martedì 28 aprile 2020

Cetomedismo pandemico









Come sappiamo la crisi globale attacca il ceto medio e la crisi Covid-19 aggrava il problema soprattutto per commercianti ed artigiani. Pertanto l’atteggiamento di questa classe sociale è in fibrillazione e costituisce la fascia di elettorato più mobile. Ciò spiega il comportamento delle forze politiche le quali si contendono il consenso elettorale di questi milioni di voti. Per il momento in giro per il mondo prevale la destra che con l’opzione sovranista propone una politica protezionista di fatto. Essa appare seduttiva per le attività che temono la concorrenza dei grandi supermercati. E quando i ceti operai si associano alla protesta del ceto medio, com’è avvenuto con Trump, la destra vince. Quindi dove voteranno gli operai è a sua volta un fattore decisivo.

In realtà anche la destra al potere non è in grado di garantire la protezione nazionale dei mercati perché l’internazionalizzazione delle filiere produttive è troppo avanzata. Possono esserci dei sussulti e ne vediamo alcuni tentativi abbozzati in questi mesi. Il momento clou è proprio in queste settimane in cui si pianifica la cosiddetta fase due ovvero la riapertura delle attività. Nel dibattito italiano appare forte la contraddizione tra richiesta di più stato con estensione totale del welfare protettivo e incentivazione delle nuove tecnologie. Se si incentivano le consegne a domicilio si ottiene l’esatto contrario di ciò che sperano i negozianti del centro ecc.


La finanza bancaria per i momento non capisce quale linea si consoliderà ed appare immobile. Tale incertezza disorienta gli investitori e potrebbe bloccare la ripresa. Situazione moto mobile. Vedremo.









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