lunedì 28 dicembre 2020

Vaccinazione e teoria dei giochi (1)

 





 

Prendo appunti di traduzione di un articolo di Stobhan Roberts su NYT di Mercoledì 23 dicembre 2020.

 

                Il gioco vaccinista. Diventa prioritario lo studio dei modelli di comportamento.

Una coppia composta da un ecologista e una biologa matematica ha lavorato a casa a Guelph, nell’Ontario, durante i mesi di lockdown ha svolto dellericerche cercando di intravvedere l’uscita dalla pandemia. Sono i dottori Anan, che dirige l’Istituto universitario per le ricerche ambientali e Bauch che gestisce un laboratorio presso l’Università di Waterloo. Il fuoco della loro ricerca si concentra prevalentemente nello studio delle interazioni tra comportamenti umani e sistemi ambientali. Inquinamento, deforestazione e cambiamento climatico sono dinamiche lente mentre la pandemia sta fornendo un esempio di cambiamento veloce. Mentre il cambiamento sociale non è per niente un campo in cui sia facile sperimentare, con la pandemia ci si trova in mezzo ad un potente esperimento sociale. Perciò molti hanno re-diretto i propri lavori sul Covid-19 e sono in corso di valutazione molti studi che hanno esaminato la priorità della vaccinazione: per salvare il maggior numero di vite chi vaccinare per primo?

A mano a mano che tali studi si sviluppano emerge il loro carattere atipico. Ciò è dovuto al fatto che si applica la Teoria dei Giochi ovvero un metodo basato su modelli matematici che descrivono il modo attraverso il quale le persone prendono decisioni strategiche all’interno di un gruppo. Ogni individuo ha facoltà di scelta ma il rendimento che tale scelta permette di realizzare dipende in realtà da scelte fatte da altri.

E’ il Dilemma del Prigioniero. Ovvero un modello di comportamento nel quale gli attori pesano la cooperazione contro il tradimento producendo spesso un risultato che, da punto di vista del bene comune, non è ottimale. La pandemia presenta una quotidiana complessità di queste scelte. Se venissero seguite le indicazioni di comportamento (distanziamento, mascherine, clausura ecc.) in tal caso vi sarebbe una significativa riduzione delle infezioni. Ma ci sono sempre delle tendenze centrifughe e spinte a deflettere dal regime comportamentale auspicato: le mascherine sono noiose, lavar le mani è tedioso e c’è bisogno di abbracci.

Si rende quindi necessario un confronto tra la visione di chi ha fatto dell’egoismo una virtù e chi dice che i bisogni delle maggioranze sovrastano i bisogni dei pochi.

Il vaccino aggiunge un ulteriore strato protettivo. I costi e i benefici percepiti della vaccinazione vengono infatti spesso espressi come effetti collaterali delle preoccupazioni sulla salute. E se sei indifferente verso la vaccinazione potresti ridimensionare la tuta prpia propensione a farla. Soprattutto notando i tassi di infezione scendere in virtù della campagna stessa. Molte persone potrebbero assumere cioè un atteggiamento attendista puntando ad ottenere un giro gratis solo raccogliendo i frutti del comportamento di coloro che si vaccinano. Ma questi giri gratis generano anche una minaccia collettiva.

 

Quindi il Dilemma del Prigioniero assume in questo gioco i seguenti termini: quando i livelli di infezione sono bassi la gente percepisce meno il rischio abbassando la guardia ed è allora che i livelli di infezione ritornano a salire. Sono il flusso e riflusso tra il nostro comportamento e il virus a causar le ondate pandemiche. Si approda così ad un finale di infelice mediocrità.

 




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