giovedì 23 marzo 2017

Sessantesimo senza entusiasmi.








Nella mesta celebrazione del sessantesimo anniversario dei trattati europei il Presidente della Repubblica ha tento un discorso alle camere riunite. Occorre una nuova riflessione, ha detto Mattarella partendo dalla BREXIT. Ma su questo solo un accenno, ricordando che GB non è tra i fondatori, anzi era entrata nel 1973 quando tirava tutta un’altra aria.

Il discorso poi ha un suo spessore dedicato al ruolo che i principi ispiratori hanno avuto nel garantire la pace superando sempre, finora, le spinte disgregative.
Ma alla fine anche Mattarella viene al dunque: la congiuntura finanziaria sta lacerando il tessuto sociale dei paesi membri e l’instabilità diffusa ai nostri confini impongono la necessità di “rilanciare la sfida per la riforma dei Trattati”. L’immigrazione mediterranea, l’offensiva terroristica e il debito sovrano impongono di cambiare in particolare Lisbona. Ma attenzione perché le origini del debito stanno nelle politiche sovrane, non nell’Euro e la BCE. Quest’ultima anzi ha saputo affrontare la crisi tenendo bassi i tassi e salvaguardando il sistema creditizio.

Il 25 ci sarà il cerimonione internazionale presso il Campidoglio con tutti i capi di Stato, ma ad occhio non sembra che ci sarà gran pompa. Penso che la stampa darà spazio soprattutto al tema sicurezza e forse prenderà qualche spunto per critiche alla Raggi in funzione anti Cinquestelle.


Auguri





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