lunedì 28 dicembre 2015

Secret escapes parigine








Gli accordi di Parigi, stesi e sanciti nell’ambito della Conferenza sul Clima, hanno dato il via ad una ulteriore tappa nel processo di cooptazione della Cina. Ora la Cina può alzare il PIL portandolo un paio di punti sopra il 7% (suppongo) assicurando così un ritmo di crescita globale tollerabile per il resto del mondo. In termini di potenzialità essa potrebbe andare tranquillamente sopra il 15%, ma questo distruggerebbe l’occidente e le sue scorte petrolifere. 

Su tutto ciò si possono fare però solo supposizioni perché va di moda (come nel caso del TTIP) giocare la partita globale solo a carte coperte.

Penso, e spero, che ci saranno prossime mosse in sede WTO capaci di dare maggiore trasparenza alla situazione, ma per l’intanto non lasciamoci scappare i segnali in tralice.


E’ partita in questi giorni una campagna sulla qualità dell’aria (targhe alterne, giornate senz’auto, chiudere subito l’ILVA oppure no, ecc.) che serve solo a scaldare la testa all’opinione pubblica per poi decidere, a fronte dei risultati dei sondaggi, in sede di ministero dell’ambiente quale strada scegliere per ridurre le nostre immissioni in atmosfera. Contenendo le immissioni si potrà ottenere qualche margine in più per il rispetto dei nuovi limiti di tolleranza atmosferica e rosicchiare qualche margine di PIL italiano. Margini che verranno poi spesi per chiedere la carità in sede UE.  
Ma Renzuschino non vede bene i provvedimenti che penalizzano il mercato dell’auto perché, dopo avergli regalato l’abolizione dell’articolo 18, si aspetta da Marchionne un contenimento della delocalizzazione anche nel 2016.


Con i nuovi ritmi di crescita auspicati in sede parigina i prezzi del petrolio potrebbero riprendere la salita e non avendo investito (tranne qualche finta) nelle alternative, tornerebbero comodi un po’ di inceneritori di rifiuti, almeno uno ogni due regioni. L’incenerimento termovalorizzato aumenterebbe l’autoproduzione di energia elettrica, ma porta un sacco di rogne civiche. Il punto è che anche gli inceneritori emettono polveri sottili e microparticelle, inquinando l’aria e soprattutto scaldandola.


Questi sono i primi segnali del dopo Parigi. Nel frattempo la propaganda anti ISIS sta mostrando il rovescio della medaglia con un turismo asfittico che preoccupa gli albergatori al punto da ricorrere ad una campagna pubblicitaria che mostra la possibilità di utilizzare gli alberghi di lusso come alberghi ad ore (secretEscapes ecc.).
E’ evidente che se si vuole un vero rilancio del PIL bisogna finirla con le sanzioni anti Putin e chiudere davvero i conti con ISIS. Ma l’ambiguità di chi ha creato questa guerra (Lobbies saudite, qataroemiratine e turche, sotto la direzione politica di McCain e Erdogan) impedisce la vera pacificazione militare per perseguire il vero obiettivo che è quello insostenibile sui tavoli legali, della caduta di Assad.


Ubi opes, ibi amici.



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