sabato 6 febbraio 2021

Nuovo contratto per nuovi operai

 





Oggi il Sole24Ore annuncia festoso il nuovo CCNL dei metalmeccanici. Un contratto innovativo che dovrebbe segnare il passaggio consensuale al 4.0 e quindi l’allineamento disciplinato delle parti sociali italiane allo scenario del World Economic Forum (WEF). Un assist all’operazione Draghi.

La durata quinquennale (’19-‘24) allinea il ritmo all’Agenda 20 – 30 dell’Onu e indica implicitamente nel 2025 Il prossimo momento in cui fare il punto sul processo. C’è poi l’aumento del contributo Cometa per under 35. E' una misura che oltre ad incentivare l'adesione dei giovani i quali non hanno ancora chiara l'importanza della previdenza, introduce formalmente un concetto che distingue i lavoratori per età anagrafica. Essa risponde anche all’idea che il cambio generazionale sancisca il cambio della fabbrica dalla catena al digitale. Una fabbrica già semi-robotizzata dal 2.0 si apre ora all’AI (intelligenza artificiale). Secondo il giornale di Confindustria questo è il punto principale del nuovo CCNL e per evidenziarlo il quotidiano datoriale enfatizza soprattutto il nuovo inquadramento professionale dei dipendenti. Un atto che viene visto come definitivo superamento del modello di inquadramento introdotto nel ’73, in piena epoca fordista e come segnale forte di apertura allo scenario della quarta rivoluzione industriale.

E’ la quarta rivoluzione industriale auspicata solennemente nel 2015 da John Elkann e descritta ufficialmente nel libro omonimo di Claus SCHWAB (gran sacerdote fondatore del WEF). E’ curioso notare che l’erogazione dei nuovi aumenti salariali parte a Giugno ‘21 ovvero alla chiusura dei lavori del prossimo WEF, quello che potrebbe essere il più importate della storia. Col nuovo inquadramento viene introdotto un concetto innovativo di valutazione della professionalità: il campo di responsabilità di ruolo. Esso viene così definito nell’articolo di Giorgio Pogliotti: “si passa dalla mansione al ruolo … dal cosa si fa al come si fa e come si può fare meglio.” Ovvero il luogo di lavoro diventa un campo di studio per l’algoritmo, il lavoro viene sì valorizzato ma in quanto data provider for machine learning perché la dimensione creativa è a tutt’oggi ancora poco automatizzabile. Con il taylorismo si studiavano e si condizionavano i movimenti dell’operaio per risparmiare sul tempo, oggi l’obiettivo del comando capitalistico in fabbrica è la sua creatività. Si stimola la sua creatività (almeno nelle intenzioni) per digitalizzarla. C’è una componente di umanizzazione ma è transitoria. L’obiettivo rimane la robotizzazione totale solo che è ancora troppo costosa e va compensata dai risparmi che derivano dalla delocalizzazione in paesi dove il lavoro poco creativo costa meno dei robot. Le mansioni manuali non creative verranno lasciate alla delocalizzazione mentre qui da noi si stimolano progressivamente quelle creative anche con processi di formazione continua sul digitale. Con questa linea è coerente la scelta del nuovo inquadramento che cancella il primo livello e reinquadra direttamente sui livelli superiori.

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Ciò mi stimola una riflessione collegata alla lettura, che sto terminando in questi giorni, del libro di Claus Schwab con prefazione di John Elkan, edito nel 2015 da Franco Angeli. Nella quarta rivoluzione industriale, ovvero quella che l’attuale élite mondialista si ripropone di attuare entro il decennio, il lavoratore reale è un ibrido tra umano e robotico supervisionato non più da una gerarchia autoritaria ma da un algoritmo che studia e ottimizza ogni mossa. In tutte le 200 pagine del libro il messaggio quasi ossessivo è quello della velocità dei nuovi processi di innovazione, sia in campo produttivo che commerciale e sociale. Tra i vari punti c’è quello della sostituzione di lavoro umano.

Le mansioni ripetitive, quelle di Tempi Moderni di Charlot, sono già state automatizzate. Ma ciò che è in atto oggi come oggi è l’automazione di mansioni intellettuali, tipicamente impiegatizie come: avvocati, analisti finanziari, giornalisti, contabili, assicuratori e bibliotecari. Il processo di distruzione dei posti di lavoro è oggi potenzialmente molto più “disruptive” di quanto non lo sia stato nelle precedenti rivoluzioni industriali. Ciò è dovuto alla sua portata e alla sua velocità. In linea di tendenza le sue caratteristiche sono riconducibili ad una polarizzazione: tutto viene automatizzato salvo gli estremi, ovvero le professionalità altamente creative e i lavori manuali con bassa remunerazione.

Il nuovo CCNL è in linea con questi obiettivi. Speriamo che le nuove generazioni ne beneficino veramente. Intanto speriamo che i lavoratori mettano in tasca davvero i 200 euro di “Flexible Benefit” ovvero emolumento annuale esente fisco. E’ il progresso, bellezza!

 

 

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"Prima di giudicare occorre conoscere e per conoscere occorre sapere tutto ciò che è possibile sapere." 

 Antonio Gramsci, 

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