mercoledì 13 maggio 2015

Le fucilazioni dei nostri nonni




Dei due anniversari storici del 2015 quello relativo a WW1 riguarda una ENTRATA in guerra mentre quello relativo a WW2 ne riguarda la fine, ovvero l’avvento della PACE. Se vogliamo vederlo come un unico arco di eventi bellici visto che le due guerre hanno causalità collegate, possiamo intravvedere un mostruoso sistema bellico che si manifesta apertamente dal 1914 al 1945.

Le celebrazioni di queste settimane però puntano tutto su WW1, cioè sull’inizio della guerra. Non è ancora chiaro il taglio culturale prevalente ma, rifacendomi ad esempio al libro di Cazzullo (La guerra dei nostri nonni, Mondadori 2015), che è un giornalista trandy e per ciò rappresentativo, per il momento sembra prevalere un approccio non trionfalistico bensì critico. E ciò mi fa piacere. In particolare per WW1 spero che la memoria rilanci il tema relativo alle prospettive di riabilitazione dei fucilati di guerra.

 A tal proposito sono felice di avere in lettura il libro Fucilazioni di guerra. Testimonianze ed episodi di giustizia militare dal fronte italo-austriaco, a cura di Massimiliano Magli.Ed. NORDPRESS, 2008.


L’autore introduce il libro dichiarandone l’obiettivo fondamentale: “Tenere a galla una verità ancora scomoda”. E fa riferimento al libro di Attilio Frescura “Diario di un imboscato” scritto nel 1919 da un ufficiale che nella Prima Guerra Mondiale il quale, sul fronte dell’Altipiano di Asiago, fu tutt’altro che imboscato. Costui volle il suddetto titolo per compiere una denuncia. Immagino che negli anni successivi marcati dal fascismo e dalla sua retorica il libro sia stato accantonato per essere poi, oltre sessant’anni dopo, riportato alla attenzione dei lettori italiani grazie all’editore MURSIA che lo ha riproposto con la prefazione di Mario Rigoni Stern. Da quel libro l’autore ha tratto le pagine relative alla giustizia, si fa per dire, militare.

Si parte con Emilio Lussu e il suo famosissimo “Un anno sull’Altipiano” pubblicato a Parigi nel 1938. Lussu era stato ufficiale della Brigata Sassari, ma fu importante antifascista esiliato, poi ministro azionista nonché fondatore e parlamentare del PSIUP. Della sua opera si cita il brano Giustizia sommaria, del quale qui ripoto un sunto.
Il 16 Giugno 1916 sull’Altipiano parte una offensiva italiana. L’artiglieria sbaglia i calcoli e bombarda la nostra fanteria. I fanti attendono l’ora dell’assalto sotto i colpi e immersi nel fumo soffocante in una caverna che, essendo scavata quasi a fior di terra, non resisterà alle granate. I fanti escono per proteggersi, il maggiore Melchiorri, di carriera, formatosi in Eritrea va per le spicce, ritiene tale atto un ammutinamento con le armi difronte al nemico e ordina la decimazione. Ma muore crivellato dai colpi del plotone d’esecuzione.

Inizia l’emozione. Sono cose vere, non è Hollywood. Per provare il brivido della commozione occorrono le parole di Lussu.



I Carabnieri svolgevano funzion di polizia militare, anche sparando a quanti si rifiutassero di uscire dalla trincea.








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