lunedì 12 gennaio 2015

Appunti WW3





Con l’operazione Charlie Hebdo/Iper Cosher l’opinione pubblica è stata efficacemente mobilitata dai media internazionali in favore delle vittime: giornalisti, civili inermi, cittadini comuni ebrei. La stampa internazionale, o meglio il ceto dei giornalisti, è stato completamente galvanizzato sul tema della difesa del diritto di parola e del diritto di satira. L’enfasi emotiva è stata posta soprattutto sulla necessità per l’occidente di salvaguardare i valori liberali difronte all’attacco terroristico che ad essi viene mosso dal fenomeno islamista non più geolocalizzato in Medio Oriente, ma in casa europea.

Alcune considerazioni. La vicenda ha dato lo spunto ad alcuni commentatori indipendenti per dire con chiarezza che sul piano geo strategico ISIS è una conseguenza della decisione di Bush nel 2003 di attaccare Saddam Hussein e dell’appoggio che Obama ha dato ai ribelli siriani per abbattere Assad. Anche la distruzione della Libia ha contribuito alla riorganizzazione delle forze islamiste radicali.

L'analisi, già da tempo acquisita nelle riviste specialistiche, secondo la quale dietro ISIS ci sono gli interessi strategici della autocrazie arabe (saudite in particolare) le quali non vogliono che si diffondano modelli parademocratici nei paesi arabi decisivi per il petrolio, è stata praticamente ignorata. Ciò ovviamente è legato ai condizionamenti strategici che quei paesi sono oggi in grado di esercitare sull'Occidente. Ne è un esempio il Qatar per gli investimenti finanziari in Italia (Alitalia). Lo stesso Renzi durante i fatti francesi era in visita di Stato presso gli Emirati.


Il gesuita Bergoglio, oggi papa Francesco, ha commentato i fatti parigini con parole che si distinguono dal coro dei paesi NATO. Egli ha detto: L’attentato di ieri a Parigi ci fa pensare a tanta crudeltà, crudeltà umana; a tanto terrorismo, sia al terrorismo isolato, sia al terrorismo di Stato. Ma la crudeltà della quale è capace l’uomo! Preghiamo, in questa Messa, per le vittime di questa crudeltà. Tante! E chiediamo anche per i crudeli, perché il Signore cambi il loro cuore”.  Che significa “terrorismo di stato”? Quale Stato pratica il terrorismo?

Il giorno dopo la manifestazione parigina con annesso vertice WW3, Pope Francis ha commentato ufficialmente i fatti in quanto capo di stato attraverso un discorso alle diplomazie. I telegiornali italiani ne hanno dato notizia focalizzando una sorta di appello all’ISLAM affinché vengano fatte dichiarazioni formali per una presa di distanza dalle pratiche violente. Non traspare una condivisione emotiva all’enfasi parigina.


Gli americani hanno espresso piena solidarietà ma senza stare al gioco enfatico della libertà di satira. Evidentemente non vogliono turbare i sauditi che sono sostenitori della linea neo-iconoclasta. Obama non ha partecipato alla marcia parigina dando un segnale di non entusiasmo verso l’operazione. Il tema relativo alla partecipazione di Lavrov, partecipazione che era stata annunciata più volte nella giornata di sabato, non è stato ripreso nelle cronache e nei commenti del giorno successivo. Che è successo? Qual è stato l’atteggiamento della Russia verso il vertice? Putin è un partner formidabile nella lotta al terrorismo jihadista, ma l’informazione si è guardata bene dal nominare Putin, negli elenchi delle precedenti azioni terroristiche non ha mai incluso la strage di Beslan (172 bambini, 380 corpi) e la posizione di IRAN e SIRIA sull’attentato e sul vertice. Pensavo fosse un comportamento obbediente ai desideri di Washington, (perché Putin dopo l’11 Settembre aveva proposto agli americani una collaborazione contro il terrorismo islamico, ma Bush decise di fare da solo per tenere fuori la Russia dallo scenario arabo-petrolifero) ma forse non è così; c’è dell’altro da analizzare. Aspettiamo un po’ di tempo.

Putin però ha ribadito anche in questa occasione la disponibilità della Russia a collaborare. Questo lo spot ufficiale:

Russia Today, espressione di una comunicazione non allineata, ha trasmesso in diretta la telecronaca della marcia parigina. L’ha chiamata Unity March to pay tribute on the victims of the terror attacks that killed 17 people, including journalists and policeman.

I relativi talk show testimoniano la consolidata esistenza di un sentimento diffuso in Europa, anche se ancora minoritario: quello di ritenere gli atti di terrorismo in occidente come episodi non spontanei ma programmati in funzione WW3.



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