martedì 28 aprile 2015

25 Aprile di festa, senza retorica.





La festività del 25 Aprile vene percepita dalla destra vecchia e nuova come il culmine di una propaganda anacronistica. E dopo settant’anni comincia ad essere stufa. Ma è invece un appuntamento autentico con la memoria...






E’ certamente vero che il PCI nel dopoguerra e negli anni settanta ha usato questa commemorazione concependo la Resistenza come momento legittimante. Nell’ottica della guerra fredda infatti il PCI non avrebbe dovuto godere di tutto lo spazio di movimento, sia nella società che nella politica italiana, che invece ha avuto. Ma la forza di quella commemorazione è sempre stata superiore all’attacco atlantista e ancora oggi funziona. Anche il ventennio berlusconiano ci ha provato, ma senza successo. E questo nonostante la forza persuasiva fosse notevole.



Il punto è che c'è un radicamento reale. Il 25 Aprile rappresenta un fatto presente nei ricordi delle famiglie, prima che nelle istituzioni. La cosa non è omogenea in tutte le parti d'Italia ovviamente. Nel Sud, dove pure è stata dura, non c'è stata la RSI (Repubblica Sociale). Qui da noi, nel Nord, c'è sata la lotta fratricida tra i repubblichini, che erano al potere, e i partigiani che erano invece semplici "banditen". Le famiglie dei partigiani e di chi li sosteneva non avevano scelto quella posizione per opportunismo, avrebbero rischiato troppo, ma si rifiutavano di arruolarsi nella RSI o di andare a lavorare per i tedeschi in Germania, in Polonia ecc. Resistevano, appunto. 

Queste memorie, che stanno ancora dentro le famiglie, non sono retoriche, sono vita vissuta. Vissuta e sofferta dai genitori, dai nonni, racconti di verità a volte forse un po' imrecise, ma vere, autentiche. Verità che stanno nel cuore dei nipoti.




Per questo dopo settant'anni il 25 Aprile non ha ancora stufato. Qui a Valdagno, città industriale, il 25 Aprile 2015 la piazza era ancora affollata, mentre per il 1 Maggio 2015 non è previsto niente. Forse qualche festicciola mangereccia ...

Io sono perchè la retorica venga tolta. Oggi nessuno ha più bisogno di usare quei ricordi per legittimarsi. Quei ricordi vanno salvati dall'oblio e trasmessi, quelle verità vanno commemorate e lo devono fare le istituzioni che ne sono figlie, ma senza usarle contro nessuno. 
Per me il 25 Aprile va celebrato. Nel pieno rispetto personale e umano di chi di quel periodo ha ricordi tristi e poco interesse a commemorarli. Ma va celebrato. 


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