere in Mosca un partner di sicurezza. Grazie all’aiuto russo in Venezuela Maduro è ancora saldo nonostante il suo potere sia stato dichiarato illegale da almeno 50 nazioni più di un anno fa.
Cuba, che resta ancora sotto la pressione di Trump, sta rafforzando i propri legami con la Russia come dimostra la recente visita a l’Avana di Medvedev. Ora si protende verso il Brasile, ‘Argentina e il Messico.

E’ quindi chiaro che se la Unione Sovietica andava in giro per il mondo a spendere ingenti risorse per una causa ideologica perduta, ebbene la Federazione Russa ha imparato la lezione.

Ciò nonostante però la Russia oggi non è un modello per nessuno e qui sta il punto.
Il suo sproporzionato potere in politica estera non è commisurato alla sua forza economica. La sua antica prodezza tecnologica è severamente ammaccata. La sua élite dominante è troppo impegnata a far sodi per guardare agli interessi nazionali. Infine la scelta di armare internet per influenzare le politiche interne degli altri paesi gli ha procurato le accuse di Germania e Francia per interferenze elettorali.


Sia quel che sia comunque la Russia è tornata. E in questo mondo dominato dalla crescente rivalità tra Cina e Stati Uniti un attore indipendente come la Russia può giocare un ruolo molto importante se non decisivo.



Io non condivido tutto, per esempio il giudizio su Maduro, ma considero questo articolo una lezione di giornalismo indipendente e intellettualmente onesto. Si tratta infatti di considerazioni mancate qui da noi nel battage di questi giorni sul trentennale della caduta del muro.





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                           Fama crescit eundo

(la fama cresce col tempo)










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