domenica 11 ottobre 2015

Fatti della settimana







Sul Fatto Quotidiano del 9 Ottobre a pagina 10 appare un articolo di Guido Gazzoli che attacca Horacio Verbitsky. Costui è uno scrittore argentino noto soprattutto per aver denunciato i voli della morte, ovvero la tecnica utilizzata dalla marina argentina negli anni del golpe al fine di liberarsi dei prigionieri. Si tratta dei desaparecidos finiti in fondo all’oceano.
L’articolo apre al revisionismo nei confronti della narrazione consolidata sugli anni settanta nel cono sur. E contiene una intervista a Ceferino Reato, giornalista del Clarin, autore, tra l’altro, di un libro-intervista a Videla, capo dei militari golpisti.
Si sostiene nell’articolo che Verbitsky fu collaborazionista dei militari golpisti del 1976 e si fa riferimento ad un libro (Doble Agente di Gabriel Levinas) che ne ricostruisce la biografia attingendo a nuove fonti.
 La dittatura colpì spietatamente i Montoneros, estremisti armati peronisti, e il loro mondo venne interamente smantellato dai militari. Apparirebbe quindi strano che il montonero Verbitsky sia rimasto in piedi e in buoni rapporti con la Marina.

Da tempo, scrive Gazzoli, si assiste ad un processo di revisione sugli anni settanta e si dimentica che già prima del golpe, tra il ’73 e il ’76, era in atto una lotta armata che aveva già prodotto oltre mille morti. Si sono dimenticate le argomentazioni religiose di quegli scontri. I Montoneros infatti erano di origine cattolica movimentista e Videla stesso riteneva, provocando la morte di migliaia di argentini, di compiere una doverosa missione divina. La Chiesa stessa non ha fatto autocritica su quei tempi e non si parla più di tanto delle sue responsabilità politiche. Essa era presente e attiva all’interno di entrambe le parti dello scontro. V’erano preti che consigliavano (e assolvevano) i militari ed altri preti che consigliavano (e assolvevano) i guerriglieri.

Viene ridimensionato anche il numero dei desaparecidos; la versione nota li stima in 30.000 mentre Reato sostiene che essi siano 6.415. Gli esiliati in Europa avrebbero gonfiato i numeri per creare consenso.


Mi interessa segnarmi l’articolo perché esso praticamente introduce e sostiene un punto di vista assolutorio, o quantomeno giustificatorio, dell’operato militare argentino negli anni settanta, quando Bergoglio era capo dei Gesuiti a Buenos Aires. Ma questo elemento, il ruolo di Bergoglio in quegli anni, non viene richiamato.
Anche Verbitsky stesso era stato oggetto di tutt’altro trattamento in articoli FQ e costituiva un mito per i sostenitori della verità e giustizia argentina…
Il suo lavoro di denuncia però era diventato un problema dopo l’elezione di Bergoglio a papa. E sosteneva infatti in uno dei suoi libri che Bergoglio era compromesso coi militari.
Constato quindi a malincuore che inizia una fase nuova nel trattamento mediatico di Pope Francis.




2 -  Nel mio piccolo e meschino mondo globalizzato la weekly news che più mi stuzzica è che lo sceicco Abdullah bin Mohammed bin Saud Al Thani, amministratore del Fondo Sovrano del Qatar ha perso 12 miliardi di dollari in una settimana. Ciò è dovuto al fatto che esso controlla il 17 % della Volkswagen. I cinesi poi hanno ridotto gli acquisti di materie prime con la conseguente perdita per l’emiro di un altro 27% sui mercati finanziari.

Qualche anno fa il fondo hedge della famiglia reale qatarina ha acquistato la Valentino Fashion Group ovvero l’attività degli stabilimenti Marzotto del Maglio di Sopra, la cui occupazione non ha ancora ricominciato a crescere.
Ma non è questo che mi stuzzica il buon umore, quanto piuttosto il fatto che ora ci sia qualche miliardo in meno per finanziare la campagna anti Assad.





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