venerdì 24 aprile 2020

Muslim pseudoscience







Pseudo scienza musulmana.



In chiusura del numero di Febbraio della rivista TEORIE COMPLOTTISTE, enigmi, scienza, paranormale alle pagine 69 – 82 si trova l’articolo di Stefano Bigliardi del CICAP. Ne prendo appunti.


l’Articolo suddivide le categorie FAKE Pseudoscienza, antiscienza e cospirazionismo. Esso esamina con esempi le varie possibilità di interazione negativa tra scienza e ISLAM e più in generale interferenze e tendenze di intromissione culturale. Lo fa dopo un’ampia premessa rispettosa verso la religione. Il Corano, dice, è la parola di Dio e Muhammad non è l’autore, ma un essere umano, persona perfetta.

L’identità di mussulmano non è un concetto etnico, non coincide affatto con “arabo”. Ci sono infatti arabi cristiani e mussulmani non arabi. Non è neanche un concetto linguistico, ma nei paesi mussulmani non arabofoni si apprende il Corano in arabo. (Del resto si faceva lo stesso anche nel cristianesimo con la messa in latino prima del Concilio Vaticano II).

La teologia coranica insegna che la prova circa l’attendibilità scientifica del Corano sta nella sua perfezione formale. Ora, soprattutto in tempi recenti, a questa concezione della inimitabilità linguistica del testo sacro si va sovrapponendo l’idea di una inimitabilità scientifica. Esempio:
Nell’immaginario musulmano esistono gli jinn ovvero i genii che sono esseri soprannaturali, ma neanche l’unione tra questi e gli umani potrebbe raggiungere la capacità di redigere un testo all’altezza del Corano.

(Nella mia edizione NEWTON 1996, curata da Hamza Roberto Piccardo e accettata dalla Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche d’Italia, in questa sura 17:88 gli Jinn vengono tradotti con “demoni”. Precisamente a pg 251 si trova scritto:” Se anche si riunissero gli uomini e demoni per produrre qualcosa di simile a questo Corano, non ci riuscirebbero, quand’anche si aiutassero gli uni con gli altri”).

Ora, il Corano secondo i sostenitori della sua attendibilità scientifica, contiene numerosi passaggi che presentano una descrizione accurata di fatti e fenomeni che sono stati accertati dalla scienza solo secoli dopo la loro scrittura ovvero la rivelazione. Ciò riguarderebbe vari argomenti come le correnti oceaniche, l’espansione dell’Universo, la struttura delle montagne, ma anche lo sviluppo dell’embrione e del feto nel ventre materno e molto altro.

Uno dei principali divulgatori di queste verità coraniche è Zaghloul El-Naggar, del quale ho visto che si trova parecchia roba sulla rete. Ma l’articolo sostiene che si tratta di forzature interpretative.  E’ vero, scrive BIGLIARDI, che il corano parla spesso di fatti naturali ma è esagerato sostenere che esse siano “scientificamente accurate”. (Pertanto il mainstream l’antifake della stampa Polically Correct non considererà il Corano un riferimento scientifico).

Se il Corano fosse “scientifico alla lettera” le formiche sarebbero di vetro e l’olio d’oliva curerebbe ii cancro, ci ricorda Bigliardi.

Tuttavia questa idea della scientificità coranica sta avendo successo e popolarità sempre in crescita fin dagli anni settanta. Ciò è dovuto anche al medico francese Maurice Bucaille (1923 – 1998) gastroenterologo parigino nonché medico di Sadat.

Costui nei suoi libri, dei quali il più significativo è LA BIBBIA, IL CORANO E LA SCIENZA (1976) sostiene l’assenza totale di contraddizioni logiche e “inaccuratezze scientifiche”.  Egli esaminò per conto di una commissione governativa le mummie del museo del Cairo e individuò quella del faraone che inseguì gli ebrei durante l’esodo. Il Corano ne parla ed egli sostiene che lo stato della mummia è compatibile con la descrizione coranica: trauma da impatto con l’acqua e annegamento. 




Ora, il miracolo scientifico consisterebbe nel fatto che “nessuno poteva sapere all’epoca della rivelazione coranica che la mummia del faraone era stata preservata, né conoscere con esattezza le cause della morte del sovrano egizio”. (Il Corano alla sura X, versetti 90,91 e 92 afferma che il Faraone – Ramsete II, per la cristianità – “FU SUL PUNTO DI ANNEGARE” e si dichiarò pentito e sottomesso, cioè credente. Ma Allah rispose a tale attestazione di fede promettendo di salvare il corpo affinché divenisse segno per i posteri. Sempre il Corano, nella sura XXVI: versetti 60 - 67 precisa:” rivelammo a Mosè: colpisci il mare con il tuo bastone… e salvammo Mosè e tutti coloro che erano con lui, mentre annegammo tutti gli altri.” Pertanto il faraone annegò e, secondo gli esegeti, il suo corpo fu rigettato su iniziativa dello stesso Allah sulla spiaggia per essere conservato (Imbalsamato) e ritrovato. Cosa che avvenne solo nel 1881, dopodiché, conservata al museo del Cairo, tale mummia fu individuata come quella bibblico/coranica dall’esame di Bucaille).

 Anche la Bibbia, in Es 13,17 - 14, 29, racconta l’attraversamento del Mar Rosso, ma quel racconto a giudizio di Bucaille è ricco di inesattezze; contrastando in ciò con la precisione e l’attendibilità del Corano.




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