domenica 13 settembre 2015

WW2: Resistenza, memoria senza assoluzioni




E’ il titolo di un commento di Gianni Oliva, autore di varie ricerche storiche tra cui la recente “il tesoro dei vinti” 




che condivido integralmente.


In sintesi Oliva fa il punto sulle celebrazioni del settantesimo della Resistenza. Modesto bilancio e modesta visibilità, conclude, soprattutto in confronto al Centenario WW1.  La memoria, dice, si va esaurendo perché dura lo spazio di una generazione. Quando scompaiono i protagonisti scompare anche la narrazione popolare. Oggi il ricordo dell’11 Settembre comincia a superare quello dell’8 Settembre anche nelle famiglie.
Ma il venir meno della “memoria” non fa venire meno la “storia” e su questo piano i nodi restano. Occorrono quindi indagini senza velleità celebrative e occorre chiedersi – onestamente direi – perché la vulgata è sopravvissuta così a lungo.
Dopo il ’45 ci siamo immaginati come un popolo di vincitori mentre eravamo un popolo di sconfitti che aveva scatenato la guerra accanto ad Hitler. E per rimuovere il senso di colpa abbiamo fatto dell’8 Settembre la cesura tra due italie narrando la Resistenza come un alibi assolutorio: la storia precedente l’armistizio è stata rimossa e il territorio peninsulare narrato è stato ristretto al Centro Nord partigiano.
Così abbiamo perso per strada la corresponsabilità della classe dirigente col fascismo, la guerra di aggressione ’40 – ’43, i crimini contro i civili nei Balcani e in Grecia.
Insomma non abbiamo fatto i conti con la nostra storia e la proposta celebrativa si è rivelata sterile. Ma bisogna proprio ripartire perché:

La risposta a tanti dubbi sull’approssimazione morale dell’oggi sta anche nelle assoluzioni troppo facili di ieri.

E bravo Gianni Oliva.









Nessun commento:

Posta un commento

DSP alle europee

  Alla fine della campagna di raccolta sono state consegnate 60mila firme. Non bastano ma sono state un’ottima occasione per parlare con la ...