venerdì 24 febbraio 2017

Libertè, Egalitè e fraternitè come valori del web









LIBERTE’, EGALITE’, FRATERNITE’. Il 24 Febbraio 1848 il Governo Provvisorio Francese inserì queste parole nel proprio primo proclama. La storia successiva le farà diventare motto ufficiale della Seconda Repubblica.

Che cosa significhino è chiaro e univoco per la storiografia ufficiale, ma oggigiorno con l’avvento della fiction mediatica non possiamo più esserne sicuri. Nelle scuole italiane si accenna alla fratellanza massonica come ad un modello di organizzazione politica necessario per il Risorgimento, ma non si affonda l’analisi sul significato e la cultura della massoneria. 

Il risultato è che la gran parte della nostra popolazione nazionale la considera poco più di un genere letterario che sta andando di moda. E che fra qualche anno passerà. Intanto però c’è una quota sempre maggiore di persone che usa internet per informarsi e si accorge che in giro per il mondo la raccontano in modo diverso.

I più gelosi della verità ortodossa sono ovviamente gli ambienti accademici, politici e giornalistici perché vedono nell’informazione via web una minaccia alla propria credibilità e autorevolezza. E si danno da fare, più o meno velatamente, per far circolare ansie da complottismo. Ciò a sua volta genera ancora più confusione. Mentre nei convegni accademici infatti si richiama alla serietà e allo scrupolo storiografico e scientifico, politici e giornalisti parlano di fake news e attaccano rete e social. Una delle frasi di Eco più citate in anni recenti è la seguente: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.

Ora, la frase in sé è ineccepibile, ma viene usata per tacciare di inaffidabilità la Rete anche se in realtà non nega affatto che sui social si trovi anche la verità. La frase mette solo in guardia da ciò che gli imbecilli possono mettere in rete.


Criminalizzando l‘informazione social si ledono i nuovi livelli di libertà di pensiero di cui c’è bisogno nella società globalizzata. L’atteggiamento antiestablishment che si sta diffondendo nelle democrazie sta diventando un nuovo modello di comportamento politico ed elettorale in grado di sovvertire il potere dei vecchi ceti. Tutto qui. Si grida al pericolo delle fake news, poi però si scopre che Grillo riempie le piazze e le urne, non tanto la Rete. Ecco quindi che i giovani presidenti del consiglio espressione dei vecchi poteri parlano di post-verità a reti unificate. Ecco quindi che si minaccia la libertà del web.




Nel 169mo anniversario del motto rivoluzionario francese mi sento di ribadire Giorgio Gaber: la libertà non è star sopra un albero, non è uno spazio libero, libertà è Partecipazione. E la partecipazione oggi è quella dei social.
Mi sento di dire anche che l’uguaglianza è quella delle pari opportunità difronte al mercato come difronte alla giustizia. E l’uguaglianza non è solo quella del cittadino, ma è anche quella dei popoli, delle etnie, delle persone disabili e degli anziani.
Infine la fratellanza è un ottimo auspicio per il comportamento solidale, ma quella cui si riferivano i rivoluzionari francesi è esattamente quella massonica e negarlo o mistificarlo è inutile, anzi dannoso. 







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