sabato 25 novembre 2017

Saviano sul caso Yara






Sono ormai sette anni che il regime narra sul caso Yara Gambirasio e non sappiamo ancora cosa sia successo veramente nonostante le due sentenze. Io penso che su questa vicenda il mainstream abbia sbraitato molto senza però dare abbastanza peso a ciò che dice Roberto Saviano nel suo libro Zero Zero Zero. Vediamo.


Il peso dei soldi. (pg 243)

Il capitolo è dedicato a Pasquale Locatelli. Ragazzo di vent’anni inizia a scorazzare nel nord tra Milano e Verona rubando auto di grossa cilindrata. Si inserisce con successo negli ambienti della Ligéra (vecchia mala milanese) la cui eredità moderna conta circa 150 morti all’anno. Vallanzasca, Turatello, Epaminonda ecc. Dopo di loro si apre la fase caratterizzata dalla pace apparente della Milano da bere dove moda e divertimento aprono nuovi mercati. TV private e figli di papà. Coca. Lui impara quattro lingue, rete commerciale, esperienza servizi vendita auto. Diventa imprenditore internazionale. Affidabilità e preveggenza. Ma il suo passato gli restringe la capacità di movimento per via della condanna in libertà condizionata. Latita in Costa Azzurra. Ma i francesi lo arrestano in villa con 41 kg di coca nel 1989.
Riesce a fuggire durante un trasferimento e, gabbati i francesi, si stabilisce in Spagna ove decolla negli affari internazionali della coca. Il suo partner di fatto è un altro abilissimo narcomanager italiano, tale Roberto Pannunzi. Su costui le pagine del capitolo si sprecano finché si arriva a pagina 276 dove prende corpo la relazione Locatelli/ Brembate. 

Pasquale Locatelli ha due figli, Massimiliano e Patrizio, i quali vivono e lavorano in Italia dove fanno soldi puliti, molto utili, come vedremo, alle meno pulite transazioni paterne. Sono infatti titolari della LOPAV Spa azienda di pavimentazioni adiacente a Brembate di Sopra, località famosa nelle cronache recenti per la vicenda di Yara Gambirasio. Saviano si chiede, a differenza della gente del posto, se il fatto che quell’impresa oggi svetti a livello nazionale nel suo settore sia veramente spiegabile senza aiutini finanziari provenienti dalle ingenti disponibilità paterne… Comunque la Lopav è nota alle cronache per aver vinto regolarmente l’appalto relativo alle case antisismiche dell’Aquila. I terremotati camminano su terra bergamasca, è infatti l‘orgoglioso slogan locale. 

Il terremoto è dell’Aprile 2009 e nel Maggio 2010, grazie ad un pedinamento del figlio che lo sta raggiungendo in Sagna, il padre Pasquale Locatelli narcotrafficante internazionale di altissimo livello, viene arrestato a Napoli. E poi vengono incarcerati i due figli Massimiliano e Patrizio con l’accusa di riciclaggio di denaro sporco. Accuse documentate da intercettazioni.

La scomparsa di Yara avviene a caldo, subito dopo questi ultimi eventi. Stranissima sparizione che dura tre mesi durante i quali abbiamo depistaggi (come l’accusa del marocchino Mohammed Fikri, pista inconsistente, ma enfatizzata dalla stampa) e tentennamenti di vario genere nelle indagini. Alcune piste portano Yara al cantiere dei Locatelli ma sono state abbandonate. Il padre di Yara è un geometra a stretto e frequente contatto coi Locatelli. A pg 277 Saviano scrive che Fulvio Gambirasio (il padre appunto di Yara) ha deposto come testimone in un processo contro Pasquale Locatelli. Il rapimento della figlia potrebbe essere in realtà una tipica intimidazione. Qualcosa come un rapimento degenerato in omicidio, coperto e depistato per non intralciare la mega inchiesta internazionale sul traffico armi/coca.


L’inchiesta su Pasquale Locatelli, Roberto Pannunzi ecc. è un fatto di alto livello internazionale e non va disturbata. Il traffico di droga è connesso con quello internazionale di armi e i magistrati di primordine che se occupano, tipo Gratteri per fare un esempio, possono addirittura diventare ministri.
Per questo, sotto la minaccia di sequestro del libro di Saviano, il collegamento Locatelli/Gambirasio è stato messo da parte e sepolto dalla più succosa pista Bossetti.


vedi anche:


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                       "Gava contro la Mafia.
                               E' in pratica
                                    il primo esempio politico
                                                    di cura omeopatica" 

Stefano Benni

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