domenica 29 gennaio 2023

Weekly nonsense

 







1 - Ignobile retorica sulla giornata della memoria.

In settimana e uscito, col sostegno del Gdi Vi, un libretto su LA BATTAGLIA DI STALINGRADO di Alessandra Colla. In esso abbondano le foto dei protagonisti tedeschi e le considerazioni che tendono a mettere sullo stesso piano le sorti militari russe e quelle tedesche. Bastano frasi come questa: “Ancora oggi la battaglia di Stalingrado resta una delle operazioni belliche piu controverse dell’intero conflitto, che travolse con la medesima brutalità i militari di entrambi i fronti e la popolazione civile, scrivendo una delle pagine più sconvolgenti della storia del XX secolo.” Nessun riferimento all'eroica resistenza della popolazione civile, nessuna affermazione netta sulla umiliante sconfitta del nazifascismo, anzi, vengono ripescate parole propagandistiche dell'epoca come “Rattenkrieg” (guerra di topi) per definire la guerriglia urbana che respinse gli attacchi del settembre ’42 ovvero l’inizio della fine di Hitler e Mussolini.

A questo si aggiunge la lettera della Donazzan (assessore Regione Veneto) nella quale si glorificano gli alpini tirando in ballo Rigoni Stern per la “eroica vittoria di Nicolajevka” senza neanche accennare che quella era una guerra di NOSTRA aggressione al popolo russo e sorvolando sul fatto che alla fine quella guerra gli italiani l’hanno persa e ne stanno ancora pagando le conseguenze in termini di sovranità limitata.

 

2 - Tra il 7 e l’11 febbraio ci sarà il festival di Sanremo, con l’epifania di Matteo Messina Zelensky.

Matteo Messina Denaro, ovvero l’uomo che ha garantito per trent’anni la stabilità degli accordi massonici tra la Mafia e la Repubblica, si e ritirato per anzianità e salute consegnandosi allo Stato. Quest'ultimo ora provvederà alle cure e lo proteggerà (dai suoi). In vista di Sanremo infatti anche lui canta ed è proprio questo che preoccupa sia la Mafia che lo stato. Meglio far cantare Zelensky.

Occorre però fare del festival un’arma moderna e perciò l’evento avrà un taglio dinamico, aggressivo e militare. Già da tempo, nell’era del Marketing, esso si dimostra essere solo un evento a motivazione molto più comunicativa che artistico/musicale. I cantanti sono testimonial, i presentatori influencers e le canzoni prodotti di business mediatico.

L’industria post culturale italiana infatti è pienamente conscia del fatto che l’Italia (quella vera, quella degli operai, gli artigiani, dei commercianti, degli studenti, le donne i giovani e i pensionati) ripudia ancora la guerra e non la considera affatto lo strumento col quale comporre i conflitti. Occorre perciò ingannarli, far loro credere che in Ucraina si lotta per la libertà e la democrazia e le armi che gli mandiamo servono per la resistenza. Perciò lasciamolo cantare… con la pistola in mano.

 





 

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