mercoledì 16 aprile 2025

Bruxelles è la guerrra

NON IN MIO NOME La risoluzione approvata dal Parlamento europeo menziona esplicitamente la "vittoria militare" e identifica la Russia come una minaccia senza precedenti per la pace. La risoluzione chiede inoltre un piano di riarmo del valore di 80 miliardi di euro. Questo sviluppo suggerisce una significativa escalation nella posizione dell'Unione Europea nei confronti della Russia. Il riferimento alla "vittoria militare" prelude ad un approccio più aggressivo ed alimenta tensioni persistenti tra Russia e Unione Europea nel contesto del conflitto in corso in Ucraina. Si tratta di una grave responsabilità che si stanno assumendo coloro che a Bruxelles vorrebbero rappresentarci. La vera sicurezza è invece data da una pace immediata e duratura. Coloro che la osteggiano umiliano e tradiscono il popolo italiano. NON CI SARÀ PERDONO PER TALE INDEGNITÀ. ***************************************************************************************************************************************************************La cosiddetta guerra dei dazi non è una novità, la novità sta solo nel fatto di chiamarla guerra. Inoltre lo stile aggressivo di Trump si caratterizza certamente per varie novità ma esprime solo innovazione tattica, non strategica. Esso infatti risponde all’obiettivo storico degli Stati Uniti di primeggiare globalmente. Nella storia ci sono vari episodi di scontro tariffario finalizzato alla ridefinizione del rapporto di forza commerciale. C’è già stato tra Francia e Gran Bretagna nel 1786 – 87 e tra Usa e Canada nel 1866 – 71. In entrambi i casi le economie ne uscirono danneggiate. Più interessanti però risultano tre esperienze recenti ovvero lo scontro tra Stari Uniti e Cina del 2018 -20, quello tra Giappone e Corea del Sud del 2019 – 2020 e soprattutto quello tra UE e Stati Uniti. I protagonisti di quest’ultimo furono Bush jr e Prodi allora presidente UE. Costui dispose un ricorso alla Organizzazione Mondiale del Commercio del 2003 – 2004 in una disputa commerciale che ebbe inizio quando gli Stati Uniti imposero tariffe del 30% sull'acciaio importato dall'Unione Europea e da altri paesi. L'Unione Europea considerò questa mossa come una violazione degli accordi commerciali internazionali e decise anche di imporre dazi sui prodotti americani. I dazi UE colpirono i prodotti agricoli, il whiskey e le Harley Davidson. Gli Stati Uniti annullarono le tariffe sull’acciaio nel 2004 dopo la sentenza WTO che le dichiarò illegali dando ragione a Prodi. Interessante fu anche il comportamento della stampa italiana durante tale disputa. Essa senza mai parlare di guerra espresse una copertura ampia e critica nei confronti della politica commerciale USA sottolineando l’impatto negativo soprattutto nella siderurgia. Imprenditori e sindacati espressero preoccupazione e sostegno alla iniziativa PRODI. Oggi invece i signori delle balle inneggiano alla von Der Layen per attaccare Trump senza esaminare gli interessi in gioco della nostra industria.

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