lunedì 6 gennaio 2020

Fischia vento di guerra sulle basi vicentine









Con una corrispondenza da New York Il Sole 24 Ore di Sabato 4 Gennaio, pubblicando una immagine di quella che si presume essere l’auto fracassata su cui viaggiava Qassem Souleimani, descrive e commenta l’attacco statunitense che mediante l’uso di un drone lo ha ucciso presso l’aeroporto di Baghdad.

L’atto di guerra è chiaro, coglie il mondo in un momento di forte tensione per il Medio Oriente, sfida l’Iran e mette in definitiva difficoltà l’ala moderata della leadership iraniana guidata da Hassan Rouhani. Ora nel clima di sbigottimento dell’opinione pubblica si determina un margine sul quale impostare il mainstream e si punta sull’angoscia legata alla reazione iraniana. I TG parlano della reazione interna del popolo iraniano attraverso corrispondenze - pensa un po’ - dalla Turchia, e legano il tema alla situazione libica.

Mi interessa l’approccio in particolare del Giornale di Vicenza che avendo la base americana in casa quando scrive sa di comunicare ai vicentini ma soprattutto agli americani. Anzi a volte comunica per loro. E parte subito con l’annuncio relativo alla partenza di 700 parà; ovvero quei militari che gestiranno il follow up dell’aggressione. Il commento arriva domenica 5 con un fondo del caporedattore.

Il taglio è reso esplicito dal titolo: La guerra che soffia nelle basi vicentine.
A premere il grilletto sul drone americano è stato quel Donald Trump che fino a ieri predicava il ritiro delle forze armate da fronti lontani (Afghanstan, Irak, Siria) e che adesso ha dato l’Ok all’invio nell’area di altri 3500 soldati”. L’inizio quindi è un attacco alla credibilità di Trump, il quale ha addirittura un “atteggiamento fin qui indisponente” verso gli alleati, “a cominciare dalla sua concezione della NATO”. Però, scrive il redattore, il “curricuum sanguinoso di Soleimani” giustifica anche Trump. Dopodiché, anziché spiegare il curriculum scrive che “chi imputa al presidente americano l’incoscienza di fare esplodere la polveriera del medio oriente dimentica che quella polveriera era già stata fatta esplodere dall’Iran” attraverso il medesimo generale, il quale sarebbe colpevole, essendo “caro agli ayatollah”, di una serie impressionante di attentati e di azioni assassine nei confronti dei "giovani iracheni che protestavano in piazza".

Come si vede la vittima viene trasformata in mostro anche senza ricorrere come invece è stato fatto negli ultimi cinque anni per Assad, ai bambini. Un passo avanti?

Il secondo attacco è per il nostro governo che siccome non piace ai padroni industrialvicentini non può non essere fatto oggetto di critiche. E questo anche se nelle ore in cui il redattore scrive nessun governo al mondo ha ancora preso una decisione formale sulla crisi. Ma in questo caso per lui il nostro governo ha solo detto poche parole “pilatesche al di sotto del minimo sindacale”.

Infine arriva il vero messaggio, in cauda venenum: “…per quanto a Palazzo Chigi il nostro “Giuseppi” sia tra i pochi a trovare simpatico Trump, sarebbe più importante capire se ritiene che abbia così tanta ragione da fargli usare le basi vicentine”. Ossignore vuoi vedere che in nome dell'attacco a Trump, inviso al deep state e quindi ai generali delle basi, si arriva ad invocare gli slogan dei NO DAL MOLIN?


                                                                     ...


C’è proprio da chiedersi come mai mentre soffia il vento di guerra sulle basi vicentine il Giornale di Vicenza attacchi Trump e Conte. La guerra come abbiamo visto è, secondo il G di Vi, la conseguenza della polveriera fatta esplodere dall’Iran e le basi in questione sono la Ederle e la Del Din, che non sono della NATO, sono degli americani, quelli di cui Trump è presidente. E allora delle due l’una: o è colpa di Trump o degli ayatollah.

E se Vicenza, dopo i bombardamenti della Serbia, dell’Afghanistan e dell’Irak, è per l’ennesima volta “cruciale nello scacchiere diplomatico internazionale” con la conseguente esposizione al rischio di essere obiettivo della ritorsione iraniana ebbene non credo proprio sia colpa di questo governo.






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