mercoledì 16 giugno 2021

La diga sull'oceano, di Guerrieri

 




 

La DIGA SULL’OCEANO di Osvaldo Guerrieri, scrittore e giornalista de La Stampa, è in libro uscito nel 2019 dalle edizioni Neri Pozza. Ripercorre la vicenda di Herman Sörge, un eclettico architetto vissuto in Germania nella prima metà del secolo scorso. Durante il periodo delle Repubblica di Weimar costui lanciò il progetto di costruzione di un sistema di dighe capace di isolare e lasciar prosciugare il mar Mediterraneo collegando via terra l’Europa con l’Africa. L’idea riprendeva le informazioni scientifiche, confermate all’epoca dai carotaggi, secondo le quali alla fine della seconda era glaciale vi fu nel nostro pianeta un prosciugamento naturale dell’area mediterranea.

Il beneficio derivante da tale opera sarebbe stato soprattutto energetico perché le due dighe poste una a Gibilterra e l’altra ai Dardanelli sarebbero state dotate di un gigantesco sistema di turbine per la produzione di energia elettrica. Si sarebbero create inoltre vaste aree di territorio che avrebbe potuto nel tempo essere destinato a coltura agricola. Il tutto in un secolo, un secolo e mezzo. Sarebbe così nato un super-continente primeggiante sul pianeta. Un’opera destinata a lasciare un segno indelebile nel destino dell’umanità.

 

All’inizio l’idea sedusse ed incuriosì vari ambienti sia scientifici che politici dell’epoca, ma l’avvento del nazismo la boicottò e la fece cadere. Tra gli interessati della prima ora vi era stato ad esempio Erich Mendelssohn, architetto esponente del movimento sionista mondiale e amico di Einstein. Costui sostenne le iniziative di diffusione dell’idea e contribuì ad arricchire il progetto.  Ma il progetto violava la Convenzione di Motreaux firmata dalla Germania nel 1936 sulla libertà di passaggio Bosforo/Dardaneli. Pertanto alla fine degli anni trenta Hitler commissionò un cortometraggio propagandistico contro Atlantropa che ebbe molta influenza negativa presso l’opinione pubblica tedesca.

Nel dopoguerra, secondo il racconto di GUERRIERI, gli americani corteggiarono per un po’ Sörge nel tentativo di lanciare il progetto all’ONU (in fase di costituzione) per il suo carattere unificante tra le nazioni, ma poi l’avvento dell’energia nucleare lo rese inutile.

In realtà si trattava di un’opera di difficile realizzo. Avrebbe richiesto di riversare in mare almeno due chilometri cubi di rocce e pietre ricavate dai monti andalusi e la costruzione di uno zoccolo largo 2.5 km solcato da autostrade e acquedotti tra la costa di Gibilterra e il Marocco. Il progetto prevedeva sulla diga anche la presenza di una aeroporto, un parco nazionale, turbine e cascate molto più grandi di quelle di Niagara. Inoltre il terreno riemerso non sarebbe stato utile per l’agricoltura a causa della elevata salinità, come dimostra oggi il prosciugamento di una parte del lago d’Aral, considerato uno dei più grandi disastri ecologici degli ultimi 50 anni.

 

Nel dicembre del 1952 Sörge morì a causa di un incidente a Monaco. Un’auto si scontrò con lui mentre andava in bicicletta. Non mancano ancor oggi le ipotesi di omicidio mascherato. La sua eliminazione infatti ha tolto di mezzo un argomento potentemente suggestivo in favore dell’energia idroelettrica osteggiata dai poteri petroliferi.

Nel 1960 è stato chiuso l’Istituto Atlantropa spegnendo così una grande suggestione scientifica e culturale del Novecento. Rimane un Archivio presso il Deutches Museum di Monaco.

 

 


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