venerdì 12 febbraio 2021

IL MANIFESTO, quotidiano conformista.

 




1 - Prosegue indisturbato l’approccio propagandistico alla Pandemia. Questa settimana semi-euforica per le aspettative su Draghi ha visto i media impegnarsi, tra un ricordo e l’altro delle foibe, a sostenere che “LA CRESCITA DIPENDE DAI VACCINI” come titolava anche un articoletto del Manifesto impegnato a sostenere il moto verso la maggioranza governista delle frange sinistrorse sulla scia della Cgil.

La politica monetaria ultra-espansiva della BCE durerà ancora ammonisce Gentiloni e pertanto il piano di stabilità e crescita dovrà essere ridiscusso. A tale scopo la Commissione dovrà ridiscutere il prolungamento delle regole di bilancio. Il ritorno al Patto di Stabilità sarebbe un suicidio. Occorreranno ammortizzatori sociali sovranazionali e consistenti sostegni alle imprese. Ciò è un effetto del Covid che di fatto mette in crisi lo stesso Trattato di Maasticht del 1992.

Secondo tali previsioni nel gruppo dei 27 ci saranno diverse velocità di ripresa. Solo 11 Stati membri inizieranno la ripresa già nel 2021 raggiungendo poi il PIL che avevano nel 2019. Tra essi Germania e Francia mentre Italia e Spagna dovranno aspettare un paio d’anni di più.

Il Recovery Fund, al quale dovremmo attingere prossimamente, fa parte del più vasto piano denominato Next Generation il quale non prevede la cancellazione del debito italiano, ma il recupero della sua sostenibilità attraverso la ripresa della crescita. Secondo queste previsioni pertanto non vi è alcun Reset sul tavolo e i famosi 209 MLD di Euro verranno gestiti nell’ambito del tradizionale confronto Nord/Sud Europa.

           

2 - Marx in dieci parole, di Stefano Petrucciani edito da Carocci tratta i concetti di alienazione, diritto, democrazia, libertà, rivoluzione, materialismo storico, feticismo, sfruttamento, capitalismo e comunismo. Si tratta di “sentieri su cui procedere per imparare a leggere Marx”. Waw!

 

Il Manifesto lo recensisce in calce alle pagine culturali e usa l’espressione “pensatore di Treviri” nel titolo. Evidentemente non vuole scrivere MARX in grande proprio nella settimana delle foibe nella quale non sarebbe il caso di turbare il lutto istituzionale dei non comunisti.

Ma come?, si dirà, ciò contraddice la rossa scritta della testata… già, ma quella non può essere cancellata perché cambierebbe la ragione sociale del quotidiano e si potrebbero perdere i finanziamenti pubblici.

Si, quei finanziamenti che il Fatto Quotidiano non vuole ma rimpiange, tanto che moltiplica l’uso della carta con libri e riviste cartacee a manetta per beneficiare del credito d’imposta. Beh, meglio così se no finisce come il Sole 24Ore… In ogni caso chissà che adesso entrando in regime supermariano non si risolvano anche questi problemi i quali, per quanto secondari, assillano i sinistrorsi centenaristi.

 

 




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