venerdì 25 marzo 2022

About William Hurt's death

 



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Il 13 marzo scorso, giusto una settimana prima di compiere 72 anni, l’attore americano William Hurt è morto a causa di un tumore alla prostata. Egli era stato il vincitore dell’Oscar per il film Il bacio della donna ragno, uscito nel 1985.

Vita e amori travagliate ebbe molte donne, molta droga (marijuana e cocaina) e fece un sacco di film. E’ sempre stato presentato dalla stampa italiana come divo “timido e seducente”. Oggi si scrive che è morto tra “terribili dolori” perché, pulito da decenni, rifiutava gli oppiacei. Il suo declino presso l’opinione pubblica era iniziato quando l’attrice Marlee Matlin, con la quale ebbe una relazione biennale ai tempi del film Figli di un Dio minore, scrisse una autobiografia in cui lo accusava di continue violenze e abusi. Di lui, del quale sono coetaneo, ricordo in particolare i film Stati di allucinazione di Ken Russel e Il grande freddo di Lowrence Kasdan.

Nel primo, uscito tnel 1980 l’assunzione di sostanze allucinogene provoca nel protagonista mutazioni biologiche e genetiche. Nel secondo, un gruppo di amici ex sessantottini partecipano al funerale di un comune amico e ricordano le lotte di contestazione all’università del Michigan.

Ricordo che in quest’ultimo film mi identificavo col personaggio, ma oggi ho consapevolezza che quella di Hurt è una biografia problematica perché era stato vittima delle droghe con cui l’establishment psico-poliziesco anglo americano ha represso il movimento giovanile.  

La sua ultima partecipazione è stata nel film Black Widow con Scarlett Johanson girato nell’autunno del 2019 quando Hurt era già ammalato. A causa delle restrizioni Covid poi il film è uscito nel 2021.

 


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The death of the actor William Hurt reminds me at the 80s when I was looking at him as a myth. But today I'm concerned about his life of violence and drugs... So I respect his death, but I don't admire his biography.


Amen


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