mercoledì 6 luglio 2022

PECUNIA NON OLET

 





Nel decennio scorso l’abazia di Praglia è stata al centro di un contenzioso internazionale del quale poco si è saputo e poco si è parlato. Si tratta della rivendicazione, da parte dei benedettini di Praglia, della tenuta di Dajla, situata nella diocesi di Pola e Parenzo.

Il trattato di Osimo, le cui trattative erano state condotte riservatamente, fu firmato da Mariano Rumor e Milos Minic il 10 Novembre del 1975 con efficacia nel 1977. Esso stabiliva definitivamente i confini tra Italia e Jugoslavia chiudendo un contenzioso che risaliva alla fine di WW2 quando le truppe di Tito avevano invaso e poi ottenuto vari territori dell’Istria e della Dalmazia.

In tali circostanze era stato anche nazionalizzato il monastero di Dajla i cui frati erano stati arrestati e mandati ai lavori forzati. Tale monastero era stato fondato proprio dai benedettini di Praglia a metà del 1800 avendone ricevuti i terreni in eredità dal conte Francesco Grisoni. E in conseguenza del trattato di Osimo i benedettini di Praglia avevano ricevuto un risarcimento pari ad 1,7 miliardi di lire.

Ora, nel 1991 il Vaticano era stato tra i primi stati a riconoscere ufficialmente la Repubblica della Croazia indipendente e ciò aveva dato avvio, in un quadro di buoni rapporti diplomatici, ad un processo di denazionalizzazione che aveva assegnato alla diocesi di Pola e Parenzo la nuova proprietà della tenuta.

Alla luce di tale nuova condizione giuridica il vescovo di Pola, monsignor Milovan, aveva trattato la vendita dei terreni a soggetti austriaci interessanti ad uno sfruttamento turistico della tenuta. Ciò però avveniva ignorando le rivendicazioni proprietarie dei benedettini di Praglia, i quali nel 2006 portarono il caso in tribunale.

Papa Benedetto XVI, investito del problema che assumeva via via proporzioni sempre più preoccupanti dopo la presa di posizione ufficiale della chiesa croata creò una apposita commissione di giuristi ed esperti prelati i quali alla fine riconobbero il diritto italiano di rientrare in possesso dei beni e dei risarcimenti.

Il 6 Luglio del 2011 il vescovo croato venne sospeso, in sua vece venne nominato un commissario ad actum (cioè con valore solo per tale atto) il quale firmò l’apposito accordo predisposto dal nunzio apostolico dei Balcani.

La vicenda avveniva durante l’iter per l’entrata della Croazia nella UE e le autorità croate enfatizzarono l’aspetto politico del problema. A partire dal Presidente Stjepan Mesic le autorità croate alzarono la voce denunciando un supposto tentativo italiano di mettere in discussione gli accordi di Osimo e tale vertenza politico-diplomatica giunse al punto di dichiarare nulli i provvedimenti di denazionalizzazione. I beni in questione ritornarono pertanto di proprietà dello Stato croato e al Vaticano non rimase che impugnare la decisione (soverchiando di fatto il ruolo della chiesa croata). Ma il bello della vicenda è che il Vaticano vinse la causa proprio nei tribunali croati riottenendo così l’assegnazione dei beni alla Chiesa locale e… in cauda venenum… quando la diocesi di Pola si fece avanti per riscuotere i diritti di proprietà conseguenti a tale sentenza si scoprì che intanto proprio i benedettini di Praglia negli anni precedenti avevano aperto, alla chetichella, una società a responsabilità limitata denominata Abbazia che permise loro di incamerare finalmente sia il risarcimento che i diritti sul monastero.

 

PECUNIA NON OLET

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 Nell’abbazia padovana dopo il chiostro pensile e la sala capitolare si approda al refettorio monumentale. In questa sala ampia e solenne si sono tenute e si tengono le riunioni degli abati priori di vari monasteri e, forse proprio per questo, il tema del potere e delle sue lusinghe appare citato ripetutamente nelle decorazioni lignee degli scranni. Ebbene in questa sala vari stemmi, imprese e cifre, creano un gioco di significati che stuzzica lo spirito e certamente illumina ed ispira le astuzie di un potere millenario che nei secoli ha imparato a vincere con la discrezione: BIS PECCARE IN BELLO NON LICET.

 

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http://omniavulnerant.over-blog.it/article-l-attimo-colto-a-praglia-nel-2001-109528343.html


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