lunedì 21 marzo 2022

trattative 2

 





In questi primi venti giorni di crisi militare russo/ucraina il governo italiano ha preso le parti del paese aggredito avviando una campagna di solidarietà ai profughi con lo scopo di prepararne l'accoglienza da parte delle regioni di nordest. Ma al tempo stesso ha inviato armi ai confini e scatenato una campagna di criminalizzazione nei confronti di Putin. Il mainstream, soprattutto televisivo, si è così allineato alle distorsioni e alle censure della NATO. Alcuni sindacati di base di lavoratori portuali hanno boicottato la spedizione delle armi e in città come Pisa e Torino ci sono state manifestazioni di piazza per il dissenso dalla politica governativa.

In questo clima il Governo ha comunicato anche l'uscita dalla emergenza sanitaria, prorogando comunque alcune misure finno a fine Maggio, ma lo ha fatto dichiarando anche uno stato di emergenza umanitaria che durerà presuntivamente fino alla  fine dell'anno. Tale prolungamento dello stato di emergenza, che implica la sospensione di alcune garanzie costituzionali e giustifica il ricorso a misure emergenziali (come è stato ad esempio per i Dpcm sul Covid) serve per gestire la distribuzione delle risorse Pnrr in modo centralizzato soprattutto nei confronti del decentramento regionale.


Io constato quotidianamente e con rammarico il mio dissenso circa la narrazione mediatica sulle gravi minacce alla pace mondiale. In particolare ritengo che difronte alla operazione militare in corso in Ucraina se si vuole preservare la pace si debba rispondere non inviando armi ai confini ma mantenendo la totale equidistanza e la piena solidarietà con le popolazioni colpite. Con questo intendo sia la popolazione ucraina sia quella russofona del Dombass ingiustamente colpita da otto anni di bombe e provocazioni militari nel più totale silenzio internazionale. Penso inoltre che invece di criminalizzare Putin si debba sostenere al massimo l’iniziativa diplomatica e la trattativa in corso. 


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All’iniziativa di Putin, che per fermare l’espansione imperialista della NATO e le stragi delle popolazioni russofone in Donbass si è assunto la responsabilità di una operazione militare condotta in violazione tecnica dello Status Quo internazionale di riferimento, le principali potenze globali ovvero Cina e Ststi Uniti d’America, hanno risposto in modo diversificato. La Cina si è astenuta condannando però lo scomposto uso statunitense della crisi mentre l’occidente ha avviato una campagna di ostilità economica e un tentativo di regime change verso la Russia. 

L’obiettivo della campagna occidentale è duplice: scaricare sull’economia russa parte dei costi del great reset e delegittimare Putin dallo scenario globale. Costui ha agito mettendo in atto una violazione del diritto internazionale. Ciò ha portato ad una condanna sancita da un apposito ordine del giorno votato a stragrande maggioranza nell’Assemblea ONU. Ma l’occidente punta oltre. Vuole l’isolamento diplomatico internazionale, vorrebbe trasformare Putin in un nuovo Milosevic (che venne incarcerato all’AIA con l’accusa di crimini di guerra) sperando anche di poter fargli fare la stessa fine. 

Da qui l’azione sui cosiddetti oligarchi ovvero gli attori di successo (come Berlusconi in Italia) sul mercato finanziario nazionale. Questo ceto infatti costituisce il target ottimale sia per cancellare quote significative di debito relativo a forniture e transazioni, sia per tentare di isolare Putin dal proprio cerchio magico ed impostare a Mosca una sorta di golpe arancione.

In ogni caso con il sistema di sanzioni impacchettato dalla Ue vengono bloccati conti correnti degli oligarchi, sospese contrattazioni di forniture e scambi commerciali nonché sequestrati beni immobili compresi i lussuosi yacht. Ecco. Lo scopo delle sanzioni è chiaramente quello di creare uno stato di default dell’economia russa perché il fallimento è l’unico modo legale di cancellare debiti e crediti ovvero effettuare appunto un RESET. 


Poi quanto esso sarà “GREAT” lo si vedrà.

 



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Già l'odore della terra odor di grano, sale adagio verso me e la vita nel mio petto batte piano. respiro la nebbia, penso a te...

E se non ci son ladri, se non c'è mai la guerra, allora forse è proprio l'isola che non c'è ... che non c'è.


Pura poesia. Versi della mia generazione.

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