domenica 9 luglio 2017

Cristiani di Hallah, di Massimo Carlotto



Tutte queste cronache sulle problematiche migratorie mi fanno tornare di attualità una lettura che descrive un Mediterraneo agitato per altri motivi ciquecento anni fa.







Nel Mediterraneo del 1540 la città di Algeri era presidiata da corsari che erano al servizio del sultano di Costantinopoli. Costoro svolgevano un compito di difesa militare, ma scorrazzavano anche attaccando vari porti mediterranei in imprese criminali. Tali saccheggi avvenivano di fatto sotto la protezione della Sublime Porta. 

Il re di Spagna Carlo V, che costituiva la parte più avanzata della cristianità, decise un attacco al porto di Algeri, ma fallì miseramente. Le cronache attribuiscono le cause della sconfitta soprattutto al maltempo. Quel che è certo in ogni caso è che Andrea Doria salvò la flotta con grandi difficoltà e grandi perdite. Mentre a terra durante l’assedio vennero impegnate molte forze e i migliori reparti tra i quali 150 Cavalieri di Malta addetti alla difesa personale di Carlo V che vennero respinti e ricacciati in mare. Una nota curiosa è che tra i generali c’era anche Herman Cortèz, il conquistatore del Messico. Carlo V venne salvato dai maltesi per il rotto della cuffia. 

Le forze avversarie, cioè quelle che difendevano la città a nome di Solimano il Magnifico, erano comandate da Hassan Agha ed erano composte da mercenari d’ogni sorta. Tra questi molti rinnegati ovvero ex cristiani islamizzati per interesse. E’ questo i dettaglio che viene messo a fuoco dal romanzo centrato sui personaggi di Reduane e Othmane, corsari rinnegati. Si tratta di un tedesco e un albanese che prima erano stati lanzichenecchi. Ora condividono ogni sorta e ogni avventura nell’ambito del loro reciproco amore…


                                                                  ***


            Si tratta di una storia d’amore gay. Nulla da obiettare naturalmente, anzi l’autore scrive bene e non oltrepassa mai il limite del buon gusto (secondo lo standard noir, of course), perciò è giusto presentarlo per quello che è: un libro su una storia d’amore omosessuale ambientata tra i corsari del mar Mediterraneo nel sedicesimo secolo. Trovo in giro invece recensioni che sorvolano il tema principale. Per il resto, come sempre nei libri di Carlotto, la trama evoca temi di attualità molto spesso prevedendoli. Anche qui c’è una notevole capacità di evocare il presente e anche il futuro come è stato per il tema dei rifiuti in Nordest oppure per il rischio di tossicità alimentare in Mi fido di Te. In questo caso abbiamo l’omosessualità, la multietnicità e la criminalità organizzata come fattore di politica. C’è anche la violenza sulle donne se vogliamo e un confronto/scontro tra  le culture religiose monoteiste. Un confronto dal quale ne esce, coraggiosamente, un Islam più avanzato e tollerante. Poi, fra le righe chi vuole può anche leggere che i veneziani sono stati i veri pirati del Mediterraneo, che i committenti della corsa erano le oligarchie ebraiche olandesi dell’epoca e che il cristianesimo era la parte più intollerante del Mediterraneo. Ma qualunque sia la lettura è giusto dare atto che il romanzo è intelligente e piacevole come le musiche del CD allegato. Complimenti alla penna di Massimo Carlotto e alla voce di Patrizia Laquidara, alla quale suppongo si ispiri il personaggio femminile.



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Nota. Il nome del protagonista, Redouane, si pronuncia come “quello rosso” in inglese. Othmane, oggetto d’amore da parte di quello rosso, ci richiama l’ottomana, cioè il divano dove si usa far l’amore nelle alcove turche e non solo. Ma il romanzo ambienta la storia clandestina che si sviluppa tra Othmane e il giovane giannizzero in un bagno di Algeri. 
Un bagno turco evidentemente ed è per questo che vengono visti e spiati da chi nota che Lui “lo usa come una donna”. Forse se lo avessero fatto nel Diwan, quello rosso, nessuno avrebbe protestato.






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