lunedì 21 giugno 2021

A.I. step up, ovvero il balzo verso la digitalizzazione vaccinocratica

 





Il solstizio è arrivato stanotte alle cinque e mezza. E con l’arrivo dell’estate, prima che la testa si scaldi troppo, faccio il punto. Solo appunti, niente paura.

1 - Il cammino vaccinocrate prosegue secondo programma. Il dissenso è stato brillantemente domato grazie ad una potenza di fuoco mediatica quasi surreale. Rimane qualche bolla significativa come il Brasile, che peraltro non possiede il rapporto di forza paralizzante. Il vero scontro è tenere a bada il trumpismo che, soprattutto per il potenziale che si annida nel dissenso catto-quanista (da Q Anon), potrebbe essere la vera sabbia nell’ingranaggio. Altre piccolezze come ad esempio le pisciatine fuori vaso di Boris Johnson non sono preoccupanti e tutto lascia intendere che si possa passare nella fase del dopo WEF con l’avvento dello scenario artificial-intelligente.

Il primo segnale critico in tal senso è venuto dallo scenario geopolitico. Il falco-falcorum sionista è stato infatti accantonato mentre monta l’arroccamento atlantista. L’Italia anche stavolta si accoda supina al bardo statunitense e lo fa, ahimè, per bocca del pentastellare Di Maio definitivamente circonciso (metafora esclusivamente politica) e definitivamente assimilato. Tutto bene madama la marchesa.

 

 2 -  Draghi ha messo in riga Conte il quale con la sua apertura alla Cina preoccupava i partners euro-atlantici, ma al tempo stesso cerca di salvarlo dall’azzeramento elettorale. L’agonia eutanasica del M5S infatti lascerebbe nell’incertezza alcuni milioni di voti populisti che in Europa possono finire contro la UE. E, of course, se salta la UE Saltano gli accordi finanziari globali sul fantastigliato debitorio… quindi è bene che alle prossime amministrative un pentastelaio (pollaio cinque stelle) ridimensionato e aggiustato persista. Allo scopo i giullari del mainstream televisivo (proprio gli stessi che si sono sbracati negli scorsi anni a dilaniare Grillo e la Raggi) ora ammorbidiscono i toni mentre lo stesso PD mette a sordina Gualtieri.

3 -  Arrivano i licenziamenti. Gli obiettivi di riduzione dei posti di lavoro da robotizzare pare siano stati raggiunti. La campagna Covid ha macellato efficacemente le attività commerciali cetomediane e anche l’industria è pronta. Lo dice il silenzio di Stellantis. Ma, come sempre nelle trattative occulte, bisogna aggiustare i conti della serva prima che venga mattina. Soprattutto occorre sincronizzare Colao con Brunetta e Landini. Ben venga Re David che, salomonicamente, cerca di mettere insieme il libro dei morti con il libro dei Re ottenendo almeno la sicurezza massima per quelli che restano.

4 – Il trionfo di Zaia, vero vincitore della gara Covid, non deve montare la testa dei veneti i quali è bene che continuino a “laorare e tasare”. Non bisogna certo mettere in pericolo il 16/18 percento del PIL prossimo venturo, altrimenti i buchi mostruosi dei bilanci comunali calabro-campani chi li ripiana? E’ quello che sa bene Draghi: Macron e Merkel non stanno lì a contare le cifre ma chiedono: il Veneto, la Lombardia e l’Emilia continuano a pagare le tasse? AH SI? Bene, allora accettiamo il DPEF italiano. Il problema è che in Olanda, In Danimarca e in Svezia i numeri li guardano davvero, per cui assisteremo anche quest’anno alla solita pantomima euronordica.

 

5 – Valdagno ha chiuso la primavera, e con essa, pare, il lockdown pandemico, ricordando Monsignor Sette in quella che è stata finalmente, la prima riunione in presenza. Il sindaco e l’assessora hanno ringraziato il Gruppo Storico valligiano per il lavoro di presentazione e un sentimento di senile malinconia ha pervaso l’animo dei reduci di un’epoca totalmente diversa dall’attuale; un’epoca in cui Marzotto proiettava la città nel gota mediatico prima per i lussuosi Premi e poi per le sorprendenti lotte operaie da costui benedette.

 

Nel sottostante storico cortile nel frattempo veniva allestita una mostra dei progetti di rigenerazione dell’area “ex Lido” ovvero la parte operaia della città sociale, dove sono nato e cresciuto. In tali disegni appare un’ottica di valorizzazione urbanistica che mi auguro non diventi solo speculativa delle aree. In alcuni di quei progetti il trampolino olimpionico viene salvato dalla cementificazione come elemento arredante… Certo. E mi rendo conto che con esso, con quella piscina ormai preistorica, se ne andranno anche i miei anni. Gli anni della generazione che ha cambiato il mondo.

 


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Primavera non bussa, lei entra sicura.   (Fabrizio De Andrè)


Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
È furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
È l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.

                                                                         (Giuseppe Ungaretti)



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