domenica 6 settembre 2020

LA RISPOSTA, degli operai Marzotto

 




Il 6 Settembre del 1970 a Milano alle prime elezioni che avvengono nel nuovo quadro di diritti sindacali stabilito dalla Legge 300, cioè le elezioni del CdF (scheda bianca, senza liste precostituite dai sindacati), gli operai eleggono futuri membri delle BR: ad esempio Corrado Alunni, Paola Besuschio, e Pierluigi Zuffada. (allora Sinistra Proletaria) Iniziano patiche di PROCESSI di Reparto (a crumiri e leccapiedi) e attacchi ai dirigenti. Le prime BR si presentano con un volantino che contiene le liste dei dirigenti da attaccare. Cortei interni agli uffici degli impiegati. I quali rispondono con denunce e provvedimenti disciplinari, in altri casi con “controscioperi”. Alla Borletti gli operai respingono l’accordo già firmato dai sindacati e tengono fuori gli impiegati dalla mensa. 

L’anno dopo prenderà piede l’uso intenso della Cassa Integrazione (lasciando che venga percepita come anticamera della disoccupazione) come strumento di contrattacco aziendale. E inizierà la lunga tiritera padronale sulla crisi economica. Per una decina d'anni infatti ad ogni incontro o trattativa i rappresentanti sindacali si sorbiranno il lamento padronale sulla crisi del mercato e il costo del lavoro.

Alla Marzotto di Valdagno e Maglio nei mesi convulsi che seguono le fasi acute delle lotte entrano i delegati della Cgil grazie al voto libero su scheda bianca. E gli echi delle lotte operaie lombarde e piemontesi molto più aggressive si mescolano con le cover ironiche di Sanremo composte durante l’occupazione degli stabilimenti. 

    Un gustoso esempio è dato questo volantino scritto in fabbrica e tirato col ciclostile della CISL nel trentesimo giorno di occupazione:





Qui i dirigenti da attaccare vengono indicati in versi










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