martedì 28 luglio 2015

WW1 secondo Frescura: il 30 maggio 1915



Frescura fu interventista e nel dopoguerra, da giornalista e direttore del Resto del Carlino, polemizzò più volte coi socialisti. Sarebbe quindi ingiusto per la sua memoria autentica farne un pacifista. Egli scrisse più volte che la guerra è necessaria, ma di ciò che scrive è un testimone, non un retore. Perciò leggo il suo diario con passione e mi ripropongo di farne una traccia personale di lettura lungo il centenario.





Egli si definisce “un combattente mediocre, un uomo che fu più piccolo degli avvenimenti”. In realtà egli fu decorato con medaglie al valore d’argento e bronzo. E la guerra la fece davvero. Perciò le sue osservazioni caustiche ed ironiche sono la migliore e la più onesta critica a WW1. E mi piace molto.


All’alba del 30 Maggio le truppe si mossero: il confine era passato nella notte. Alle case di Vezzena una mina ci dette i primi feriti e il primo morto: il soldato Salvatore Randazzo. 

Quei feriti e quel morto turbarono lo stato maggiore, che credette di aver sostenuto una grande battaglia. Il comando, esausto, diede l’ordine di sospendere l’<<avanzata>>.


I soldati, nuovi alla guerra, storditi, sbalorditi, tornarono alle trincee in cerca degli ufficiali e gli ufficiali, trafelati, corsero affannosamente in cerca dei reparti, nei quali era avvenuto un frammischiamento fantastico.
(pg 19 dell’edizione MURSIA)
  




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