venerdì 1 maggio 2020

Cento anni fa Primo Maggio di fuoco









Avanti popolo con fede franca bandiera bianca trionferà” 

E’ il motto che si trova scritto sul settimanale vicentino IL POPOLO, organo della Azione Sociale Cristiana domenica 2 Maggio 1920.

Cento anni fa non era facile celebrare il Primo Maggio perché gli scontri politici avevano un altro linguaggio: quello della violenza. Cento anni fa eravamo al centro del biennio rosso durante il quale l’opzione di “fare come la Russia, chi non lavora non mangerà” era una possibilità che appariva concreta agli operai e ai contadini, e anche ai padroni che di questa eventualità avevano il terrore.
Noi vicentini ne abbiamo un grande esempio in ciò che accadde a Brendola dove ci furono cortei di lavoratori diversi e alternativi tra socialisti e cattolici. Alternativi allora significava uno scontro anche armato gli uni contro gli altri e in questo caso i cattolici si erano appena organizzati nel Partito Popolare, e avevano le armi nascoste nella canonica di Brendola. Il fatto che rende importante quell’episodio è che in questo caso le usarono. E uccisero il militante socialista Giuseppe Busato.

La vicenda è raccontata in modo egregio, con ricostruzioni basate sui documenti, da un discendente di quel Giuseppe Busato detto Peo, ricostruzione che si può trovare nel libro LA STAGIONE DI PEO,  di Francesco Busato




Il fascismo abolì la festa del Primo Maggio per decreto il 19 Aprile 1923 accorpando la celebrazione del lavoro alla festività del 21 Aprile denominata Natale di ROMA. Antonio Gramsci, nei suoi quaderni che scrisse dal carcere ove scontava il reato di essere comunista, derise tale festività. 

La festività del lavoro, che resiste in tutto il mondo anche oggi, nonostante il crollo del comunismo sovietico, fu ripristinata nel dopoguerra quando, dopo la caduta del regime fascista, venne varata una Costituzione che proclama l'Italia una Repubblica fondata sul lavoro.



Nessun commento:

Posta un commento

DSP alle europee

  Alla fine della campagna di raccolta sono state consegnate 60mila firme. Non bastano ma sono state un’ottima occasione per parlare con la ...