lunedì 26 gennaio 2015

Pensierino del gufo




Oggi il greco Syriza è diventato il primo partito antiausterity che sale al governo in eurozona.
Alexis Tsipras col suo contegno imperturbabile, il suo giovanilismo e la sua chiara ricetta di sostegno ai redditi deboli ha guidato la presa del potere, pulita e assolutamente democratica a quanto pare, senza compromessi e pateracchi alla nazzarena.





Subito dopo però, alla ricerca di due seggi parlamentari che gli assicurino la maggioranza assoluta in parlamento, Tsipras ha annunciato un accordo che appare strambo ed improbabile con il partito antieuro di centrodestra, una specie di Lega alla Salvini.

Tutti sembrano entusiasti, ma per me il segnale greco non è chiaro. E' chiaro invece l'uso strumentale che intende farne Renzuschino cavalcando mediaticamente la scia di questo risultato in un momento per lui critico nei rapporti a sinistra.


E' tipico di questi ultimi tempi sfruttare ogni evento in senso opportunistico. Ciò è dovuto al fatto che la politica è diventata essenzialmente comunicazione mediatica e ogni principio viene subordinato agli interessi tattici. "Ciò che conta è il risultato", "io corro per vincere" ecc. fino al ridicolo di frasi come: "il secondo è il primo dei perdenti".

In realtà tutta questa pompa non cancellerà la mostrusotà di debito accumulata dall'occidente e si risolverà nel rinegoziare un rinvio delle scadenze debitorie. Secondo ilsole24ore l'attuale debito greco, se tutto andasse bene, rientrerebbe nel 2050. Ora Tsipras rinvierà tale scadenza di un lustro o due... Grande vittoria della sinistra?
Ebbene nel 2050 mia figlia avrà settantun anni, una vita di lavoro per pagare i debiti contratti dalla mia generazione. Se mai avrò un nipote, e se tutto andasse bene, penso che dovrà essere lui a pagare i debiti di Tsipras.



Gli stiamo già ipotecando il futuro prima che nasca.

La Germania è rinata dopo la guerra perché nel 1954 i vincitori hanno cancellato il debito. Se l'occidente negli anni ottanta avesse cancellato, o anche solo tagliato il debito che i paesi in via di sviluppo avevano contratto con le multinazionali, oggi il Brasile e l'India sarebbero dalla nostra parte, invece ce li abbiamo contro.

Io non sto né con Tsipras né con la Merkel, né tantomeno con i campioni dell'opportunismo mediatico. Cerco solo un modo per stare dalla parte di mio nipote.




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