lunedì 5 ottobre 2015

Armageddon WW1: Zaharoff







Cento anni fa, durante WW1, il re dei mercanti d’armi era Basil Zaharoff, un apolide di origine greca che con la sua occulta influenza dominò l’Europa per quasi 60 anni, dal 1878 al 1936.


                                                         







Nato in Anatolia da famiglia di piccoli commercianti ortodossi, Basilio Michele Zaharoff (Zaccaria), poliglotta, inizia la sua carriera nel 1873 quando, nonostante la scarsa importanza dell’episodio, la stampa si occupò di lui dandolo per morto in una sparatoria che sarebbe avvenuta durante un tentativo di fuga dal carcere londinese.  

Ma egli non era affatto morto e giunse ad Atene ove strinse amicizia con il futuro ministro degli esteri del governo greco Skouludis. In breve divenne rappresentante per i Balcani della società d’armamenti inglese Nordenfeldt.

Per tale società procurò contratti di fornitura armi ad Afghanistan e Cile, allora in guerra con Bolivia e Perù. In queste esperienze Zaharoff maturò la convinzione che poiché il commercio delle armi è illecito esso va trattato con mezzi illeciti e passò rapidamente dalle forniture di fucili a quelle di cannoni. Ma il salto grosso lo fece coi sottomarini.


Il 1885 fu l’anno in cui l’ingegner Nordenfeldt fece conoscere alle grandi potenze dell’epoca, soprattutto Gran Bretagna e Germania, il suo nuovo sommergibile. Ma Saharoff lo piazzò per primo in Grecia innescando la successiva corsa al riarmo che lo arricchì e lo rese noto. Infatti già nel 1892, dopo che la Turchia aveva voluto due sommergibili, la Russia cinque ecc. i cantieri Nordenfedt erano impegnati nella produzione di decine di sommergibili bellici…


Altro passaggio decisivo della sua carriera fu il coinvolgimento di Hiram Maxim, l’inventore della mitragliatrice, nella Maxim-Nordenfeldt Guns Ammunition Company la quale, nonostante le successive spaccature, contribuì all’enorme sviluppo della produzione di mitragliatrici in tutta Europa.

Qui Zaharoff, al momento della divisione della società, decise di stare con Maxim per sfruttare meglio la sua fertile mente armigera e saltò definitivamente nell’empireo armageddone. La sua posizione nel mercato mondiale divenne primaria, il suo patrimonio personale si accrebbe di centinaia di milioni di franchi fornendo armi a quasi tutte le guerre dell’epoca: Perù, Cuba, Brasile, Colombia, L’Italia in Abissinia, la Spagna nelle Filppine, l’Inghilterra in Sudan, l’insurrezione dei Boeri e la guerra greco/turca. 

Ma non mancarono ovviamente i Boxers in Cina, e la guerriglia antifrancese in Madagascar.



La sua ottica strategica lo portava a foraggiare di armi prima le guerriglie per poi fornire il doppio ai governi per la repressione. Il suo stile era quello di chi, anziché competere con i prezzi, triplicava i prezzi investendo moltissimo nelle relazioni (leggi tangenti e corruzione). Maxim era il consulente tecnico, lui la mente affaristica.





 Ma veniamo al suo ruolo in WW1.

Durante i cinquanta mesi della Prima Guerra Mondiale questo personaggio ormai semi-mitico tra i guerrafondai contemporanei controllava col metodo della partecipazione societaria indiretta quasi tutte le fabbriche d’armi in Europa. 

Per dare un esempio tragico e quasi incredibile del suo potere basti sapere che egli fu contemporaneamente azionista (rappresentato in Consiglio di Amministrazione) della austriaca Schneider e della francese Le Creusot, ebbe grosse partecipazioni nella tedesca Loewe fon Gouttard e, attraverso una società di comodo, fu membro della proprietà degli stabilimenti russi di Reval e di Tzarizin … 

Egli si impadronì di vari brevetti, in particolare tedeschi, tra i quali detonatori di granate e il binocolo Zeiss-Zema.



A questo enorme livello di potere egli giunse grazie soprattutto al lavorìo realizzato negli anni precedenti la guerra.


Tra il 1908 e il ’14 egli divenne commendatore nonché membro della Legion d’Onore e alla vigilia dell’attentato di Sarajevo subentrò ad Alfred Vickers nel Consiglio di Amministrazione della “Le Nickel” società francese di cui faceva parte la famiglia Rothschild. 

Con tale carica egli firmò una gran botta di contratti per la fornitura d’armi, nonché l’acquisto del giornale illustrato Excelsior, strumento di propaganda antitedesca. Il 31 Luglio 1914 il governo francese gli conferì un’altissima decorazione per “servizi eccezionali”.


Poche ore dopo, a quarant’otto ore dallo scoppio della guerra, Jean Jaures, socialista contro la guerra veniva assassinato in un caffè di Montmartre.



Alla fine del conflitto, dopo aver guadagnato circa venti milioni di sterline, Clemenceau, Primo ministro francese, insignì Saharoff della Gran Croce della Legione d’Onore mentre re Giorgio V d’Inghilterra fece altrettanto con la Gran Croce dell’Impero Britannico. Infine divenne dottore honoris causa della università di Oxford.





Questa biografia ci offre un quadro significativo di quale sia la vera rete del potere sovra-nazionale e di come già cent’anni fa le istituzioni nazionali ne fossero soggette. Ma non è l’unica; ne vedremo delle belle nei prossimi posts.

Un apprezzamento a Giuseppe Mayda e il suo articolo su Storia Illustrata di quarant’anni fa.





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This biography shows a meaningful picture of the real multinational power network. Even a century ago, despite of the national institutions, the real power was in the hands of weapons dealers.
Basil Zaharoff was one of them. During WW1 he earned twenty milion pounds.





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