venerdì 17 febbraio 2017

Sugàr la lissia









Sugar la lissia” in dialetto veneto significa togliersi d’ impaccio. E’ quello che auguro a Miguel Gotor difronte al dilemma congressuale: andare a congresso è solo un alibi per rinviare di fatto le elezioni perdendo così consensi tra gli elettori democratici non renziani; se si va alle elezioni subito con renzuschino si viene sbattuti fuori dalle liste. Meglio D’Alema? Meglio Bianca Berlinguer? Meglio Fassino? Pisapia? Ma per carità, è solo il vecchio specchietto per allodole, un tentativo di attirare il voto di chi vorrebbe cambiare. Gli elettori italiani faranno come gli operai americani: voteranno contro l’establishment. Punto e basta.

I TG di stasera hanno enfatizzato il tema della scissione PD come fosse un evento di rilevanza capitale. In realtà è solo una specie di baruffa chiozzotta tra perdenti. Il parto topolinico di una montagna inutile, fatta di politici suonati, spesso servili ed haimè, ormai corrotti nella testa e nello stile di vita. Se ci sarà, la scissione produrrà solo un’altra inutile fazione della vecchia sinistra; quella che ormai vive di nostalgie, residuati ideologici, vendette e gelosie d’apparato.




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Antica saggezza veneta:

                                         El morir xe l’ultima capela che se fa.

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